Il direttore sportivo lascia dopo 18 anni. Tre da calciatore, poi altri quindi dietro le quinte. Tra trofei, scoperte, acquisti e plusvalenze, ricostruiamo il legame tra Igli e i biancocelesti
Un uomo di un metro e novanta imbocca una via nell’oscurità. Ha la schiena dritta, il passo svelto, i capelli biondissimi e un telefono tra le mani. Compone numeri in modo frenetico, parla tre lingue, e la sua voce risuona per strade deserte. Ad Auronzo di Cadore sono le due di notte, e Igli Tare cammina da solo in una via buia che porta verso il lago di Santa Caterina, vicino al campo d’allenamento.