L’occasione che poteva cambiare il destino della finale di Istanbul è capitata dopo 58 minuti di gioco sui piedi di Lautaro. Un errore della difesa del City, e in particolare di Akanji, che si è lasciato sfilare un pallone alle proprie spalle pensando, o forse sperando, che Ederson fosse fuori dallo specchio della porta pronto a intervenire, e l’argentino si è ritrovato praticamente da solo a tu per tu col portiere brasiliano di Guardiola, anche se in posizione defilata. Troppo defilata, probabilmente, per cercare una conclusione diretta in porta, che il Toro ha voluto invece provare. Risultato: parata di Ederson e pericolo scampato per il City. Peccato, però, che nel frattempo, al centro dell’area, Lukaku si era riuscito a smarcare dalla pressione di Dias, mentre Brozovic accorreva, completamente solo, proprio al limite della linea dei 16 metri. Un peccato di egoismo, caratteristica spesso necessaria per un bomber, che praticamente nessuno dei suoi compagni nerazzurri ha fatto passare inosservato al Toro e che alla fine si è rivelato decisivo. Tantissimi i rimproveri dei giocatori dell’Inter, Barella in primis, nei confronti dell’attaccante argentino, che Lautaro non ha chiaramente gradito, già scottato dal rammarico di aver sprecato una delle occasioni più limpide di tutta la finale. Poi è arrivato il gol di Rodri, la grandissima chance per Dimarco e l’incredibile errore di Lukaku nel finale. Ma negli occhi gonfi di lacrime dell’argentino dopo il triplice fischio di Marciniak si leggeva benissimo tutta la frustrazione di un giocatore fenomenale, che ha sempre trascinato la sua squadra, ma che in quel maledetto 58esimo minuto di gioco non è riuscito a trovare la lucidità per fare la giocata giusta.
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