Quando neutralizzò i rigori degli juventini a Manchester, nella primavera del 2003, e regalò la Champions League al Milan, entrò definitivamente nel cuore del presidente. Che si considerava ben protetto da quell’armadio d’uomo, agile come una pantera, silenzioso e saggio, autentico leader senza mai alzare la voce. Poi venne l’altra Champions League, nel 2007 ad Atene, e allora Dida fu per sempre il portiere dell’era berlusconiana. Senza però dimenticare le qualità di Giovanni Galli, di Abbiati e del giovane Donnarumma, il cui lancio fu fortemente caldeggiato dal presidente.
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Da Dida a Van Basten passando per Pirlo, Gullit e…: la Top 11 di Berlusconi
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