TORINO – Fossimo nei panni di Alberto Aquilani, ogni volta che viene definito “un predestinato della panchina”, faremmo sempre tutti gli scongiuri del caso e non è escluso che li faccia. Perché è la stessa cosa che si diceva un anno fa di Daniele De Rossi, che alla Spal, poi retrocessa in C, ha fallito l’esordio da allenatore. E ora è il turno di Aquilani, prossimo al debutto su una panchina professionistica in un Pisa reduce dall’11° posto dell’ultimo campionato. Il club toscano in effetti, non poteva che ripartire da zero, o quasi, dopo l’ultima deludente annata. Iniziata con l’infelice scelta di Maran in panchina che ereditava una squadra sconfitta pochi mesi prima in finale playoff e con lui precipitava all’ultimo posto della B. Proseguita col ritorno dell’allenatore totem, Luca D’Angelo, capace di riportare il Pisa in pochi mesi fino al 5° posto. Salvo poi crollare nel girone di ritorno, mancando anche il piazzamento playoff, riuscendo a perdere in casa all’ultima giornata dalla Spal già condannata. Da queste macerie ripartirà Aquilani. Certo, uno che a livello Primavera, con la Fiorentina, vince 5 trofei in tre annate, va guardato con rispetto. Ma la Serie B è forse il campionato più imprevedibile del mondo, dunque occhio alle sorprese, nel bene e nel male. Molto dipenderà dalla squadra che il ds Kolarov, anche lui al debutto nella nuova veste, gli metterà a disposizione. Certo, è normale avere dubbi su due esordienti, come in parte la tifoseria pisana ha. Ma se li tiene per sé, il popolo nerazzurro è pronto a concedere ad entrambi tutto il credito che meritano due figure che da calciatori hanno raggiunto uno spessore internazionale. L’importante sarà archiviare subito il desolante finale dell’ultima stagione per riportare subito dalla propria parte la piazza che quando serve sa essere decisiva, dà qualcosa in più con un tifo particolarmente viscerale. Tuttavia, è ancora da capire che tipo di squadra costruirà Kolarov, di certo c’è solo che cambierà parecchio. Ma con quale filosofia? All’inizio dello scorso campionato, quando la squadra annaspava con Maran, si imputò alla società di aver pescato troppo all’estero, importando giocatori che dovevano impratichirsi col nostro calcio. In effetti i migliori exploit della B – a iniziare da quello formidabile di Grosso col Frosinone – sono stati creati senza esotici effetti speciali ma pescando elementi che conoscono a memoria una categoria che bisogna averla vissuta a lungo per poterla poi dominare. Par di capire comunque, che ad Aquilani sarà dato tutto il tempo necessario. L’intesa biennale con cui si legherà al Pisa fa pensare che per la prossima annata l’obiettivo sia puntare a una stagione promettente, di ricostruzione ma anche da playoff,, per poi mirare alla A in quella successiva. Quella A accarezzata nel maggio 2022 con la finale playoff persa, in maniera anche beffarda, dal Monza. Quello era pure il Pisa di Lorenzo Lucca. Il gigante di Moncalieri (è alto 2.01 metri) neanche due anni fa, al suo debutto in B, incantava tutti, si arrivò a definirlo l’Haaland italiano. La scorsa estate scommetteva su di lui l’Ajax. Ma per quanto possa essere stata formativa per lui un’esperienza all’estero, in Olanda non gli è girata tanto bene: molte partite con la formazione B dei lancieri, 14 presenze e 2 gol con la prima squadra. Tant’è che l’Ajax, dopo aver pagato il prestito oneroso, non lo ha riscattato alla cifra prefissata di 10 milioni, oggettivamente troppi per quel che ha mostrato in Olanda, anche se un anno fa quei soldi li valeva. Tuttavia, Lucca ha mercato in A, pesa ancora l’apprezzamento che ebbe per lui il ct Mancini nei momenti del suo massimo fulgore (salvo però mai farlo debuttare in Nazionale). Riproporlo a Pisa probabilmente non avrebbe senso, ormai è considerato di altra categoria. Non solo, parte della piazza nerazzurra non lo ama particolarmente perché non dimentica il deludente girone di ritorno che Lucca fece nel 2022, quando il Pisa perse il treno per la A diretta. Di fatto, Lucca segnò i suoi 6 gol in B nelle prime giornate, poi ebbe qualche problemino fisico ma qualcosa si era rotto nel girone di ritorno e una volta D’Angelo non lo convocò. “Ha avuto un comportamento non idoneo”, spiegò l’allenatore. Dunque Lucca oggi può essere una succosa plusvalenza che può fornire i denari necessari a fare un Pisa competitivo, la sua cessione all’Udinese pare dietro l’angolo. E un’altra buona plusvalenza potrebbe essere quella del terzino sinistro Pietro Beruatto, cresciuto nella Juve U23, cercato dalla A già un anno fa e ancora ambito dalla massima serie nonostante nell’ultima stagione si sia allineato all’andazzo visto nel girone di ritorno. Kolarov potrebbe piazzarli nelle battute iniziali del mercato, e allora poi potremmo vederne delle belle. E chissà che ci sia modo di anticipare i tempi e rimettersi sulla scia del Pisa versione 2021/22, capace di respirare aria di A come nel capoluogo toscano non capitava da tanti anni. In quella stagione, il Pisa non partiva certo come la squadra da battere, ma seppe diventarla per qualche formidabile mese condotto in testa.
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Aquilani a Pisa, una sfida intrigante
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