G ian Piero Ventura è sempre uno del Toro. Timoniere in panchina tra il 2011-12 (ritorno in serie A) e il 2015-16 è stato protagonista di buone stagioni, con l’esaltante acuto del ritorno in Europa condito dalla indimenticabile impresa di Bilbao, quel 3-2 colto nella tana dell’Athletic (febbraio 2015) dove nessuna italiana aveva mai vinto. Non allena più, però il vecchio mister è rimasto uno da stadio, così lo si vede non di rado in tribuna d’onore, accanto al presidente Cairo, osservare il match e dialogare col patron (ormai un amico), che nel maggio 2016 fu “costretto” a lasciarlo libero di andare a fare il c.t. azzurro. Le parole di Ventura pesano sempre nell’universo Toro e quando gli abbiamo chiesto di fare un bilancio della stagione che sta andando in archivio, con una proiezione sulla prossima, la risposta è stata pronta: “Quando ottieni 53 punti hai fatto una buona stagione ed è un giudizio che vale pure quest’anno: il Toro ha giocato un campionato complessivamente buono. Con un però…”.
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