Rivoluzione a sinistra. L’Atalanta “raddoppia” sull’out mancino e cala il bis con due rinforzi nati il 20 giugno, anche se a tredici anni di distanza. Uno è il promettente laterale Mitchel Bakker, in arrivo dal Bayer Leverkusen e virtuale erede di Robin Gosens sulla fascia nerazzurra; l’altro invece è l’esperto Sead Kolasinac, svincolatosi dal Marsiglia, che può giocare in due ruoli, centrale o esterno, e approda alla Dea per fare il braccetto sinistro nella difesa a tre di Gian Piero Gasperini. Entrambi sono attesi oggi a Bergamo per visite mediche e firma sul contratto.
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Giovane di prospettiva e in cerca della consacrazione definitiva, Bakker ha caratteristiche da Atalanta: fisico importante (un metro e ottantacinque) e attitudine a coprire tutta la fascia. Classe 2000, 23 anni appena compiuti, l’esterno olandese è figlio d’arte: suo papà, Edwin, è stato attaccante in patria (al Groningen) negli Anni Novanta. Il neo atalantino vanta un profilo internazionale (15 presenze in Champions League), un curriculum di livello (con trascorsi prima all’Ajax, poi al Psg) e una bacheca abbastanza nutrita (con un campionato, due supercoppe e tre coppe vinte in Francia). Nel 2022 ha giocato (e perso) gli ottavi di Europa League contro l’Atalanta, mentre quest’anno è stato eliminato in semifinale dalla Roma. Bakker è approdato al Bayer Leverkusen nel 2021 (a titolo definitivo) per avere maggiore continuità di impiego e nell’ultima Bundesliga ha collezionato tre gol e due assist in 28 presenze (campionato chiuso al sesto posto in classifica, con qualificazione in Conference). A marzo però ha saltato la gara contro l’Hertha Berlino per motivi disciplinari. Si è svegliato tardi, arrivando in ritardo ad allenamento, e così mister Xabi Alonso l’ha mandato in tribuna nella partita successiva, come raccontato dai media locali. Nel complesso Bakker ha caratteristiche simili a quelle di Gosens e idealmente va a ricoprire il posto lasciato vuoto dal tedesco, partito per l’Inter un anno e mezzo fa. In questo modo l’Atalanta evita l’adattamento a sinistra di uno tra Joakim Maehle e Davide Zappacosta, come del resto avvenuto nel recente passato, dal momento che degli esterni a disposizione di Gasperini nella scorsa stagione solo il giovane Matteo Ruggeri è mancino. Bakker lascia il Bayer visto che a Leverkusen è appena arrivato Grimaldo dal Benfica e in rosa c’è anche Sinkgraven, entrambi candidati per un posto a sinistra. Tra le squadre che si sono fatte avanti per l’olandese il Werder Brema sembrava la favorita ma alla fine l’Atalanta ha bruciato la concorrenza. Costo del cartellino: dieci milioni. E contratto di quattro anni per Bakker, che nei piani di Gasperini farà appunto l’esterno a tutta fascia, con la possibilità di essere adattato, all’occorrenza, nella difesa a tre.
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Il nuovo jolly dell’Atalanta ha un soprannome familiare a Bergamo. “Tank”, ovvero carro armato, versione inglese del nomignolo di una delle leggende del club, il “Tanque” German Denis, l’attaccante argentino che ha segnato 56 reti nerazzurre tra 2011 e 2016. Sead Kolasinac, 30 anni appena compiuti, è un mancino che può giocare in due ruoli, centrale o terzino, e alla Dea arriva a zero, da svincolato, al culmine di una carriera da protagonista nei maggiori campionati europei, dalla Premier League alla Bundesliga. La sua famiglia viene dai Balcani. Papà è montenegrino, mamma bosniaca. Kolasinac invece è nato in Germania, a Karlsruhe, dove i suoi si sono trasferiti per costruire un futuro lontano dalla guerra. Figlio di un operaio in una fabbrica della Mercedes Benz, il neo atalantino è attaccato alle proprie origini, tanto che dopo i trascorsi nelle giovanili tedesche (fino all’Under 20) ha scelto di rappresentare la nazionale della Bosnia Erzegovina, diventandone un pilastro (53 presenze) e disputando pure un mondiale, quello del 2014 in Brasile, con Dzeko e compagni. Kolasinac è musulmano e da ragazzino saltava la scuola per andare alle lezioni islamiche alla moschea di Karlsruhe. Inoltre adora i piatti tradizionali cucinati dalla mamma, soprattutto i Sarma (involtini di cavolo) e il Burek (una sorta di torta salata), che sono due must nei Balcani. Cresciuto nel vivaio dello Schalke 04, brucia le tappe e a 22 anni esordisce in Champions League. In poco tempo diventa uno dei big della Bundesliga, nonostante qualche infortunio di troppo, e nel 2017 viene eletto difensore dell’anno. Quell’estate vola in Premier League, all’Arsenal, dove mette assieme 15 assist e 5 gol (in 118 presenze), vincendo anche due supercoppe d’Inghilterra. Nel 2019 finisce al centro delle cronache quando sventa una rapina, a Londra, facendo fuggire a mani nude due malviventi armati di coltello che volevano derubare lui e Mesut Ozil. A gennaio dell’anno scorso si trasferisce al Marsiglia, imponendosi come titolare. Tanto che in questa stagione agli ordini di mister Tudor (allievo di Gasperini) ha raggiunto il suo record di gol: 4 in 33 partite disputate nell’ultima Ligue 1, chiusa al terzo posto, con tanto di qualificazione in Champions. Ora Kolasinac arriva a Bergamo da svincolato, pronto a firmare un contratto di due anni con un’opzione per il terzo. All’Atalanta porta esperienza internazionale, personalità e forza fisica. Dalla sua anche la carta della duttilità: preso per fare il braccetto mancino, nella difesa a tre, può giocare anche da esterno sinistro e pure da mediano.