Il Milan e una selezione greca si affrontano a New York in un caldo pomeriggio di luglio degli anni 70. Nulla lascia presagire incidenti, però…
Quando segna Rivera i tifosi greci – a decine – invadono il campo e puntano l’arbitro come tori quando vedono il colore rosso. Sembra una scena da film, con il vicolo cieco e buio, i bidoni dell’immondizia a presidiare il nulla, i criminali che avanzano impugnando i bastoni e il nostro protagonista che si guarda attorno e prova a scappare. E no, non c’è via di fuga. Lo accerchiano, lo spingono, lo strattonano, cominciano a picchiarlo di brutto. Calci, pugni, graffi. È un pestaggio senza senso. Gli invasati menano l’arbitro per un paio di lunghissimi minuti, mentre il pover’uomo prima cerca di difendersi e poi – considerata la mal parata – si getta a terra e prova a proteggersi il viso coprendolo con le mani. Poi la furia finisce. A quel punto – solo a quel punto – intervengono i dirigenti, chiamano un’ambulanza, portano l’arbitro al primo ospedale.