Un inizio travagliato e un finale tormentatissimo. L’avventura di Mancini da allenatore della Fiorentina parte con l’Assoallenatori che blocca tutto perché Roberto non è in possesso del patentino da allenatore di prima categoria ed era già stato tesserato dalla Lazio come vice di Eriksson, subisce una svolta nel marzo 2001 con il benestare di Gianni Petrucci (commissario straordinario della Figc), si sviluppa con la vittoria della Coppa Italia e si chiude nel peggiore dei modi. Nella notte tra il 10 e l’11 gennaio 2002, pochi giorni dopo la sconfitta casalinga per 3-1 contro il Perugia con la Fiorentina penultima in classifica, il Mancio viene minacciato da un gruppo di tifosi viola sotto l’abitazione in via Borgo Ognissanti. “Al mio rientro a Firenze nella notte sono stato aggredito verbalmente sotto casa da cinque tifosi che, nonostante lo scambio di idee, hanno minacciato di inasprire la gravità delle aggressioni. Il timore di creare turbative a mia moglie ed ai miei tre figli mi ha spinto a credere che il mio lavoro a Firenze non possa proseguire”. I tifosi, inoltre, vengono denunciati per violenza privata.
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