Tante novità e un Diavolo all’attacco per il sogno di tornare campioni d’Italia dopo il trionfo del 21-22
Per cucirsi la seconda stella sul petto, Stefano Pioli ha preso ago e filo e ha cominciato a lavorare al vestito del Milan. Dal mercato è arrivata stoffa pregiata, selezionata insieme ai dirigenti, e dare forma alle bozze che teneva nel cassetto è diventato più facile: in due mesi è nato un Diavolo tutto nuovo ma già convincente. Più dinamico, più fisico, più fantasioso, soprattutto vincente come lo era stato quello che due anni fa iniziava la scalata verso lo scudetto più inaspettato della sua storia. Quel Milan sussurrava la parola “scudetto” nel segreto dello spogliatoio, questo non si nasconde e lo urla al mondo: “L’obiettivo è la seconda stella, siamo più forti”, dicono Leao e Giroud. Pulisic, Reijnders e gli altri nuovi arrivati ripetono di voler vincere subito. Se due giornate sono poche per pesare la forza dei nuovi diavoli, bastano e avanzano per misurarne le ambizioni: il piano di volo di Pioli convince tutto l’equipaggio.
Movimento al centro
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Primo passo, cambiare per ripetersi. Perché, dopo quattro anni di 4-2-3-1, il Milan rischiava di appiattirsi su sé stesso: sempre più prevedibile per gli avversari, sempre più legato agli assoli dei singoli e troppo spesso scoperto quando a ripartire erano gli altri. Con il passaggio al 4-3-3 Pioli ha rivitalizzato prima di tutto il gioco, esaltando le caratteristiche dei nuovi centrocampisti che Furlani e Moncada gli hanno messo a disposizione. A oggi, aspettando Bennacer, Krunic è l’unico superstite della mediana scudetto, ma il cuore del Milan 2023-24 batte ugualmente forte: gli innesti di Reijnders e Loftus-Cheek hanno dato slancio al reparto, aggiungendo fisicità e movimento. Le variazioni sul tema dei terzini, poi, con Calabria e Theo sempre più mezze ali aggiunte, hanno aggiunto creatività alla manovra: la loro posizione spiazza gli avversari e libera corridoi per le incursioni di Reijnders e Loftus, un assist ciascuno. L’incubo dei tifosi a inizio mercato si è trasformato in una risorsa: il nuovo Milan ha perso Tonali ma lì in mezzo si è ritrovato ricco di soluzioni. Pesi massimi Per mettere in pratica i suoi progetti di tridente, Pioli invocava da tempo un’ala destra: ora ne ha due, Pulisic e Chukwueze, che possono ruotare a seconda di impegni, condizione, tipologia di avversario. Il nigeriano è uno scattista, ma l’americano è partito forte, troppo forte anche per lui: oggi è difficile immaginare un Milan che attacca senza Pulisic. È il primo grande successo dell’ex Chelsea, 2 gol nelle prime 2 gare come solo i big alla Shevchenko o Bierhoff. L’intesa con Leao e Giroud è già più che discreta, e da qui al derby del 16 settembre, primo faccia a faccia da seconda stella, potrà solo crescere: sul ring contro l’Inter Pioli salirà con un Pu-Gi-Le assetato di vittoria, sorretto dai chili di un centrocampo più muscolare e dalle magie e la leadership di Maignan, erede di Ibra (Pioli dixit). I ko nei derby dell’anno scorso, tra Supercoppa, A e semifinale di Champions, avevano depresso l’ambiente: stavolta la sfida si annuncia equilibrata.
Miglioramenti
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Questo Milan è più forte di quello dello scudetto? Troppo presto per dirlo, anche perché la corsa coinvolgerà le altre potenze della A, a partire dal Napoli campione. Per cominciare, intanto, questo Milan è più efficace di quello che lo scudetto lo esibiva sulla maglia: inquadra in media lo specchio molto di più dell’anno scorso, è più preciso nei passaggi e porta più attacchi diretti. La direzione è quella giusta, a patto che la difesa torni solida come nel 2022.