Venerdì alla Mostra del cinema di Venezia sarà celebrato il grande artista, milanista doc, morto 10 anni fa. Non è più il suo calcio, però la squadra di Pioli sembra adatta per lui. Come Dimarco…
Enzo Jannacci non è qui da dieci anni e insomma, sembrano trenta. Non per lui, che resta attuale come chi racconta la vita, ma perché questo mondo pare un altro. Guardate il suo Milan. Jannacci si innamorò del calcio quando era bambino perché, diceva lui, non c’erano molti altri divertimenti. Si appassionò al Milan per Rivera, che nei pomeriggi freddi di Milano respirava classe. Oggi i bambini hanno lo smartphone, che è come avere tutto il mondo in tasca, e a calcio giocano pochino, di sicuro non per i lunghi pomeriggi di nebbia a Milano, non fosse altro perché la nebbia, a Milano, nemmeno c’è più. Non vanno più di moda nemmeno i tipi alla Rivera: se non corri e non sei fisico, se non “fai le due fasi”, un posticino per te oggi non c’è. Eppure questo Milan pioliano a Jannacci piacerebbe. L’uomo era originale quindi… chissà, ma il Milan è divertente, non fa “zero a zero ‘sto Milan qui”, e ha qualcosa di artistico, è un’improvvisazione sul tema venuta bene come certe canzoni di Jannacci o come certe battute al Derby (non la partita, il locale più famoso di Milano).