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Milan, lo strano caso di Calabria: leader con Pioli, escluso dalla Nazionale

Nonostante la titolarità nei rossoneri e la fascia al braccio, Davide non riesce a trovare spazio in maglia azzurra

C’è pochissima Italia nel Milan di oggi, e non c’è Milan nell’Italia di Spalletti. Davide Calabria, capitano rossonero, è l’unico titolare dell’undici di Pioli che potrebbe vestirsi d’azzurro: maglia che ha invece lasciato nello spogliatoio ormai più di un anno fa, dopo i 90 minuti di Nations League contro la Germania del giugno scorso. Anche oggi che lo spogliatoio sarebbe il suo: la Nazionale il 10 e l’11 settembre frequenterà Milanello in preparazione alla partita di San Siro con l’Ucraina, Donnarumma e Tonali faranno base al centro sportivo rossonero. Calabria in quei giorni riposerà per lasciare spazio agli azzurri: lui si allena con Sportiello, Mirante, Caldara, Kalulu, Pellegrino, Loftus-Cheek, Adli, Pobega e Romero, gli unici altri milanisti senza nazionale. Mentre il c.t. Mancini gli preferiva anche Florenzi, suo vice nel club, Spalletti punta forte sul fedele Di Lorenzo, riferimento del Napoli campione. Escluso in azzurro, Calabria è stata la sorpresa tattica dell’Olimpico: il Milan che ha battuto la Roma, potendo preparare il derby a punteggio pieno, aveva due play di centrocampo, Krunic e appunto Calabria, e un difensore di destra che ha presidiato con cura la zona, sempre Calabria. “Abbiamo un nuovo modo di giocare, non è facile vedere un terzino che lavora in questo modo” ha detto Davide di se stesso nell’intervallo dell’ultima partita. Neppure il doppio ruolo lo ha riportato in Nazionale: l’azzurro resta uno degli obiettivi personali della stagione. Nel frattempo ha scelto di distrarsi dagli impegni sportivi: su Instagram ha postato vari scatti di una gita al lago con gli amici.

cuore rossonero

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Nato a Brescia, Davide è milanista dall’età di undici anni. Da “esordiente” a capitano della prima squadra: è alla decima stagione in cui compare nella rosa dei grandi. Ha trascorso oltre metà della vita da giocatore rossonero: ventisei anni compiuti a dicembre, quindici festeggiati con la maglia del Milan. “Sono rossonero da una vita e mi auguro di poter finire qui la mia carriera. Assurdo crederci sazi dopo uno scudetto, vogliamo vincere ancora proprio perché ora sappiamo ciò che si prova. Sogno di essere il capitano che alza un trofeo”, dato che la Coppa del maggio 2022 fu sollevata da Romagnoli. Intanto, senza fatiche nazionali, potrà preparare meglio il prossimo derby: l’Inter è la seconda squadra più affrontata in carriera, 16 volte, la prima la sera del 3 settembre 2015. Oggi è capitano anche oltre la fascia: “I nuovi si sono inseriti alla grande, il nostro è un gruppo facile in cui entrare, siamo tutti giovani e abbiamo voglia di fare. Si sono applicati tutti e hanno capito immediatamente le direttive dell’allenatore e il nostro modo di giocare”. Anche i nuovi potranno aiutarlo a riconquistare l’azzurro. Che oggi sembra così vicino, ma in realtà è lontanissimo.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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