Un sorpasso azzardato, l’incidente stradale a Babski, in Polonia, l’auto che prende fuoco, un monumento della Juventus che se ne va. Ma perché sulla vettura c’erano quattro contenitori pieni di combustibile?
Per raccontare di questa tragedia, forse bisogna partire da quattro taniche di benzina. Dalla Polonia di fine anni 80, dalle file davanti ai distributori, dalle due ore di attesa ad ogni rifornimento. Era la Polonia del blocco sovietico, un Paese in profonda crisi economica, il Muro di Berlino sarebbe caduto – rivelando un mondo nuovo – di lì a due mesi. Rifornirsi di carburante a quei tempi risultava assai complicato, chi poteva viaggiava sempre con le taniche di benzina di scorta, stipate nel bagagliaio. Quelle quattro taniche di benzina furono letali. Innescarono il rogo dell’auto su cui viaggiava Gaetano Scirea. L’auto – una Fiat 125 P, dove P stava per Polski, di produzione polacca – azzardò un sorpasso, superò due Tir che procedevano in fila indiana e si schiantò contro un furgone “Zuk” che proveniva dalla direzione opposta. “Zuk” in polacco significa “Scarafaggio”. Gli agricoltori polacchi a quel tempo lo usavano per trasportare il raccolto dei campi. La Fiat 125P stava percorrendo un tratto di strada in leggera salita, i sorpassi erano vietati. Per l’autista del Gornik viaggiare con le taniche di benzina era una prassi. Fermarsi al distributore avrebbe comportato una perdita di tempo. Aveva comprato le taniche di benzina al mercato nero, la sera prima. Si faceva così, nessuno aveva niente da ridire.