Il centrocampista francese arrivò in bianconero dal Psg insieme all’attuale tecnico della Lazio. E allora pareva tutto un altro giocatore
Il ritorno di Maurizio Sarri all’Allianz Stadium riporta indietro di qualche anno. In particolare a quel mercato estivo del 2019, quando la Juventus aveva deciso di affidare al tecnico toscano le trame del suo cambiamento. Dopo Aaron Ramsey, Fabio Paratici piazzò il secondo parametro zero nella sera del 29 giugno: la storia bianconera di Adrien Rabiot comincia proprio da quel blitz parigino dell’ex uomo mercato juventino, abile a bruciare sullo sprint il Barcellona e qualche altro club. Quattro anni dopo, il centrocampista ha rinnovato per un altro anno (e potrebbe anche prolungare ulteriormente nei prossimi mesi) consolidando la sua posizione nel gruppo: in assenza di Alex Sandro è il vice di capitan Danilo, ma è soprattutto il riferimento principale di Max Allegri, che lo ha cambiato sensibilmente fino ad accompagnarlo l’anno scorso lungo la sua migliore stagione in carriera. Tra il prima e il dopo c’è un processo di crescita lento e articolato, messi a confronto i due punti estremi del percorso sembra vedere due giocatori completamente diversi tra loro. E invece si tratta solo del passaggio alla piena maturità calcistica.