Il difensore francese è l’idolo del suo paese d’origine. Da piccolo si allenava con i ventenni e in Russia, con una rete pazzesca, ha contribuito a eliminare l’Argentina negli ottavi di finale del Mondiale poi vinto
Quando si entra a Jeumont, diecimila abitanti nella regione dell’Alta Francia, sopra al cartello che indica le sette lettere del comune che confina con il Belgio, ce n’è un altro: “Ville de Benjamin Pavard”. Jeumont è la città – ville – del difensore dell’Inter e i suoi concittadini ne vanno fieri sin da quando si è affacciato nel calcio professionistico: è il personaggio di cui la gente si vanta quando le viene chiesto loro da dove arriva. Il bisogno di mettere nome e cognome nero su bianco (anzi, bianco su bleu…) scaturisce però nel 2018 quando in Russia, con una rete pazzesca, lui contribuisce a eliminare l’Argentina negli ottavi di finale del Mondiale poi vinto. Prima della Kazan Arena, in Tatarstan, la lunghissima carriera di Benjamin comincia però proprio a Jeumont. Dove tutti sono talmente orgogliosi di lui da dedicargli appunto un cartello celebrativo.