Una guerra che dura da quasi due anni, scoppiata in seguito all’invasione russa in Ucraina, e una partita di Champions League. A unire mondi così apparentemente distanti è la storia di Dmytro Riznyk, portiere dello Shakhtar Donetsk e della nazionale ucraina. Riznyk è sceso in campo contro il Porto a soli otto giorni dalla morte del fratello Serhii, ucciso a 34 anni dalle ferite causate da una mina mentre era impegnato sul fronte, soldato della resistenza ucraina all’invasione. A spiegare la scelta del portiere, e in generale della squadra, è il direttore sportivo dello Shakhtar Srna: “Noi scendiamo in campo per regalare 90 minuti di emozioni positive al popolo ucraino. Ma non è facile giocare in queste situazioni”.
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