L’unico acquisto dell’estate bianconera era partito a tutto gas ma adesso il connazionale Weston gli ha soffiato il posto da titolare
Che succede a Timothy Weah? Il figlio di George è stato l’unico acquisto a titolo definitivo della Juventus in estate ed era partito alla grande nelle amichevoli precampionato (bene contro il Milan, gol al Real Madrid e buona prova con l’Atalanta). L’americano pareva destinato a prendersi in fretta la fascia destra della Signora, ma con l’inizio della Serie A, ecco la frenata che non ti aspetti da uno abituato sprintare. Prima la sostituzione all’intervallo con l’Udinese, dovuta a una botta, poi la prestazione così così contro il Bologna, infine le quattro panchine consecutive con Empoli, Lazio, Sassuolo e Lecce. Semplice calo di forma o c’è dell’altro?
Pazienza
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Weah ha soli 23 anni e non ha mai fatto il quinto di centrocampo prima di conoscere Massimiliano Allegri. Nelle giovanili del Psg e poi nelle prime stagioni da pro, tra cui quella in prestito al Celtic in Scozia, Timothy cercava piuttosto di emulare le gesta del padre. Attaccante puro, tuttalpiù esterno offensivo o seconda punta all’occorrenza. Pian piano si è evoluto in ala, vuoi per sfruttare di più la sua corsa, vuoi perché di gol ne ha sempre segnati pochini per pretendere la “9” sulle spalle. A destra nel tridente gioca ancora oggi negli Stati Uniti, con Weston McKennie, l’uomo che Max sta impiegando al posto suo nella Juve, alle sue spalle da interno di centrocampo. Curioso, nessuno dei due in nazionale fa il laterale a tutta fascia. L’intuizione di arretrare ulteriormente il figlio di George è arrivata, invece, da Paulo Fonseca. L’ex allenatore della Roma, lo scorso anno al Lilla con Weah, cominciò infatti a impiegarlo stabilmente da terzino, ma nella linea a quattro. Timothy si è applicato bene e la Juve in estate l’ha portato in Serie A, con l’idea di plasmarlo pure per la mediana a cinque di Massimiliano Allegri. L’impatto iniziale è stato, come detto, più che positivo, ma alla Continassa sapevano che sarebbe servito tempo per trovare una certa stabilità. L’ha spiegato lo stesso Max, anche di recente, quando a Empoli ha messo l’americano in panchina per la prima volta: «Il campionato italiano è molto tattico, ti stanca mentalmente». Come a dire, caro Tim devi fare uno step in più per assimilare il nuovo ruolo e abituarti a un calcio meno atletico e più cerebrale come quello della Serie A, poi arriverà il tuo tempo. Basta avere pazienza.