Arrivò a Torino per sostituire Michel: il suo impatto finì travolto da una stagione sciagurata, poi con l’arrivo di Zoff uscì dal radar. Senza scrollarsi di dosso l’eredità più pesante
Ad un certo punto ci fu persino chi cominciò a chiamarlo con l’accento francese, Magrèn. E vabbè. Marino Magrin – veneto di Borso del Grappa – dignitosissimo centrocampista che legò il proprio nome alle sorti dell’Atalanta negli anni 80, ebbe la (s)ventura di capitare alla Juventus nell’anno sbagliato, zavorrato da una responsabilità che le sue strette spalle non poterono sopportare, per finire quindi incagliato in un equivoco che ne avrebbe per sempre segnato il ricordo, perché anche oggi – a trenta e passa anni di distanza – Magrin rimane come l’uomo che (non) voleva essere Platini.