Contro il Real Madrid lo spallettiano “uomini forti destini forti” pare finito in soffitta. Per Garcia “basta che ci sta ‘a salute”
Il Napoli non ha perso la faccia contro il Real Madrid, ma ha perso la sua sfrontatezza, arrestando il suo processo di crescita come squadra. Il motto spallettiano “uomini forti, destini forti” l’altra sera è finito in soffitta definitivamente con la maniacalità dei dettagli. E Rudi Garcia – che aveva la possibilità di liberarsi dell’eredità di Luciano Spalletti – è apparso come il Grande Frenatore di Stefano Benni, riportando il Napoli indietro a diversi anni fa, quando perdere di misura con una grande andava anche bene. In un percorso di abbassamento degli obiettivi oltre che del gioco: dove ieri si accontentava del pareggio col Genoa, oggi si accontenta della sconfitta col Real Madrid, molto sottotono e con una difesa dimenticabile, anche se aveva un Jude Bellingham in versione Zinédine Zidane, e un Federico Valverde sicuramente vagocampista ma altrettanto sicuramente vincitore della lotteria per un pallone solo da mettere in porta con Meret o senza Meret. E in uno stadio caldissimo come il cratere di un vulcano, che sembrava essere tornato quello che impressionò romanzieri come Juan Villoro e Roberto Fontanarrosa e filosofi del pallone come Jorge Valdano, il Napoli ha fatto un passo in avanti e due indietro. Proprio nelle serate di Champions dove aveva mostrato i progressi dell’era De Laurentiis, la squadra si è autoridimensionata.