Stasera a San Siro Beckham, Henry e Noel Gallagher: il club rossonero sviluppa il suo marchio tra calcio, moda e lifestyle per diventare un punto di riferimento per gli Under 30
L’Europa stasera si ferma e guarda Milano. Atletico Madrid-Celtic, Borussia-Newcastle, City-Young Boys: la prima delle alternative, con tutto il rispetto, arriva quinta. Milan-Psg è una grande partita in campo e fuori. Il Psg è un esempio da anni: sfruttando i soldi di Doha e l’immenso fascino di Parigi, ha attirato star, firmato una collazione con Dior, creato una maglia con The Weeknd e trovato un accordo con uno sponsor tecnico unico: Air Jordan. Commistione a livello top tra calcio, moda e lifestyle. Il Milan in era RedBird viaggia nella stessa direzione, punta sulla sua grande storia e, più di tutti i club italiani, guarda al mondo dello spettacolo. A San Siro ci saranno Noel Gallagher, frontman degli Oasis che per una volta non guarderà il City, David Beckham e Thierry Henry. Star globali con e senza pallone. Assieme a loro, Ghali, Rkomi, Ernia, Veronica Ferraro e Davide Simonetta, Yusuf Panseri. Linea chiarissima: diventare un club di riferimento per gli Under 30. Il Milan dalla stagione 2021-22 a oggi, durante le partite di Champions, ha aumentato le presenze allo stadio di Under 20 (dal 2 al 5%), Under 30 (dal 41 al 45%), donne (dal 10 al 13%) e stranieri (dal 18 al 23%). Il pubblico di riferimento cambia e la visibilità aumenta.
BRAND GIOVANE
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Il Milan secondo YouGov è il primo marchio calcistico italiano nel mondo, il secondo più noto in Cina, l’ottavo negli Stati Uniti. E il valore del brand, secondo Brand Finance, nell’ultimo anno è cresciuto del 33%, per un valore stimato in 358 milioni. C’è un filo rossonero che parte dai giubbotti Off White e collega Gallagher, Beckham, LeBron James, Dwayne “The Rock” Johnson, i cappellini New Era. Il Milan vuole essere un brand globale e diventare un riferimento forte per la Generazione Z. Solo così i ricavi cresceranno con costanza, solo così si può pensare di bussare a casa City e portare a Milano, un giorno lontano, non solo Noel Gallagher, anche Phil Foden.