«Io non sono un esperto e quindi sono abituato a valutare di più il talento, l’aspetto estetico, il colpo ad effetto. Invece è molto chiaro che per lui le basi su cui fondare una squadra, un gruppo dipendono soprattutto dall’attitudina a collaborare dei singoli».
Prima parlava della chiarezza dei ruoli. Come avete strutturato il nuovo e, ormai definitivo, organigramma?
«La parte tecnica dell’area maschile fa capo al direttore sportivo che è Cristiano Giuntoli, con lui collabora direttamente Giuseppe Pompilio che è il “chief of staff ” e poi abbiamo Stefano Stefanelli che è responsabile dello scouting. Per quanto riguarda la fi liera delle giovanili c’è Claudio Chiellini che è il direttore sportivo della NextGen, allenata da Montero. Massimiliano Scaglia è, invece, il responsabile dell’Under 20 che ora è allenata da Magnanello. Gianluca Pessotto è diventato coordinatore tecnico del settore giovanile e Michele Sbravati è, invece, responsabile del settore giovanile. Per quanto riguarda l’area femminile abbiamo il direttore Stefano Braghin, un nuovo allenatore che è Massimiliano Canzi e Carola Coppo responsabile settore giovanile women. Per certi versi, non è molto diversa dalla struttura precedente e, diciamo, da una struttura classica».
Un tifoso le chiede come viene presa una decisione all’interno della Juventus, diciamo una decisione di mercato, cosa gli risponde?
«In genere, per quanto riguarda l’individuazione di giocatori in ingresso, tutto parte da delle valutazioni tecniche, esigenze specifiche e individuazione di determinati profili. Poi, grazie allo scouting, si vanno a individuare una serie di elementi. Questi vengono condivisi principalmente tra il direttore sportivo e l’allenatore. A quel punto viene fuori una sorta di short list e, anche in base al budget che ci diamo, si sceglie il tipo di contratto che vogliamo dare. Visto il mix che abbiamo in mente, fatto di giovani talenti, giocatori più consolidati e top player, per noi è molto importante inquadrare i profili più funzionali allo sviluppo sia dei costi che dei loro potenziali progressi. Questi sono gli elementi principali, che vengono valutati nelle scelte. Poi una volta individuato il giocatore, Cristiano può imbastire la trattativa e da lì ci sono colloqui quotidiani tra me e lui».
E, peraltro, come ho potuto vedere dagli ultimi comunicati, tutto viene rigorosamente tracciato per dare un riscontro preciso ai revisori.
«Tutto tracciato, certificato, trasparente, ed è un approccio che noi riteniamo importante, anche a tutela della società, quindi addirittura abbiamo un meccanismo per la certificazione del valore del giocatore. Per esempio, come abbiamo fatto per le valutazioni nell’operazione dell’acquisto con scambio di Douglas Luiz. Quindi tutto è molto più complicato, ma anche molto trasparente. Giuntoli, devo dire, ha una straordinaria capacità di modellare le trattative sulle basi delle esigenze aziendali. Sicuramente avrebbe vita più facile potendo andare a briglie sciolte, ma si è adeguato perfettamente».
Abbiamo parlato delle sue impressioni di Motta, ci racconti com’è Giuntoli dopo un anno di collaborazione fra voi due?
«Oltre ad essere bravissimo come talent scout, ha anche una capacità di imbastire trattative difficili e complesse che mettono insieme le nostre esigenze, le richieste altrui, le volontà dei giocatori, l’intervento dei procuratori. E sa agire in un modo formale e trasparente, che per certi versi, può essere una difficoltà in più in un mondo come quello del calciomercato».
La Juventus lo fa, le altre possono permettersi di non farlo, se non vogliono.
«Ma noi siamo quotati. La quotazione per noi comporta degli obblighi, tuttavia questa attitudine si potrebbe tenere al di là della quotazione…».