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Lazio, Castellanos è trasformato: è diventato l’erede di Immobile

Taty full time, impegno totale e a tempo indeterminato. Le convinzioni hanno cancellato le pressioni, ora non fanno più paura neanche i calci di rigore falliti. Decisivo pure nei pomeriggi storti, cos’è un errore dal dischetto rispetto a un desiderio che si concretizza? Nulla intacca più la mente o frena le aspirazioni personali. Castellanos tutto per la Lazio, stavolta anche durante la sosta, a differenza di quanto successo nella pausa di settembre. Convocato dal Senegal il compagno di reparto Dia, Scaloni al contrario non l’ha inserito nella lista dell’Albiceleste. L’argentino è rimasto con Baroni, si gestirà a Formello in vista della ripartenza del campionato, sognando altre pagine di protagonismo meritato. La partita con l’Empoli, al netto dello sbaglio dagli undici metri, rappresenta la fotografia del nuovo Taty. Il carattere non gli è mai mancato, adesso però convive con la serenità di non avere opportunità contate, con la paura di convertire quelle sprecate in esclusioni per le gare successive. 

La Lazio si gode Castellanos

Il rammarico si è trasformato in voglia di incidere, in prima persona o mettendosi a disposizione degli altri. Ne ha beneficiato Pedro con l’assist per il 2-1 nel finale: il Taty ha protetto palla, era spalle alla porta, si è girato e ha servito lo spagnolo nel corridoio. Tiro sotto la traversa e via ai festeggiamenti, permettendo alla squadra di arrivare allo stop per le nazionali con l’entusiasmo al massimo. Lo sguardo determinato di Castellanos è lo spirito di rivalsa di una Lazio partita tra lo scetticismo generale e che viaggia senza freni o paure, che non si pone limiti nonostante le aspettative iniziali, decisamente più basse. Ci si prende gusto a sorprendere, a forza di farlo si spostano i paletti dei traguardi raggiungibili, così l’impronosticabile si avvicina al possibile. 

I desideri di Castellanos

La Lazio può volare con Castellanos, è il vice-Immobile diventato erede una stagione dopo. Scacciate le tensioni, ora c’è spazio solo per le ambizioni. I numeri parlano chiaro, sono il frutto di una fiducia completamente diversa rispetto ai primi dodici mesi in Italia. Finora 5 gol nelle 8 partite disputate tra campionato ed Europa League, gli manca soltanto una rete per pareggiare il totale della passata annata, chiusa a quota 6. La soddisfazione ha preso il sopravvento sul nervosismo e sulla frustrazione. Il Taty s’è sbloccato in campo europeo, due fulmini contro il Nizza sotto al diluvio universale dell’Olimpico. In Serie A raggiungerà presto il bottino 2023-2024 (4 gol di cui 3 realizzati al Frosinone), punta a riuscirci già alla ripresa.  

Castellanos, ora la Juve

Davanti c’è il big match con la Juventus, terza in classifica insieme alla Lazio e colpita due volte ad aprile in Coppa Italia. Sembrava una serata magica, la semifinale di ritorno, rovinata solo dalla deviazione di Milik che spostò la qualificazione in favore di Allegri. L’attaccante biancoceleste si era scatenato tra il primo e il secondo tempo: colpo di testa per sbloccare e avviare la rimonta rispetto al risultato dell’andata (2-0 per la Juve), poi il destro incrociato scattando sul filo di fuorigioco, provando a prolungare la sfida ai tempi supplementari. Sei mesi dopo è tutto un altro Taty: più costante, più cattivo, più cinico. Più libero di sognare ed esprimere il proprio talento.



Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a

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