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Un Bologna bello fuori

Bello fuori. Il Bologna nella stagione della trasformazione ha acquisito un primo carattere. Il gioco ultraverticale di Vincenzo Italiano, rispetto a quello virtuosamente meccanico e modulare di Thiago Motta, è nettamente più performante in trasferta. Lo dicono i numeri e le partite percepite. 
Il Bologna in campionato ha conquistato 8 dei 12 punti fuori casa, l’unica brutta esperienza avuta a Napoli si è verificata alla seconda giornata, quando tutto era ancora in divenire. Non solo, le difficoltà in attacco, finora il vero problema di questa stagione, debbono essere declinate in modo del tutto differente se si analizzano le sfide al Dall’Ara della squadra rossoblù rispetto a quelle fuori. Lontani da Bologna, nelle ultime 4 gare, i ragazzi di Italiano hanno segnato una media di due gol a incontro. Non è un dato da sottovalutare. Semmai c’è da dire che i rischi che si assume il Bologna in difesa finora non avevano compensato i risultati offensivi. Stavolta, a Cagliari, è andata decisamente meglio (anche grazie a Skorupski). E così è finita in favore dei rossoblù emiliani la sfida fra due squadre che puntavano ad agganciare le posizioni dove più intenso si fa il profumo d’Europa.  

Non è un caso che il Bologna di questa stagione (a quota 12) resti sotto di appena due punti rispetto a quello della passata stagione, ma è possibile anche un cambio di passo. Alla prossima gara, se Orsolini e compagni battessero il Lecce, potrebbero eguagliare Motta che, alla corrispondente decima gara, pareggiò contro il Sassuolo, raggiungendo i 15 punti. Il dato statistico diventerebbe a questo punto interessante perché verrebbe superato un quarto del percorso stagionale, peraltro già cadenzato da ben tre partite di Champions League giocate dal Bologna di oggi. 
Insomma, c’è tutto il tempo di fare sempre meglio per poter spegnere i timori che finora hanno accompagnato la nuova squadra tratteggiata da Fenucci, Sartori e Di Vaio. 
La vittoria di ieri coincide con il bis della coppia Orsolini-Odgaard che aveva già segnato a Marassi, nell’ultima gara disputata in Italia dai rossoblù prima dell’alluvione che ha sconvolto la città. In quell’occasione, come noto, finì 2-2 con una serie di errori tecnici e mentali da parte degli uomini di Italiano. Stavolta non è andata così. Ma deve essere fatta una riflessione su questi attaccanti e in particolar modo su Orsolini. Va in letargo al contrario. Lui si sveglia, come tutti i calciatori fisicamente dotati, in autunno. E la crisi che ha accompagnato la parte iniziale della sua stagione è in realtà fisiologica, almeno per quanto riguarda i gol segnati. 
Orsolini (che aveva comunque trasformato un rigore alla prima) nei suoi anni a Bologna ha sempre ingranato tardi. Prendendo solo in considerazione gli ultimi tre campionati, Orsolini ha cominciato a segnare dalla 17ª, dalla 12ª e dalla 7ª, con le tre reti dell’anno scorso all’Empoli. Odgaard che ha aggiustato, come a Genova, la sua posizione in campo, ha ripreso il cammino che lo aveva portato, poi, a primavera, alla riconferma. Insomma, in attesa dell’esplosione delle prime punte (Dallinga più di Castro che il suo lo fa sempre), un nuovo meccanismo ha preso a funzionare. Il Cagliari invece segna una battuta d’arresto. Seconda sconfitta consecutiva e la poco allegra prospettiva di doversi misurare in casa della Lazio al prossimo turno. Le gare che si giocheranno oggi (e domani, come Genoa-Fiorentina) diranno se la squadra di Nicola, abbandonata momentaneamente l’idea del possibile balzo in avanti, non debba rimettersi testa bassa e pensare di mangiare punti su punti sulle rivali per la lotta per non retrocedere. 


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a

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