Le promesse a Vanoli
Passi avanti (in accelerazione…) che non vediamo, che non risultano, che non si scorgono. Certo, i sondaggi ripetuti a destra e a manca: quelli, per carità, non mancano mai. E Vagnati è un maestro del settore, come tutti i dt obbligati ad arare cento piste per comprendere dove potrebbe andare a parare al dunque tra proposte a prezzi di saldo, attaccanti ai margini in altre squadre e scarti veri e propri in attesa di rilancio. D’altra parte, la differenza la fa il budget, prima di tutto. La situazione non è affatto confortante, va detto. E lo storico, il pregresso, la memoria degli innumerevoli mercati di gennaio condotti da Cairo (ogni volta con il proprio ds di riferimento, a turno) sono tutti lì a dimostrare la scarsa progettualità e un decisionismo quantomeno rallentato, tranne eccezioni che hanno semplicemente confermato la regola. Siamo curiosi di vedere se quel «prima possibile» detto a Vanoli si trasformerà anche stavolta in un lunghissimo giro in tondo, capace soltanto di portare qualche rinforzo minimalista sul finire del mercato: meglio se in prestito con diritto, ovviamente. Il tutto, poi, si mescola quest’anno con la nebulosa della possibile cessione della società («Non voglio vendere, ma se si presentasse qualcuno più ricco e bravo di me», eccetera eccetera: Cairo).
Cessione club, una vicenda lunga
Come volevasi dimostrare, quella di un’eventuale vendita del club sarà una vicenda lunga, se effettivamente si snoderà nei prossimi mesi. Di certo il fatto che l’attuale proprietario del Torino abbia a lungo congelato la posizione di Vagnati (sempre in scadenza a giugno, in assenza di annunci ufficiali) e non abbia manifestato alcun impulso nella questione dei rinnovi di contratto dei giocatori (a parte Ricci, pietra preziosa di cui si occupa in prima fila Cairo stesso), testimonia il modus operandi. Che ha registrato uno scarto in corso d’opera soltanto adesso, in questi ultimi 10 giorni: ma perché gennaio si avvicina a passi da gigante e un benedetto attaccante a Vanoli dovranno darlo, prima o poi. Più poi che prima, comunque: vogliamo scommetterci?
Beto e Simeone, la situazione
Ci piacerebbe sbagliare, data la stima che riserviamo nei confronti del lavoro di Vanoli e conoscendo l’amore dei tifosi per il Toro, inteso prima di tutto come essenza. Ma poi si torna sempre lì. Passi in avanti concreti per un bomber in azione in A, o comunque che abbia già giocato in Italia, nonché dalle caratteristiche simili a quelle di Zapata, ovvero quanto è stato deciso nel summit milanese? Tendenti allo zero, al momento. Beto (ex Udinese) per adesso è un obiettivo lontano e sempre oltremodo complicato, oltreché costoso. L’Everton lo valuta una ventina di milioni e per ora non vuole darlo in prestito, anche se l’attaccante sta giocando pochissimo (180 minuti in Premier, con 9 comparsate e un gol); un anno e mezzo fa, l’Everton spese oltre 25 milioni per acquistarlo. Molto interessata al giocatore è poi anche la Roma: stessa proprietà del club inglese, i Friedkin. In più il centravanti 26enne guadagna oltre 3,5 milioni di euro netti (più di 4, con i bonus). E Simeone, perennemente in panchina a Napoli? Tanti saluti, finora: De Laurentiis chiede 15 milioni senza se e senza ma, e per questo Torino anche convincere il giocatore appare un Everest.
Arnautovic, nessuna offerta concreta
E poi c’è Arnautovic, profilo che garberebbe eccome a Vanoli, in questo magma di parole e ritardi. Ma Vagnati non è stato ancora in grado di presentare un’offerta concreta. L’Inter lo cederebbe anche gratis (l’austriaco è in scadenza a giugno): nelle gerarchie di Inzaghi è scivolato al quinto e ultimo posto, nel reparto (poco più di un’ora giocata in tutto il campionato, 144 minuti con una rete in Champions). Arnautovic, nazionale austriaco, vicecapitano, ad aprile compirà 35 anni, è ancora animato dalla voglia di vivere un bel canto del cigno a fine carriera, però a Milano si trova in ogni caso in una situazione più che “morbida” (fa comunque parte di una rosa in corsa sia per lo scudetto sia per la Champions, i rapporti interni sono buoni e Inzaghi, al di là dell’impiego ridotto, lo considera un punto di riferimento importante per gli equilibri dello spogliatoio, visto il carisma e l’esperienza).
L’idea Vagnati per Arnautovic
L’austriaco ha un ingaggio annuale da 3,5 milioni netti più premi (la stessa cifra lorda, nei prossimi 6 mesi). In più, facendo comunque parte della rosa, potrà rimpinguare il conto in banca con i bonus legati ai piazzamenti della squadra in Italia e in Europa. E per andarsene a gennaio dovrebbe trovare un club disposto a comprarlo (come da normativa per i giocatori in scadenza: prestiti vietati), offrendogli 18 mesi di contratto. Il Torino, tutto compreso, potrebbe arrivare al massimo a offrire 2,7 milioni netti per un anno e mezzo: non certo una cifra sufficientemente interessante per l’austriaco, data anche la possibilità per lui di trovare da svincolato un contratto plurimilionario negli Usa o in Arabia, tra 6 mesi. E così, dopo una serie di sondaggi indiretti, Vagnati ha già tirato il freno: inutile presentare una proposta concreta, oggi come oggi, se si sa già che verrà ritenuta non all’altezza. Oggi è un altro giorno, e ogni giorno può anche portare a una svolta: chissà. Ma dovremo scriverlo pure il 10, il 15, il 20, il 25 gennaio e via proseguendo?