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Pagelle Roma-Lazio: Dybala domina, muro N’Dicka, flop Isaksen

 
Esordio da copertina. Tatticamente è l’uomo chiave della Roma, perché intorpidisce Nuno Tavares. Piazza il cross del primo gol e realizza in prima persona il secondo, in due tempi. In fase difensiva concede il giusto al poderoso avversario, recuperando 12 palloni. La Roma si attrezzi in fretta per tenerlo. 

 
Ranieri lo piazza a destra senza stravolgere l’assetto, nel tentativo di evitare di rintanarsi in area di rigore. Fa ciò che può. 

 
E’ il primo a scaricare adrenalina sul derby, con un tiro che infastidisce Provedel. Il resto è lotta e ripartenza, con carburante illimitato. Giocatore ormai insostituibile: ha l’esplosività che serve a rimediare alle situazioni negative. Per questo gli si può perdonare qualche passaggio sbagliato. 

 
Efficace in regia ma anche come schermo davanti alla difesa. Nel finale è anche un po’ ruvido, tanto da meritare l’ammonizione, ma nei momenti di sofferenza è un supporto per spezzare il ritmo della Lazio protesa verso la rimonta. 

 
L’Epifania della Roma. Al minuto 10, lui che di ruolo fa il 10, si manifesta il campione perduto. E’ un gol davvero trascendentale, il suo terzo nel derby, che riapre una storia arrivata quasi ai titoli di coda. Nessuno l’aspettava più: tranne Ranieri, naturalmente. Provedel gli nega la doppietta nella ripresa. Esce ammaccato e sfinito, toccandosi la maglia all’altezza del cuore, ricambiando significativamente gli applausi ritrovati dei tifosi. 

 
Entra sotto assedio, aumentando la solidità del centrocampo.  

 
Spinge senza esagerare, per non concedere metri a campo aperto ai velocisti laziali. Apprezzabile nel lavoro difensivo: dalle sue parti la Lazio non sfonda. 

 
Troneggia sulla partita, danzandoci sopra. È imprendibile, nel concepimento dei due gol che orientano il derby, ma anche pugnace, come poche volte si era visto (10 duelli!). E nel primo tempo provoca tre ammonizioni rimediando falli preziosi. Dopo l’intervallo cala ma era impossibile chiedergli di più. 

 
Due chiusure azzeccate su Nuno Tavares, che rispetto a lui è un colosso. Entra bene, senza fronzoli, nel clima difensivo della partita. 

 
Come essere decisivi da centravanti senza mai tirare in porta. Gioca con intelligenza, adattandosi al compito di sponda che era stato preparato in allenamento. Innesca così le prime due reti, addomesticando i lanci di N’Dicka prima e Svilar poi. 

 



Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a


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