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Pesaola racconta di quella volta a Bergamo con Vinyei centravanti

Sbrigatevi perché siete al primo posto, dice il petisso. Ci diamo da fare. Avete la difesa più forte, è un garanzia, dice il petisso. Sei un difensivista, chiedo. Ma ti ricordi quando urlavo a Krol di stare dietro mentre a lui piaceva andare avanti a fare il bello in passerella, dovevamo salvarci, altro che passerelle, e ci salvammo, dice il petisso. Ricordo, dico. E tu che fai lo storico, ma di calcio non capisci niente, ti dice niente Zoff, Ripari, Pogliana, Zurlini, Panzanato, Bianchi, dice il petisso. Che cosa vuoi dire? La migliore difesa azzurra di tutti i tempi, appena 19 gol in trenta partite, dice il petisso. Roba di cinquant’anni fa, dico. 

E allora, dice il petisso. Allora che cosa. Me lo fate questo piacere, dice il petisso. Calmati, stai fumando come un dannato, dico. Sono nervoso, dice il petisso. Ti innervosisce Bergamo, chiedo. Ma che ne sai di Bergamo, esclama il petisso. E raccontamela tu Bergamo, dico. 

Il Napoli aveva un terzino fantastico, Vinyei, un ungherese dal tiro formidabile, dice il petisso, e andò a giocare a Bergamo, Monzeglio schierò Vinyei libero, in svantaggio 1-2, Monzeglio che fa?, manda Vinyei all’attacco per via del suo tiro portentoso, e Vinyei segnò il 2-2 e poi il Napoli vinse 4-2. Erano trucchi di un calcio che non conosceva gli algoritmi e i matematici di oggi, dico. Forse hai ragione, dice il petisso, qualche partita dopo, contro il Novara al Vomero Monzeglio schierò stabilmente Vinyei a centravanti, un terzino centravanti non s’era mai visto. Come finì, dico. Il Novara vinse 1-0, io giocavo ala sinistra nel Novara e feci segnare Piola, dice il petisso. Non c’erano i team manager e i match analyst, dico, oggi un allenatore non basta, ci vuole uno staff di dieci persone

Quando allenavo il Napoli, dice il petisso, io avevo solo Beato che massaggiava i giocatori e Gaetano Masturzo che badava allo spogliatoio e offriva il caffè ai giornalisti. Beato aveva mani di acciaio, Masturzo era un gran signore e il caffè era ottimo, dico. Stavate sempre negli spogliatoi durante la settimana, dice il petisso, dovevo allenare anche voi giornalisti, Ciccio Degni e Romoletto Acampora, tu volevi fare lo stornellatore perché di calcio non capivi niente, eppure quante lezioni notturne ti ho dato al ristorante di piazza Medaglie d’oro. Perdonami, dico. 

E vogliamo parlare ancora di Bergamo, dice il petisso. E parliamone, dico. Al Napoli ho dato il cuore, dice il petisso. Lo so, dico. A Bergamo il mio cuore sanguinò, dice il petisso. Credo di capire. Te la ricordi quell’ultima giornata a Bergamo, stavamo messi male, dovevamo salvarci, dice il petisso. Facesti ricorso a uno dei tuoi trucchi, dico. I giocatori erano a terra, allora gli dissi che avevo un prodotto che poteva aiutarli, dissi che era un energetico boliviano che non risultava all’antidoping, gli dissi che me l’aveva consigliato il mio amico pugile Carlo Duran, lui sul ring fa queste iniezioni, dissi, e non lo batte nessuno, dice il petisso. E allora? Comprai dei flaconi di vitamina B12 e la metto nelle siringhe spacciandole per il prodotto boliviano, dissi ai giocatori vedrete che vi sentirete come leoni e prego il Cielo che il trucco funzioni, racconta il petisso. Non funzionò. Da Costa e Nielsen ci fecero due gol, nell’intervallo Rivellino si lamentò, mister, mi disse, a me la siringa non m’ha fatto effetto, perdemmo e andammo in B, dice il petisso. T’ho visto piangere, dico. 

Allora me lo fate questo favore, insiste petisso. Che ti prende, dico. Quella cosa lì che non volete nominare, dice il petisso. Parli tu che sei arrivato appena secondo, dico. Un secondo posto storico, il Napoli non c’era mai arrivato, me lo lasci questo primato, dice il petisso. E Zoff, e Nardin, e Pogliana, e Stenti, e Panzanato, e Girardo, e Canè, e Juliano, e Orlando, e Altafini, e Barison, con Sivori che giocò poche partite, snocciola il petisso, quelli furono gli eroi. Un’impresa, secondi a nove punti dal Milan campione, dico. Il Milan di Cudicini, Schnellinger, Trapattoni, Hamrin, Sormani, Lodetti e Rivera, ricorda il petisso. Ciao, petisso. Fatemelo il favore, dice il petisso



Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a

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