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Napoli, il botta e risposta giallorosso ma un po’ azzurro con Amadei

Roma o Napoli, chi vince, chiedo. Roma, risponde Amedei, ho giocato più di duecento partite con la Roma e 110 gol, calciatore romanista al Testaccio, tu di dove sei. Pusilleco addiruso. A Napoli giocavo al Vomero, dice. La Roma è lontana dal Napoli, dico. Chi giocheno, chiede Amadei. Una quindicina di stranieri più un paio di romani. Ai miei tempi, dice Amadei, c’erano solo Pantò argentino all’ala sinistra e Krieziu albanese all’ala destra. 

Come fa la Roma a vincere, dico. Difesa come ai miei tempi, dice Amadei, terzini Brunella e Andreoli, mediana di guerrieri, lanci alle ali, cross al centravanti che ero io, oggi chi è? Il signor Artem Dovbyk, ucraino, quasi un metro e novanta. Ce l’ha il tiro al fulmicotone, chiede Amadei, e chi gioca alle ali. Non ci sono ali, oggi ci sono gli esterni, i quinti, i braccetti, le mezze punte. Ma che ti stai inventando, dice Amadei, comunque vince la Roma. 
Neanche un pensierino sul Napoli, dico, dieci anni hai giocato nella Roma, sei nel Napoli. Sono stato campione d’Italia a Roma, risponde Amadei. Nello stesso anno, tu campione d’Italia con la Roma e il Napoli per la prima volta retrocesso in serie B. A quel Napoli la Roma fece cinque gol, dice Amadei. Non avevamo Arnaldo Sentimenti in porta, giocò Blason la riserva, controbatto. Ciccia ar culo, esclama. Che vuol dire? Ciccia ar culo, io segnai tre gol, dice Amadei, nella Roma guadagnavo mille lire al mese. 
Al Napoli eri una serpe in seno, così diceva Monzeglio, e facevi comunella con Vitali, Armando Tre Re altro ex romanista, Posio e Granata contro Monzeglio. Stai attento, Monzeglio era un fascista, dice Amadei. Lo volevate far fuori. 
Ero il centravanti più forte d’Italia, dice Amadei, e quando la Roma mi cedette all’Inter nel 1948, l’Inter pagò 15 milioni, la Roma aveva bisogno di soldi. Un fenomeno, dico, però un assassino. Non fare il burino, dice. Quando lasciasti la Roma e andasti all’Inter e poi venisti a Napoli, dicesti che non avresti mai giocato contro la Roma, non potete pretendere che pugnali mia madre, queste furono le tue parole. Così dissi, ammette Amadei. Ho qui un tabellino del 1954, giocavi nel Napoli, incontrammo la Roma e vincemmo 1-0 con un tuo gol, pugnalasti tua madre. Te sei magnato quarcosa de triste, dice Amadei. 
Smettesti di giocare nel Napoli e inciuciasti per fare l’allenatore della squadra azzurra. Sei un pallonaro, dice Amadei. Da allenatore, facesti fuori il petisso e Vinicio, parlavi male di loro a Lauro. Pesaola era a fine carriera e lo mandammo al Genoa, Vinicio aveva problemi, dice Amadei, gli mancavano i globuli rossi. I tifosi esposero al Vomero uno striscione, “Vendetevi l’anima, non Vinicio”, gli ricordo. Lo vendemmo al Bologna per costruire una squadra da scudetto, dice Amadei, prendemmo Pivatelli, Gratton, Mihalic e Bodi. Il Napoli da scudetto finì in serie B, ho qui l’almanacco della stagione 1960-61. 
Andavo di mattina presto alla villa di Lauro, dice Amadei, lui stava nudo sulla terrazza, era molto peloso, e le monache sbirciavano da una palazzina a fianco, vulisse ’nu tè diceva Lauro. Non hai fatto granché da allenatore del Napoli, dico. Ma chi sei, hai dimenticato il quarto posto, protesta. Bella forza, avevi in porta il gatto magico Bugatti, due masnadieri a terzini, Comaschi ed Elia Greco, una mediana con i fiocchi e all’attacco Vinicio, Pesaola e Beniamino Di Giacomo. Un piazzamento memorabile, dice Amadei. Però altri cinque campionati sotto il decimo posto e, all’ultima stagione, licenziamento a due giornate dalla fine e retrocessione. Sei contro di me, sei amico di Monzeglio e di Pesaola, protesta Amadei. 
Chi è l’allenatore della Roma che sembra Giulio Cesare, chiede. È Claudio Ranieri, romano del Testaccio. Bell’uomo abbronzato, noi avevamo un ungherese l’anno dello scudetto, dice. Noi abbiamo due colossi a centrocampo, un ballerino brasiliano, il miglior play, un centravanti totem e un allenatore che uscirebbe vivo persino dal Colosseo con i leoni. Hai detto pizza e fichi, ma vince la Roma, dice Amadei. Vince il Napoli, dico.  



Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a

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