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Aston Villa show: Rogers è la stella. I segreti del club che sogna la Premier, c’è anche un po’ di… Juve


La sassata da oltre 25 metri con cui Morgan Rogers ha infilato Areola, regalando all’Aston Villa un’inebriante vittoria per 3-2 in casa del West Ham, è l’immagine più efficace del momento della squadra di Birmingham, a cui sta riuscendo tutto bene e con continuità. Del resto i risultati parlano efficacemente: nona vittoria di fila in gare ufficiali, sesta in Premier League, 15 successi nelle ultime 17 partite. Un rendimento eccellente, che non a caso colloca i Villans al terzo posto in classifica, con un discreto margine sul Chelsea quarto e soprattutto con Manchester City e Arsenal distanti rispettivamente uno e tre punti. Unai Emery conosce bene questa sensazione, essendosi già trovato due anni fa, alla vigilia del Natale 2023, alla guida dei “Claret and Blue” a una lunghezza dalla capolista, anche in quel caso l’Arsenal. Sembrava l’inizio di una bella favola, e invece fu l’inizio della fine, perché il 2-3 rimediato a Old Trafford nel Boxing Day minò le certezze della squadra, facendola rientrare nei ranghi fino a mettere a repentaglio la stessa qualificazione in Champions league e chiudendo a 23 punti dal City campione. Rispetto a due anni fa lo status dell’Aston Villa per certi aspetti si è stabilizzato – il sito Transfermarkt lo colloca al nono posto per valore della rosa in Premier League – e sotto altri è invece cresciuto: pensiamo all’Europa, con un’avventura in Champions passata per l’ottavo posto nel “classificone” e un’onorevolissima uscita ai quarti contro il Psg, fino all’attuale primo posto in condivisione con Lione e Midtjylland nella prima fase di Europa League.

I segreti dell’Aston Villa

La squadra insomma c’è eccome e buona parte del merito va ascritta a Unai Emery, che dopo l’esonero all’Arsenal si è concesso un’altra opportunità, in una realtà che fatte le debite proporzioni può ricordare per status ed aspettative i suoi Valencia, Siviglia e Villarreal. La continuità della rosa è un punto cardine della sua filosofia, se è vero che 9/11 della formazione che schierò al debutto in Premier (un 3-1 allo United nel novembre 2022) sono tuttora in rosa e sono cresciuti con lui, portando l’età media a un 27,4 che in Serie A farebbe quasi parlare di “linea verde”, ma che in Inghilterra indica la squadra più vecchia a pari merito con il Fulham. Giocatori come i difensori Konsa o Cash (naturalizzato polacco) o il centrocampista McGinn, passando per il Dibu Martinez in porta, sono memoria storica dello spogliatoio e leadership concreta in campo, che si va a unire all’innesto felice di elementi come Tielemans e Kamara, nel pieno della loro maturità. Cosa ancora più rilevante, l’ascesa dell’Aston Villa arriva nonostante un attacco non proprio esplosivo, con Rogers capocannoniere con appena 5 reti e Ollie Watkins, sistematicamente in doppia cifra nelle cinque precedenti stagioni al Villa Park, ancora fermo a quota 3. C’è ancora del margine di miglioramento in un gruppo che non ha potuto contare su Jadon Sancho (appena 161’ giocati) e su Harvey Elliott, il cui minutaggio è al momento “congelato” per non far scattare un oneroso obbligo di riscatto dal Liverpool.

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