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La carriera di Esnaider

È il gennaio 1999 quando Giraudo, Moggi e Bettega si trovano a dover rimpiazzare Alessandro Del Piero dopo che il ginocchio del numero 10 bianconero ha fatto crack sul campo dell’Udinese. Rimasto con i soli Inzaghi, Fonseca e Nick Amoruso, a gennaio Moggi vola a Barcellona, da dove torna con il 23enne argentino Juan Esnaider. “Sono felice di poter giocare nella squadra più famosa del mondo, voglio vincere la Champions League”, queste le poche parole di presentazione di Esnaider, che a Torino resterà però solamente una meteora dell’ultracentenaria storia bianconera. A portare il giovanissimo Juan in Europa è il Real Madrid, che lo pesca dal Ferro Carril Oeste, storica società polisportiva di Buenos Aires. In prestito al Real Saragozza segna 29 goal in 61 presenze contribuendo in modo determinante ai successi in Coppa del Re e Coppa delle Coppe. Proprio nella finale di Coppa delle Coppe contro l’Arsenal realizza forse uno dei goal più belli della sua carriera, oltre a laurearsi capocannoniere della competizione.

Il Real Madrid a quel punto lo richiama alla base e gli assegna la storica maglia numero 7 che sarà di Raul e successivamente Cristiano Ronaldo, ma è qui che iniziano le difficoltà per Esnaider che non conquista il Benrabeu. Scontri nello spogliatoio di Atletico ed Espanyol lo portano a Torino. Debutta in bianconero subentrando nel secondo tempo a Venezia, senza lasciare traccia. E lo stesso succederà nelle altre 10 uscite, compreso il 7 febbraio 1999 nel famoso Juventus-Parma 2-4 culminato con le dimissioni di Marcello Lippi. L’arrivo di Carlo Ancelotti sulla panchina bianconera non cambia il corso della stagione e neppure quello dell’avventura italiana di Esnaider. L’ultima apparizione in bianconero arriva sotto il diluvio di Perugia, quando Ancelotti vede scivolare via uno Scudetto che sembrava già vinto e lo getta nella mischia a un quarto d’ora dalla fine, senza risultati. Nessun gol in Serie A, gli unici arrivano una rete in Coppa Italia contro il Napoli e una in Coppa UEFA contro il modesto Omonia Nicosia su calcio di punizione. 

“La mia esperienza alla Juventus è stata straordinaria, pur non avendo giocato come volevo mi sono divertito moltissimo. Ho giocato con grandi campioni e ho appreso tanto dalla grande organizzazione del club. Sono passati decenni e mi sento ancora soddisfatto, posso affermare tranquillamente di aver fatto parte di uno straordinario gruppo umano. E non è scontato: ho imparato molte lezioni per la mia carriera da allenatore”, dirà dopo l’esperienza in bianconero. Porto, River Plate, Ajaccio, Murcia e Newell’s Old Boys, con soli 13 goal in cinque anni, chiude la carriera da calciatore a 33 anni. Dopo una breve parentesi da opinionista, Esnaider nel 2009 inizia quella in panchina come vice allenatore di Michel al Getafe. Poi torna a Saragozza per guidare la squadra riserva del Real. Dopo la tragedia familiare torna ad allenare in Spagna, tra Getafe e Cordoba, e poi addirittura in Giappone dove nel 2017 assume la guida del JEF United Ichihara Chiba.

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