Il mercato delle pulci è diventato una boutique. Persino i direttori sportivi dei club più facoltosi, i ministri con portafoglio del calcio globale, oggi stanno alla larga da quei luoghi dove un tempo si recavano a caccia di occasioni. Ci sono stati giorni in cui comprare a zero significava, nella peggiore delle ipotesi, fare un tentativo senza avere nulla da perdere. Quel mondo non esiste più: dove prima si risparmiava, ora si sperperano denari. E le richieste di stipendi, commissioni e bonus di uno svincolato diventano improvvisamente fuori portata. Nel 2024 le società di Serie A hanno versato 226 milioni di euro nelle tasche dei procuratori. Nel 2022 questa cifra era di 205, nel 2021 di 174, nel 2020 di 138. Un esempio racconta meglio di tanti altri il paradosso del “free agent” come lo chiamerebbero in America: Mbappé non ha fatto spendere al Real neppure un euro per il suo cartellino, ma a Florentino costa 50 milioni l’anno tra emolumenti e premio alla firma rateizzato.
Serie A, ben 93 calciatori in scadenza
Se il compratore diventa diffidente, anche chi ha in rosa calciatori a scadenza non deve avere più tutta questa fretta di ridiscutere gli accordi. Sono infatti un centinaio i calciatori che dal 1° luglio, allo stato attuale delle cose, uscirebbero dalle rose del massimo campionato italiano per entrare nella dimensione degli svincolati, un macro-cosmo che attira l’atleta e il suo manager con la speranza è di strappare un ingaggio top, ma dal quale uscire diventa poi complicatissimo, come raccontano le storie di Balotelli, Sansone, De Sciglio e Insigne, quattro ex azzurri ancora in cerca di sistemazione. Nella tabella che riportiamo in pagina, si contano 93 calciatori a scadenza. Sarebbero più di cento se a questa lista aggiungessimo quelli legati a opzioni che le società possono esercitare affinché restino, come faranno il Lecce con Banda, Ramadani e Gallo, l’Atalanta con Djimsiti e De Roon o la Fiorentina con Mandragora, quest’ultimo un raro caso di tesserato che annuncia in un’intervista il prolungamento senza che alle sue parole faccia seguito una nota del club.
Serie A, tutte le stelle in scadenza
Nel listone dei possibili svincolati ci sono atleti dal palmares invidiabile come Dybala, Maignan, Pedro, Mkhitaryan, Sommer e Maignan. Persino Dzeko e Modric rischiano: le loro opzioni per l’estensione al 2027 non sono ancora scattate. E che dire di Vlahovic e Pellegrini, nel pieno delle rispettive carriere, o di certezze più in là con l’età come Acerbi, Juan Jesus e Albiol. Liberi tutti senza una firma. L’elenco abbonda poi calciatori con meno titoli ma che farebbero comunque gola a molti, vedi Marusic e Basic della Lazio, Thorsby e Martin del Genoa, Lazaro e Maripan del Torino o Ehizibue e Kamara dell’Udinese. Tutti e 93, da inizio febbraio, potrebbero accordarsi con altri club, diventando padroni del proprio destino con sei mesi d’anticipo. Il numero fa impressione se messo in rapporto ai 572 che oggi abitano la Serie A: quasi un atleta su sei sta giocando senza certezze sul domani. Eppure, lo ribadiamo, la stragrande maggioranza dei rinnovi è in stand by e pochi ds si sono davvero mossi per piazzare dei colpi. Ormai, quello degli svincolati è diventato un mondo nel quale muoversi con cautela come suggeriscono due storie emblematiche: nel 2025 David ha trattato con mezza Europa prima di firmare, a metà luglio, con la Juve, mentre l’anno scorso Rabiot rifiutò il rinnovo da 7 milioni l’anno di Giuntoli dovendosi poi accontentare del Marsiglia a metà settembre. È davvero cambiato il mondo.
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