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Gasperini, confronto con Massara: il tecnico della Roma chiede 4-5 rinforzi


N ella pancia dello Stadium, lontano dai riflettori e dai microfoni, Gian Piero Gasperini si è tolto la maschera. Il suo è stato uno sfogo vero, diretto, senza filtri. Davanti agli spogliatoi, appena terminata la partita, ha ingaggiato un faccia a faccia con Frederic Massara, l’unico in grado in questo momento di ascoltarlo, calmarlo e soprattutto accontentarlo. Cinque mesi di frustrazioni e sconfitte pesanti negli scontri diretti sono esplosi tutti insieme dopo il ko con la Juventus.

Lo sfogo di Gasperini

Gasp non ha girato intorno al problema: questa Roma, così com’è, non ha abbastanza qualità. Soprattutto davanti. Poche alternative, poca incisività, pochi gol. E allora la richiesta è stata netta: servono 4-5 giocatori di livello nel mercato invernale. Veri rinforzi, non scommesse. Gente capace di alzare l’asticella in attacco, ma anche di dare qualità negli altri reparti: in difesa, sulla fascia sinistra, ovunque manchi spessore. Massara ha ascoltato tutto. E non ha avuto bisogno di sentire le interviste o la conferenza del tecnico: Gasperini gli ha anticipato parola per parola ciò che avrebbe poi detto pubblicamente. Critiche, richieste, giocatori deludenti come Ferguson, nuovi arrivati che non hanno ancora capito cosa significhi stare dentro questa Roma, dentro questo momento. Gasp vuole rinforzi. E non è solo una questione tecnica ma anche di rispetto, ha detto a Massara. Per chi tira la carretta ogni settimana senza mai rifiatare, come Mancini, che avrebbe bisogno di fermarsi ma non può. Per una tifoseria che sta dando tutto, che lo sostiene, che lo ha persino commosso. Gasp quel supporto vuole ripagarlo con la Champions. E poi, magari, con qualcosa che può andare anche oltre. «Non firmo per il quarto posto», ha già detto. Sabato sera è rimasto a Torino, con la famiglia, come fa sempre quando si gioca al Nord e il calendario concede un attimo di respiro. Ma la sua testa è già a Trigoria. Martedì si riparte, senza perdere tempo. Il messaggio è stato mandato. Ora Gasperini aspetta i fatti. Soprattutto davanti.

Il caso Ferguson

Perché i diciassette gol in sedici partite gridano pietà. Basta questo dato per raccontare la stagione della Roma più di mille analisi. Nessuna squadra in Europa che lotta per un posto in Champions segna così poco. È un macigno che pesa più delle sconfitte, più delle polemiche. Un attacco che non colpisce contro le piccole e che, contro le grandi, scompare. I numeri sono spietati. Solo 9 gol arrivano dagli attaccanti di ruolo, che diventano 11 contando anche le due reti di Pellegrini, centrocampista adattato. Troppo poco. Quello di Ferguson è un problema che va oltre il campo. Ha a che fare con l’atteggiamento, con la fame, con lo spirito. Da una parte c’è chi fa parte dello zoccolo duro: loro si allenano sempre al massimo e giocano anche mezzi rotti. Dall’altra, chi non dà le stesse garanzie. Ferguson rientra in questo secondo gruppo: dai presunti chili di troppo dopo la prima sosta alla gestione dell’infortunio al piede dove ha dato la priorità alla nazionale invece che al club, sono già diverse le cose che non tornano. Le parole di Gasperini hanno solo certificato la rottura. E il riferimento ai nuovi acquisti è stato chiarissimo: Tsimikas distratto nel riscaldamento, Bailey sempre lontano dalla condizione ideale.

Verso il Genoa

E ora c’è il Genoa. Con un capitolo infortuni che resta delicato. Dovbyk è il caso più emblematico: quasi due settimane in gruppo e ancora fuori, perché fatica a calciare. Gasperini chiede uno sforzo in più. Se starà bene, giocherà. Dybala ha accettato di adattarsi da falso nove, ma sogna di tornare a muoversi alle spalle di un centravanti. Perché Paulo sa inventare calcio come pochi. Ed è esattamente quello che serve a questa Roma per allontanare la crisi offensiva, arrivare al mercato ancora in piedi e trasformare numeri da incubo in qualche gol capace di tenere viva la stagione. 


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Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/calcio-mercato

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