Ci sono partite che vanno oltre il risultato e diventano simboli. Pisa-Juventus, posticipo del sabato di Serie A, è stata una di quelle notti. Perché all’Arena Garibaldi il calcio ha messo in scena la sua memoria. Il cognome Buffon, per la prima volta dopo l’addio alla Vecchia Signora, si è trovato dall’altra parte. Il passato e il futuro si sono incrociati nello stesso istante. Si scrive così un pezzo di storia del calcio.
Buffon, il peso di un cognome importante
Louis Thomas Buffon entra all’84esimo al posto di Calabresi, davanti a mamma Seredova pronta a immortalare il momento, pochi minuti ma carichi di senso. Classe 2007, attaccante del Pisa, porta sulle spalle un’eredità enorme senza farne un fardello. Di fronte c’è la Juventus, la casa che ha consacrato suo padre a leggenda e che per qualche stagione lo ha visto crescere nel settore giovanile. Gigi Buffon, simbolo bianconero per una generazione intera, oggi guarda da lontano. In campo, invece, c’è un figlio che scrive la propria storia, non una copia. Basta l’ingresso, pochi minuti, per lasciare un segno e il contesto si è trasformato in una narrazione forte, nel punto esatto in cui il calcio si fa racconto.
Un frammento di storia che resta
Quel cambio nel finale vale più di una statistica. È il simbolo di un passaggio di testimone che non ha bisogno di proclami. Il cognome Buffon affronta la Juventus e lo fa con naturalezza, senza rumore. Il pubblico lo percepisce, gli occhi seguono quel numero con attenzione speciale. Perché il calcio vive anche di queste connessioni invisibili tra epoche diverse. Pisa-Juve resterà negli archivi, ma anche nella memoria emotiva di chi c’era. Un ragazzo, pochi minuti, una maglia diversa da quella del padre. Quanto basta per scrivere un piccolo, autentico, pezzo di storia del calcio.
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Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

