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    Allegri: “Favoriti per Pioli e Marotta? Normale”

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    Joao Costa e Malaspina ci provano ma tra Roma e Milan (davanti a Mou) finisce senza gol

    Al Tre Fontane partita senza grosse emozioni. In tribuna c’era anche il tecnico giallorosso

    Il Milan di Ignazio Abate, al secondo pareggio stagionale dopo quello con la Fiorentina, non riesce a superare la Roma di mister Guidi. Sotto il cielo grigio della Capitale infatti il match del Tre Fontane finisce 0-0, con pochi sussulti regalati dai protagonisti in campo agli spettatori presenti al campo Agostino Di Bartolomei: tra questi c’era anche José Mourinho, accompagnato sugli spalti dai collaboratori Foti e Nuno Santos. Un risultato che rischia di scontentare sia i padroni di casa che gli ospiti, considerato che i rossoneri adesso rischiano di essere agganciati in vetta alla classifica dall’Inter, mentre la Roma perde l’occasione di portare a casa tre punti che avrebbero potuto raddrizzare definitivamente un avvio di stagione non proprio esaltante (tre vittorie, due pareggi e due sconfitte).

    il match—  Guidi si affida al solito 4-3-3 con D’Alessio, Plaia, Golic e Ienco davanti a Marin, mediana composta da Mannini, Vetkal e Graziani alle spalle del tridente Joao Costa-Misitano-Cherubini. Abate risponde con lo stesso modulo con Raveyre tra i pali, Bakoune, Simic, Nsiala e Magni a comporre la linea difensiva, centrocampo con Victor, Malaspina e Zeroli a supporto di Scotti, Sia e Bonomi in attacco. Durante la prima frazione di gioco si fatica a rintracciare un’occasione degna di nota, coni due portieri mai realmente impensieriti dagli attacchi avversari. In ogni caso a rendersi più pericolosa è la Roma che ci prova per la prima volta al 25’ con un tiro a giro di Cherubini disinnescato da una parata plastica di Raveyre. Il secondo tentativo giallorosso arriva invece al 45’, quando Joao Costa spreca un bell’appoggio di Misitano calciando alto sopra la traversa. La gara prende realmente vita nella ripresa, che si apre con due chance per il Milan nel primo quarto d’ora: prima è Malaspina a provarci con un tiro dalla distanza respinto da Marin, poi è Sia a sfiorare il gol dopo un tiro dall’interno dell’area disinnescato da Golic che – in qualche modo – salva sulla linea di porta. Il centrale giallorosso avrebbe perfino l’occasione di trasformarsi nell’eroe della giornata: al 60’ infatti sfiora la rete sugli sviluppi di un corner, situazione che si ripete dopo dieci minuti sempre su calcio da fermo. Dopo un avvio frizzante però la partita si riassesta su ritmi blandi, che si addicono alla leggera pioggia che – a intermittenza – si abbatte su Trigoria. Un’immagine che si addice al ritmo generale di un match tutt’altro che indimenticabile. LEGGI TUTTO

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    Lancio di fumogeni e petardi: le immagini degli scontri

    Nella zona dello stadio Bentegodi a Verona, in tarda mattinata, scontri fra la Polizia e gli ultrà del Napoli, che hanno usato fumogeni e lanciato alcuni petardi. Il Questore di Verona, Roberto Massucci, ha emesso 36 Daspo e contestuale allontanamento dalla provincia nei confronti di altrettanti tifosi del Napoli LEGGI TUTTO

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    FINALE Torino-Inter 0-3: Thuram, Lautaro e Calhanoglu, Inzaghi torna a correre

    Ecco le formazioni ufficiali—  

    TORINO (3-4-2-1): 32 Milinkovic-Savic; 61 Tameze, 3 Schuurs, 13 Rodriguez; 19 Bellanova, 28 Ricci, 77 Linetty, 20 Lazaro; 16 Vlasic, 23 Seck; 11 Pellegri.A disposizione: 1 Gemello, 71 Popa, 6 Zima, 8 Ilic, 9 Sanabria, 10 Radonjic, 15 Sazonov, 27 Vojvoda, 66 Gineitis, 79 Savva, 84 Antolini, 94 N’Guessan.Allenatore: Ivan Juric.INTER (3-5-2): 1 Sommer; 28 Pavard, 6 De Vrij, 15 Acerbi; 36 Darmian, 23 Barella, 20 Calhanoglu, 22 Mkhitaryan, 32 Dimarco; 9 Thuram, 10 Lautaro. A disposizione: 12 Di Gennaro, 77 Audero, 2 Dumfries, 5 Sensi, 14 Klaassen, 16 Frattesi, 21 Asllani, 30 Carlos Augusto, 31 Bisseck, 42 Agoume, 70 Sanchez, 95 Bastoni.Allenatore: S. Inzaghi.​ LEGGI TUTTO

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    Gudmundsson: “Un po’ Iverson, un po’ Dybala, tutto libero. Vi spiego i miei dribbling”

    L’islandese è una delle rivelazioni di questa Serie A: “Altro che folletto, amavo Batman e l’Uomo Ragno. Per vincere le paure mi sono lanciato col paracadute. Voi italiani avete abitudini strane, per esempio…”

    Dunque, vediamo… ecco qua: “folletto”, figura leggendaria presente nella mitologia nordica. Leggendaria nel senso di immaginaria, quindi frutto della fantasia. Sicuri-sicuri? Perché noi un folletto in carne e ossa ce l’abbiamo qui di fronte, ed è lo stesso che ogni fine settimana in uno stadio di calcio si esibisce davanti agli occhi – attoniti e ammirati – di decine di migliaia di persone. Lo fa da burlone agile e sfuggente qual è quello che popola le storie della terra da cui lui proviene, l’Islanda: scompare da un punto del campo per poi riapparire in quello opposto e colpire. Contorce il suo corpo esile, quelle gambette magre, eppure forti e resistenti, in dribbling strettissimi, col pallone – quel pallone sempre incollato al piede anche quando corre – che fa passare, non si sa bene come, sopra, sotto, forse addirittura “attraverso” gli avversari, che con lui collezionano brutte figure in serie. Un folletto, appunto, che al Genoa dal gennaio di un anno fa, in queste prime otto giornate di Serie A si è rivelato non soltanto imprendibile per la maggior parte dei difensori, ma anche terribilmente efficace: partendo da una posizione ibrida tra seconda punta e trequartista, ha segnato 3 gol e portato a termine 19 dribbling, secondo solo a Soulé del Frosinone (22). Possibile che siano tutti visionari, vittime di un’allucinazione collettiva? Chiediamolo al diretto interessato. LEGGI TUTTO