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    Pedro Mendes fa sognare il Modena

    TORINO – La 2ª giornata di Serie B ha fatto brillare una stella che da tempo aspettava solo di essere scoperta. Quella di Pedro Mendes, 25 anni, in estate il Modena lo ha prelevato dall’Ascoli, dove già stava facendo bene ma dove faticava a trovare la ribalta che potrebbe dargli la Via Emilia. Questo solido attaccante portoghese nato a Guimaraes, dotato di grande personalità, sbarcò ad Ascoli due anni fa, dallo Sporting. Si capiva subito che aveva stoffa da vendere ma all’epoca tra i bianconeri marchigiani in attacco c’erano delle gerarchie da rispettare e così, nel suo primo campionato di B, il suo apporto fu relativo: 30 presenze, 4 gol e 1 assist in 1249’ di gioco. Nella passata stagione Pedro Mendes diventa il punto di riferimento dell’attacco marchigiano. Vero, l’Ascoli retrocede ma la squadra resta in carreggiata sino a marzo, salvo poi finire in zona Serie C e retrocedere direttamente quando lui è fuori per infortunio: per un problema alla coscia, Pedro Mendes salta le ultime dieci giornate di campionato. Ma i numeri della stagione 2023/24 restano comunque lusinghieri: 27 partite, 11 reti e 2 assist in 2208’ giocati. Insomma, senza l’infortunio di fine stagione, con ogni probabilità avrebbe quasi sfiorato le 20 marcature. A questo mercato avrebbe meritato un club di A, probabilmente. Ma è anche vero che, dopo l’infortunio primaverile, poteva essere un azzardo testarlo nella massima serie. Comunque, anche la Samp lo ha cercato, salvo poi virare sulla coppia Coda & Tutino. In questi anni comunque, i veri appassionati di Serie B (che secondo uno studio, probabilmente attendibile, sono quasi 20 milioni), hanno imparato ad apprezzarlo, anche quando, nei primi tempi, festeggiava col “siuuu” alla CR7. Venerdì sera, nel 2-1 del Modena sul Bari, ha giocato una ripresa da incorniciare. Si era andati all’intervallo sull’1-1 ma solo nella ripresa i canarini hanno messo alle corde i pugliesi, anche e soprattutto perché Pedro Mendes è salito in cattedra dando lezioni di calcio. Suo il secondo gol, ovviamente, di testa (la specialità della casa), peraltro favorito da una “dormita” della difesa barese. Ma quando poi c’era di difendere la vittoria, è lì che Pedro Mendes ha dato il meglio di sé, giocando per dare spettacolo, concedendosi persino una deliziosa “rabona” per mandare in estasi i tifosi gialloblù che a quel punto hanno ancor più fatto sentire il loro contributo, mentre gradualmente il Bari – che aveva iniziato la partita bene – si spegneva e non riusciva a produrre neanche un vero forcing finale. E chissà che su questa vittoria il Modena possa costruire una stagione da playoff, quelli che allo stadio Braglia e dintorni s’inseguono sin da quando la famiglia Rivetti – i proprietari del Modena, dinastia d’imprenditori del tessile – ha riportato nel 2022 i gialloblù in B. La squadra ha un suo valore non trascurabile ed è stata rinforzata in ogni reparto con una decina di acquisti che il tecnico Bisoli – espulso nella gara col Bari per proteste – deve dimostrare di saper assemblare al meglio, perché gli elementi per chiudere fra il 3° e l’8° posto ci sono tutti. A iniziare da Pedro Mendes, certo, ma passando anche il portiere Gagno, il mediano Gerli, l’estroso Bozhanaj (a segno nello sfortunato esordio di Bolzano, ko per 2-1 al 90’ dal Sudtirol), per non parlare di certi altri nuovi arrivati, come Caldara (ex azzurro) o Di Pardo (ex Juve), sino al brasiliano Botteghin, che era ad Ascoli con Pedro Mendes. Sino a un anno fa, Botteghin che ha giocato a lungo nel Feyenoord prima di arrivare ad Ascoli, coi marchigiani era una certezza, anche per i gol che segnava (da vedere e rivedere quel che fece a Parma,  nell’1-1 in casa della capolista e dominatrice della scorsa Serie B). Ebbene, in questo Modena, venerdì sera Botteghin è subentrato all’85’ al posto dell’attaccante Gliozzi, dato che dice molto, se non tutto. Modena che era al gran completo, Modena che ha dunque una rosa più che competitiva, con fior di ricambi che anche loro, alla lunga, potrebbero fare la differenza. LEGGI TUTTO

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    Stasera Modena-Bari: guida alla 2ª giornata

    Modena-Bari, ore 20.30Anticipo fra due squadre uscite scornate dall’esordio, il Bari soprattutto (tonfo 1-3 in casa con la Juve Stabia), ma pure il Modena non l’ha vissuta bene (ko per 2-1 a Bolzano maturato al 90’), stasera però sarà al gran completo e si potrà intravedere il suo potenziale. Chi vince, può impostare tutto un altro campionato e scacciare le ombre portate dal debutto. Nel Modena, dovrebbe partire dalla panchina l’ultimo acquisto (il decimo della famiglia Rivetti, in questo mercato), il terzino Di Pardo, ex Juve. Nel Bari, il tecnico Longo neanche più nasconde il disagio che vive e dice che si esprimerà sull’obiettivo stagionale della sua squadra solo a mercato chiuso, quando potrà soppesare il valore reale della rosa, pur sentendosi fiducioso sull’operato del ds Magalini. Dopo il tonfo con la Juve Stabia però, non s’è mossa foglia sul mercato: si aspettano i saldi delle ultime ore di mercato?
    Südtirol-Salernitana, domani ore 19.30Sfida stuzzicante: gli altoatesini di Valente sono partiti col piede giusto mettendo sotto il Modena, così come la Salernitana ha piegato – in rimonta e nel recupero – il Cittadella anzi, in maniera ancor più sorprendente, sempre per 2-1. Chi dovesse restare a punteggio pieno, poi non dovrà soffrire di vertigini, soprattutto i bolzanini, chissà che con Valente riescano a rivivere il formidabile campionato di due stagioni fa, chiuso in semifinale playoff, ad un soffio dalla finale, con Bisoli in panchina. La Salernitana ha appena cambiato presidenza (da Iervolino all’architetto Busso) ed è tutto da decifrare ma potrebbe aver posto le basi per superare gli ultimi allucinanti mesi vissuti in Serie A. E questa è l’incognita più grande che pesa sulla stagione.
    Brescia-Cittadella, domani ore 20.30Per i lombardi, l’occasione per dimostrare che sono una squadra da quartieri alti, se non da promozione diretta, non si batte per caso una delle favorite per la promozione diretta come il Palermo. Il Citta invece, è chiamato a una di quelle partite “da Serie B” che soprattutto loro sanno giocare, con una carica agonistica superiore, per sperare di tornare a casa con qualcosa in pugno. Ma non sarà semplice, serviranno 90 e più minuti di pura intensità.
    Sassuolo-Cesena, domani ore 20.30Attenzione soprattutto ai romagnoli, il Cesena di Mignani in questo momento va che è una musica, questo ha detto la vittoria per 2-1 sulla Carrarese con doppietta dell’italo-albanese Shpendi (unico fra marcatori a quota 2). Il Sassuolo di Grosso invece, rischia di farsi condizionare dalle tante voci di mercato sui propri giocatori, non sarà semplice trovare la testa giusta per affrontare la gara, anche se sulla carta i neroverdi sono superiori al Cavalluccio, ma dovranno dimostrarlo. Dietro l’angolo però, potrebbe esserci l’arrivo di Lapadula dal Cagliari, pronta un’offerta ufficiale e il Sassuolo sarebbe la prima squadra a farla fra le tante che vorrebbero l’italo-peruviano nato a Torino, vissuto a due passi dal Filadelfia.
    Cremonese-Carrarese, domani ore 20.30I lombardi hanno deluso nell’esordio: se si vogliono coltivare ambizioni di A, non si possono lasciare 3 punti al Cosenza. Allo stesso tempo, la Carrarese uscita sconfitta 2-1 da Cesena, potrebbe essere un osso duro, non semplice da masticare, anche se la squadra è ancora in fase di allestimento, presto per giudicarla, anche per lo scotto che si paga alla categoria, da cui gli apuani mancano da 76 anni, Intanto però Finotto, l’attaccante che ha segnato il gol-promozione, ha prolungato ill contratto fino al 2026: un bel segnale
    Spezia-Frosinone, domani ore 20.30Uno dei confronti più interessanti. Entrambe, all’esordio hanno fatto 2-2: lo Spezia però, vinceva 0-2 a Pisa, il Frosinone era stato ribaltato dalla Samp in casa e dopo il pari, quasi la vinceva. Inoltre, in settimana, i ciociari, coi milioni ricavati dalla cessione di Brescianini all’Atalanta, si sono rinforzati e al Picco (dove tre anni fa si giocavano la A con lo Spezia di Italiano), potrebbero avere tutta un’altra pelle: Biraschi è stato ufficializzato, poi sarà il turno di Sorrentino, quindi di Machin, probabilmente.
    Sampdoria-Reggiana, domani ore 20.30A ben vedere, alla SamPirlo della scorsa stagione, per fare un campionato di vertice, alla fine mancarono i punti buttati nell’avvio di stagione. Dunque i blucerchiati, che continuiamo a reputare la squadra più attrezzata per la A, non possono fallire l’appuntamento con questa Reggiana di Viali, reduce dal 2-2 interno col Mantova, dopo essere stati in vantaggio 2-0: squadra comunque con valori, ma se la Samp riesce a scatenare tutto il suo potenziale, non dovrebbe esserci partita..
    Pisa-Palermo, domani ore 20.30Cercasi decollo, non disperatamente, ma quasi. Il Pisa di Inzaghi ha quasi rischiato la figuraccia contro lo Spezia di D’Angelo, sempre in casa, all’Arena Garibaldi che da quest’anno si chiama Cetilar Arena, in omaggio allo sponso principale del clubr. Il Palermo di Dionisi invece, deve archiviare il ko di Brescia, altrimenti sono guai. Ma restiamo dell’opinione che sia stato eccessivo e un po’ fuorviante considerare i rosanero la squadra più attrezzata per la A. Al posto dell’infortunato Alfred Gomis, in porta sta per arrivare Sirigu, tornerà a Palermo dopo 13 anni e onusto di gloria: in porta dovrebbe essere confermato Desplanches – l’unica nota lieta del debutto – ma Sirigu che fra le altre cose ha giocato per 5 anni nel Psg, può essere un formidabile uomo spogliatoio.
    Catanzaro-Juve Stabia, domenica ore 20.30Partita difficile da decifrare. Il Catanzaro di Fabio Caserta, per come era messo e per il poco credito di cui godeva, non è partito male con l’1-1 interno col Sassuolo (risultato però segnato dal rigore fallito da Laurenté nel finale). La Juve Stabia invece, ha colpito tutti per la facilità con cui ha steso al San Nicola il Bari: un fuoco di paglia o siamo di fronte alla possibile sorpresa stagionale? Questo – in parte – ci dirà la sfida, senza dimenticarsi di quanto sia bollente il Ceravolo, potrebbe non essere semplice vincerci ma se si viìola il San Nicola, nulla è proibito per i ragazzi guidati da Guido Pagliuca che giocano con ficcante compattezza, insomma, potrebbero farne tanta di strada.
    Mantova-Cosenza, domenica ore 20.30I lombardi di Possanzini hanno agganciato il 2-2 a Reggio Emilia soltanto nel recupero e su autorete ma hanno fatto una gran partita, anche il pari alla fine stava stretto. Occhio però all’organizzazione tattica del Cosenza di Alvini che nasce da una squadra che sa lottare su ogni pallone e poi colpire. Dunque, pronostico molto aperto, anche se il Mantova con la Reggiana ha impressionato ben oltre il risultato e anche di ciò bisogna tener da conto. LEGGI TUTTO

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    Bari e Longo: o si cambia o sarà dura

    TORINO – Non c’è dubbio: la 1ª giornata ha detto che il Bari è la squadra coi più grossi problemi di tutta la B. Si pensava che con l’avvento di Moreno Longo e una radicale rifondazione della rosa, si potessero porre le basi per dimenticarsi dell’ultima fallimentare stagione, chiusa con una sofferta salvezza ai playout, ai danni della Ternana. E invece no. Il meteo del Bari volge sempre al brutto. Come se fossimo ancora al 13 giugno 2023, a quello storico “San Nicolazo” che face sfuggire, in casa davanti a 60mila spettatori, la A di mano all’ultimo respiro al clan De Laurentiis (che però, in caso di promozione, sarebbero stati obbligati a cedere la società, possedendo già il Napoli nella massima serie).. Da quel giorno però, è iniziata una via crucis per i baresi che dura quasi ininterrottamente da 14 mesi. Tutto questo perché all’esordio di questo campionato, il Bari è stato battuto con irrisoria e irridente facilità dalla Juve Stabia che, beninteso, magari sarà anche la sorpresa di questa stagione. Ma che segnando tre gol (a uno) al Bari di Longo ha dato una mazzata enorme alle ambizioni dei galletti, che pure avevano diritto di coltivare. Questo Bari non sembra in grado di guarire, questa è la verità che fra gli addetti ai lavori si sussurra sottovoce. Del resto, qualche avvisaglia, c’era stata, come quella scaramuccia finita sui media a metà estate, quando Longo si lamentava della lentezza del club sugli acquisti. E adesso, come venirne fuori? Beh, intanto dopodomani si torna di nuovo in campo con l’anticipo della 2ª giornata e la sfida non sarà delle più agevoli: trasferta al Braglia di Modena, in casa di chi ha perso come il Bari al primo turno, ma non malamente, con l’agro in bocca per essere andati sotto, al Druso di Bolzano, solo nel recupero, quando l’1-1 col Sudtirol pareva già scritto e Rover al 90′ rompeva l’equilibrio in favore degli altoatesini. Squadra comunque pù viva, quella emiliana di Bisoli. Dove potrebbe imporsi l’estro dell’albanese Bozhanaj, a segno a Bolzano e finora visto col contagocce a Modena. Nel Bari invece, chi è che in inventa? Se – come sabato scorso – Sibilli non è particolarmente in giornata, sono dolori, la luce si spegne da sola, anche se con la Juve Stabia s’è spenta per tutti, le gambe non c’erano, gli avversari andavano quasi al doppio, fame calcistica che al Bari manca, come se gli fosse tutto dovuto. Dunque bisogna correre in fretta ai ripari. La prima mossa è stata accelerare col rientro in gruppo di Gregorio Morachioli: lo spezzino non sarà un fenomeno ma se innescato nella maniera giusta, può fare la differenza e va recuperato, come ai tempi d’oro in cui in panchina c’era Mignani (che nel frattempo va alla grande col Cesena…). Il sogno però, è riportare il figliol prodigo a casa: quell’Anthony Partipilo che mai è stato profeta in patria, che ha fatto la storia calcistica recente della Ternana e che nella scorsa stagione è andato al Parma a far quasi la comparsa, ma molto ben retribuita. Proprio qui sta il punto. Il Bari si fa forte della volontà del giocatore di ritornare a casa, per indossare magari i panni del salvatore della patria. Però il Parma non fa sconti, potrebbe anche scoprire di averne bisogno in A e comunque, il club dei crociati ci penserà bene prima di venire incontro alle richieste baresi e pagare parte del lauto ingaggio. Alternative? Ci sarebbe quel geniaccio incompreso di Gaston Pereiro, que l’uruguaiano che il Cagliari non vede l’ora di disfarsene. Intanto però venerdì sera al Braglia, fischio d’inizio ore 20.30, non c’è già più tempo per esperimenti ed aspettare che qualcuno trovi la forma giusta giocando comunque, a dispetto dei santi. O si inverte decisamente la rotta, o si sprofonda, questo è il rischio reale. LEGGI TUTTO

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    B al via con Brescia-Palermo: guida alla 1ª giornata

    Brescia-Palermo, ore 20.30Al Rigamonti la gara d’apertura promette bene: confronto fra le Rondinelle di Maran che in Coppa Italia hanno tritato il Venezia, squadra di categoria superiore, e il Palermo di Dionisi che è considerata dagli scommettitori la prima favorita per la A (ma non dovrebbe esserlo la Samp?) e che in Coppa si sono qualificate per il secondo turno andando a vincere a Parma. Pronostico incertio perché la Leonessa potrebbe anche stupire, tuttavia il Palermo by Man City è favorito ma se dovesse partire col piede sbagliato, apriti cielo.
    Bari-Juve Stabia, domani ore 20.30Al San Nicola, il Bari di Longo ha l’occasione d’oro per mettersi alle spalle la disgraziata scorsa stagione. Squadra rifondata totalmente, tutta da scoprire. In Coppa Italia, i pugliesi sono usciti a testa alta, a Cremona e soltanto ai rigori, contro una delle favorite per la promozione diretta: i playoff insomma, sono alla portata ma senza dimenticarsi che la squadra proviene da una salvezza ai playout, il punto di partenza è questo, insomma. La Juve Stabia di Guido Pagliuca parte per mantenere la categoria, cosa che non le era riuscita nell’ultima partecipazione dalla B, quattro anni fa. Stavolta ci si prova cercando maggior copertura ed equilibrio di gioco e da neopromossa capace di stupire nello scorso campionato, nel bollente girone C della Serie C
    Pisa-Spezia, domani ore 20.30Di fatto è un derby, fra le due squadre esiste una rivalità storica, nonostante siano di due regioni diverse. Confronto fra Filippo Inzaghi e Luca D’Angelo due dei più scafati nocchieri della B. Lo Spezia in Coppa Italia è uscito con rimpianti a Salerno: era sopra 3-1, ha subito il 3-3 nel finale ed è uscito ai rigori. Il Pisa ha spazzato via il Frosinone: vuoi vedere che Inzaghi è capace di ripetere la stagione con la Reggina, due annate fa, che poteva finire in gloria, senza i problemi societari che portarono all’esclusione del club dal professionismo? I liguri invece, nonostante provengano da una stagione allucinante chiusa con una salvezza all’ultima giornata, hanno costruito buone basi: e se stupissero?
    Salenitana-Cittadella, domani, ore 20.30
    Campani che attendono si concretizzi il passaggio di proprietà: cin l’uscita di Iervolino e il subentro di nuovi capitali, si capirà dove potranno arrivare. Certo, c’è da mettersi alle spalle una stagione pessima, con la retroocessione ultra anticipata che va archiviata all più presto, soprattutto su questo il tecnico Martusciello dovrà lavorare. Il Cittadella, alla quarta stagione con Gorini, deve pensare solo a mantenere la categoria, in Coppa, il 2-1 maturato in casa del Sassuolo, lascia ben sperare: ci si può salvare.
    Sudtirol-Modena, domani ore 20.30Gli altoatesini di Valente e gli emiliani di Bisoli, magari non avranno grandi ambizioni, magari metteranno nel mirino soltanto una salvezza senza patemi, come massimo obiettivo. Però intanto in Coppa Italia hanno fatto entrambe un fgurone, uscendo solo ai rigori: i bolzanini a Monza, i gialloblù addirittura a Napoli. Insomma, le buone basi non mancano per dare l’assalto ai quartieri alti della B
    Catanzaro-Sassuolo, domenica ore 20.30I giallorossi calabresi rischiano di essere lontani parenti della squadra che nella passata stagione sfiorò la A e chiuse il campionato al 5° posto. L’allenatore Caserta dispone di una squadra che è stata e sarà (probabilmente) impoverita nell’organico, ma non è detto che sia un male, anche se bisognerà trovare un nuovo modo di stare in campo: questo ha detto il 4-1 incassato a Empoli nel 1° turno di Coppa Italia. Il Sassuolo di Grosso, è squadra di categoria superiore ma in Coppa, ha sudato non poco per piegare 2-1 il Cittadella. Due incognite, per quella che resta comunque una delle favorite per la A: le macerie da spalare della scorsa pesante stagione e la voglia che avranno le star della squadra di misurarsi con la categoria.
    Cesena-Carrarese domenica ore 20.30I romagnoli di Mignani saranno una delle mine vaganti del campionato? Beh, l’esordio di Coppa ha detto di sì, vista la chiara vittoria di Verona, dove il cavalluccio ha mostrato tutte le sue potenzialità, figurarsi in casa, davanti al proprio pubblico, sempre fra i più belli e presenti. La Carrarese torna in B dopo 76 anni, guidata da un tecnico sottovalutato come Calabro. In Coppa, dopo aver fatto fuori il Catania abbastanza agevolmente ai preliminari, sono stati eliminati dignitosamente dal Cagliari. Però gli apuani hanno valori che non t’aspetti, lottano a denti stretti, prima di cedere un centimetro devi sputare sangue. Insomma, per il cavalluccio non è detto che sia una passeggiata.
    Cosenza-Cremonese, ore 20.30Il Cosenza di Alvini sulla strada della Cremonese di Stroppa che solo sulla carta ha un impegno agevole. I rossoblù calabresi non devono farsi condizionare dal possibile -2 in classifica, da una squadra che dovrebbe essere inferiore a quella della scorsa stagione: mancherà – non poco – Tutino, hanno un tecnico che dalla lotta agonistica, può dare l’organizzazione di gioco giusta, anche se in Coppa, il Cosenza ha perso come da pronostico dal Toro. La Cremonese, fra le favorite per la A, potrebbe confermarsi come una delle squadre più solide delle categoria: serve però uno scatto in più che Stroppa è chiamato a dare dopo la finale playoff della scorsa stagione, è pur sempre un allenatore da promozioni (ne ha messe due in saccoccia, a Monza e Crotone)
    Frosinone-Sampdoria, domani, ore 20.30Troppo brutto per essere vero il Frosinone visto in Coppa Italia in casa contro il Pisa: essere spazzati via 0-3 da una squadra teoricamente non superiore deve far riflettere e sicuramente Vivarini saprà trovare adeguate contromisure, anche se la rosa è ancora in divenire e la cessione di Brescianini permetterà di completarla al meglio. La SamPirlo deve innanzitutto crederci: quando schieri Coda-Tutino e hai dunque la coppia d’attacco più forte della B, dev’esserci la consapevolezza di essere i più forti. Però senza la spocchia dei più potenti ma con l’umiltà dei veri grandi. Se no, la A resta una chimera. A patto che Pirlo trovi subito la quadra giusta, un anno fa ha faticato assai a trovare l’assetto ideale. Poi, rispetto alla scorsa stagione, chiusa comunque ai playoff, la squadra dovrebbe avere quei ricambi che un anno fa mancavano, e ciò non è poco.
    Reggiana-Mantova, domani ore 20.30Quasi un derby, solo 84 km separano Reggio Emilia e Mantova, per una sfida che si annuncia fra le più incerte del turno. La Reggiana di Viali ha perso di misura al Tempio del Ferraris di Genova, al cospetto di un Genoa che ha rapporti di mercato molto intensi con la Regia. Il Mantova di Possanzini invece, nonostante sia una neopromossa, ha tante carte da giocarsi, più di quante si pensi. Per entrambe l’obiettivo è il mantenimento della categoria. Ma fare qualcosa di più, andare oltre – soprattutto per il Mantova – può essere un’utopia concreta. LEGGI TUTTO

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    Samp: c’è aria iderby

    TORINO – Si sogna, in casa Samp. La stagione sembra nascere sotto i migliori auspici. Al punto che ad inizio autunno potrebbe anche offrire una giornata magica, con il derby in Coppa Italia e si sa come la stracittadina genovese sia la più bella d’Italia perché dura tutto l’anno, per il “menaggio” che c’è fra le due tifoserie, cioé il canzonarsi ogni giorno fra genoani e blucerchiati. Certo, prima però, bisognerà fare una gran partita domenica sera, fischio d’inizio ore 20.45, quando nel primo turno di Coppa Italia, la SamPirlo riceverà il Como, la squadra con la proprietà più ricca d’Italia, guidata dai fratelli indonesiani Hartono. Il club lariano però, lavora per mettere a norma il Sinigaglia e dunque è costretta a giocare la prima gara ufficiale della stagione in trasferta, al Tempio di Marassi, dove lo scorso 27 aprile, in campionato finì 1-1 (vantaggio blucerchiato con Borini al 66’, pari di Cutrone all’86’). Ma bisognerà anche vedere che cosa farà domani lo stesso Genoa che sempre al Ferraris domani alle 20.45 riceverà la Reggiana (squadra quasi “satellite” del Grifone). Ma intanto, il cantiere Sampdoria, promette bene e i blucerchiati sono considerati la squadra da battere assieme a Cremonese, Sassuolo e Palermo. Anche perché l’esposto di Brescia e Pisa che metteva in discussione come stava operando sul mercato la Sampdoria, di fatto finora ha soltanto rallentato l’operato di Pietro Accardi, responsabile dell’area tecnica, giunto alla Samp dopo 8 anni di lavoro per l’Empoli: si gioca molto a livello di carriera personale, i primi risultati delle amichevoli, per quanto vadano presi con le pinze, dicono che i blucerchiati potrebbero andare nella direzione giusta. E lo si è visto sabato scorso, guarda caso nell’amichevole proprio contro l’Empoli, in cui questa nuova Sampdoria, in crescita progressiva, è andata a vincere in maniera indiscutibile, contro un club di A dunque, che per ora non se la passa per niente bene con D’Aversa in panchina, ma pur sempre di categoria superiore. Certo, mai dimenticarsi quanto sa essere menzognero il calcio estivo di prima che si faccia sul serio. Per dire, un anno fa, lo Spezia, appena retrocesso dalla A, furoreggiava, mettendo sotto qualsiasi squadra di categoria superiore. Poi però, il club ligure viveva una stagione allucinante chiusa con una salvezza assai sofferta. Tuttavia, si ha la sensazione che Accardi stia dando a Pirlo una squadra che ha tutte le carte in regola per primeggiare, composta da un giusto mix fra giocatori esperti e giovani promesse in rampa di lancio. Nella scorsa stagione, non c’erano modi e tempi per impostare un lavoro simile: c’era solo da raddrizzare la baracca dopo essere arrivati a un passo dalla ripartenza dai dilettanti e dunque, vista con gli occhi di oggi, tutto sommato quell’8° posto finale va visto in maniera diversa, va rivalutato, senza però mai dimenticare la maniera vergognosa con cui la squadra uscì dai playoff, subito, a Palermo. Inoltre ci sono altri segnali positivi e confortanti. L’Empoli è stato battuto con le reti di Massimo Coda (in prestito dal Genoa, 36 anni a novembre ma reduce da una stagione, a Cremona, molto più positiva di quella che visse in rossoblù nell’anno della promozione in A), ma ancora più importante è stata la rete di Leonardo Benedetti, spezzino 24enne formatosi tra il vivaio aquilotto e quello blucerchiato, nella scorsa stagione fermato da diversi problemi fisici ma che nella stagione precedente, era stata la rivelazione di quel Bari che con il genovese e blucerchiato Mignani in panchina chiuse al 3° posto e sfiorò la A. E attenzione, non s’è ancora visto il vero Gennaro Tutino, il vice capo cannoniere della scorsa stagione di Serie B (20 gol), ad Empoli subentrato solo nel finale perché da pochissimo nei ranghi ma comunque autore dell’assist del 2-0. Sì, con Coda può costituire una grande coppia perché entrambi non solo vedono benissimo la porta ma sanno giocare per l’altro. LEGGI TUTTO

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    Cosenza, batti le avversità!

    TORINO – La cessione di Tutino alla Sampdoria. Il rischio di zavorrare il campionato con una penalizzazione di due punti. Una squadra profondamente rivoluzionata e affidata a Max Alvini, allenatore che arriva dal basso, di sicuro assai competente, ma reduce dai flop di Cremona e La Spezia. Sono ore difficili per il Cosenza e per la sua tifoseria unica. Partiamo dal rischio -2: il Cosenza è stato deferito con l’amministratore Roberta Anania per non aver pagato entro il 1° luglio ritenute Irpef e contributi Inps rispettivamente per i mesi di aprile e maggio, oltre al mancato pagamento (sempre al 1° luglio) dell’Irpef per le rate degli incentivi all’esodo di aprile. Ma siamo così sicuri che il Cosenza sarà penalizzato? Il club calabrese, nel comunicato di risposta al deferimento ha mostrato una certa sicurezza. Ecco il testo integrale: “La Società Cosenza Calcio, in merito alle notizie riguardanti il deferimento al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare per le contestazioni mosse all’indirizzo della Società stessa e alla rappresentante pro tempore all’epoca dei fatti contestati, comunica che, dopo aver immediatamente provveduto al riassetto dei quadri societari, si è tempestivamente attivata per far fronte a quanto segnalato ed è fiduciosa di chiarire la propria posizione nelle sedi opportune”. Dunque, quantomeno, bisognerebbe andarci piano col considerare il Cosenza già a -2. E poi, al di là della dolorosa (ma inevitabile) partenza di Tutino (vice capocannoniere della scorsa B con 20 gol, solo 2 di meno del finlandese Pohjanpalo che però gioca nel Venezia promosso in A, non nel Cosenza che lottava per salvarsi), a guardare la possibile formazione dei silani, viene voglia di essere ottimisti. Perché ci sono diversi calciatori che sono sul punto di sbocciare e fare la differenza in B. Perché se Alvini trova subito la quadra giusta, potrebbe ripetere la favolosa stagione di Perugia, quando gli umbri, nel 2021/22, giunsero ai playoff e avrebbero potuto fare molta più strada se non fossero stati palesemente stoppati da decisioni arbitrali avverse. Ma vediamoli questi nuovi arrivati in rampa di lancio. In difesa, è arrivato il 22enne Christian Dalle Mura, scuola Fiorentina, già 65 presenze in B seppur quasi sempre da comprimario, passando però per Reggina, Cremonese, Pordenone, Spal e Ternana. Tra mediana e trequarti, due ragazzi che vanno davvero tenuti d’occhio: il greco Christos Kourfalidis, 21 anni, passato dalle giovanili del Cagliari, ha giocato per Foggia e Feralpisalò, in B ha raccolto 52 presenze con 4 gol e 5 assist; con lui, un’uomo chiave per Max Alvini, uno dei più decisivi ai tempi del “miracolo Perugia”: dagli umbri è arrivato l’ivoriano Christian Kouan, 24 anni, 107 presenze in B con 15 gol e 3 assist. Ma anche in avanti il Cosenza potrebbe aver pescato un jolly non da poco: il centravanti di gavetta Tommaso Fumagalli, 24 anni, cresciuto nella Giana Erminio di Gorgonzola, da gennaio al Como in B dove, nella sconfinata rosa lariana, non poteva trovare più di tanto spazio (5 apparizioni con 1 assist e 85’ giocati), la porta però la vede abbastanza bene e se con Alvini riesce a fare il salto di qualità chissà, a Cosenza se ne potrebbero ancora vedere delle belle. Senza dimenticarsi che, quasi ogni anno, la squadra di patron Guarascio viene data per sicura retrocessa o quasi. Ma, in un modo o nell’altro, di riffa o di raffa, è ininterrottamente in B dal 2018. LEGGI TUTTO

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    Berardi: se resta al Sassuolo dà lustro alla B

    TORINO – Appare piuttosto concreta la possibilità che Domenico Berardi possa giocare, almeno fino a gennaio, in Serie B. E sarebbe una gran notizia per tutto il movimento della cadetteria. Del resto, la seconda serie italiana fu la categoria dove Berardi, l’ala destra ma di piede sinistro, iniziò a mettersi in bella mostra, era l’anno dell’ascesa in A dei neroverdi emiliani (2012/13): mise a segno 11 reti e 6 assist in 37 partite, non aveva neanche 19 anni, ne ha festeggiati 30 l’altro ieri (buon compleanno). In quella stagione iniziava la consacrazione per quel ragazzo di Calabria, nato a Cariati, passato poi per le Under azzurre, fino all’esordio nell’Italia, era il 1° giugno 2018 (a Nizza, ko per 3-1 con la Francia), mettendo insieme finora 28 presenze e 8 reti. Certo, resta il sogno della Juve (non proprio contraccambiato…), e chissà che a gennaio possa trovare una nuova squadra, dopo aver utilizzato il girone d’andata della Serie B come “rodaggio” per ritrovare la forma dopo quel brutto infortunio capitatogli il 4 marzo scorso, rottura del tendine d’Achille con rientro previsto a metà ottobre. Berardi che però, resta la bandiera del Sassuolo. Gli esordi calcistici calabresi nel Bocchigliero e nel Castello, un duplice passaggio nelle giovanili della Juve, in mezzo un ritorno a casa nel Rossano. Sinché nel Sassuolo ha costruito la sua carriera (351 presenze con 133 gol), facendo la fortuna del club emiliano, pur orbitando sempre verso la Juve, solo nel luglio 2015 i neroverdi se lo sono aggiudicati definitivamente. Nel frattempo, nasceva la fama del Berardi “maudit”. Quello che al Milan segnava a caterve gol belli e storici. Quello che ai grandi club, Inter compresa, diceva sempre no. Quello su cui in azzurro non s’è mai veramente scommesso, un dato su tutti: passano quasi tre anni dalla prima convocazione (nel 2015, con Conte) all’esordio con l’Italia (con Mancini). E adesso, la prospettiva per lui di passarsi la prima parte della stagione in B. Certo, può essere sempre venduto, per transfermarkt vale una decina di milioni e chissà che non possa partire, pure vesro l’estero, già in questa sessione di mercato, di fronte a un’offerta irrinunciabile. Ma la possibilità di restare in B fino a gennaio non è affatto da escludersi, anzi. Poi a inizio 2025, a seconda dello stato di forma (per lo stesso infortunio, ma in forma più grave, Spinazzola ci ha messo due anni per tornare a livelli accettabili), si potrebbero tirare le somme. Per via dell’infortunio, Spalletti non l’ha ancora veramente testato e il vero Berarrdi in azzurro s’è visto solo a sprazzi, talvolta incantevoli. Però magari, un giorno diremo che grazie a mezza stagione in Serie B, Berardi è tornato ad essere quel ragazzo di Calabria che prima si divertiva come un matto ad affondare le corazzate del calcio facendo grande il Sassuolo di Giorgio Squinzi e della Mapei, come mai prima era accaduto, scrivendo le pagine più belle di una grande favola calcistica. Da gennaio invece, potrebbe essere tutta un’altra storia, sempre che Berardi non senta il dovere di riportare il Sassuolo in A e, magari, resti fino a giugno, conscio che, per una squadra retrocessa non è mai semplice ritornare subito in A (nella scorsa stagione le tre provenienti dalla massima serie non sono riuscite a riconquistarla). LEGGI TUTTO

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    Sta nascendo un Modena davvero niente male

    TORINO – Senza particolari clamori, sta nascendo un Modena che, quantomeno, andrà preso in seria considerazione. I canarini sono reduci da una stagione un po’ complicata, con due allenatori (Bianco e Bisoli) e una salvezza abbastanza sofferta, con una squadra, comunque, che alla fine ha raccolto quanto grossomodo valeva: 10° posto finale a 4 punti dalla zona playoff e altrettanti sopra quella playout. Stavolta però, potrebbe far sul serio, il Modena gestito dalla famiglia RivettI, imprenditori della moda che sognano un calcio sostenibile e una squadra più possibilmente tutta italiana. L’ultimo colpo però, parla straniero e potrebbe essere quello che farà la differenza nella prossima stagione. Dall’Ascoli è arrivato il portoghese Pedro Mendes, 24 anni, centravanti di rango, IN due stagioni nelle Marche ha mostrato numeri interessanti, soprattutto una spiccata personalità, ha perso gli ultimi mesi dell’annata appena passata per un infortunio ma dovrebbe essere integro. Col suo arrivo, dovrebbe essere risolto il problema offensivo che aveva il Modena nella passata stagione. Gli emiliani sono alla terza stagione di fila in Serie B. Nella prima, Attilio Tesser aveva portato a casa una salvezza dignitosa, senza mai correre rischi di retrocessione ma inciampando in qualche blackout di troppo che avevano messo in discussione la sua conduzione. Così, s’era deciso, con un po’ troppa sicumera, che era il caso di puntare sul sin troppo sponsorizzato Paolo Bianco, l’allenatore formatosi lavorando sia per Max Allegri che per Roberto De Zerbi. Doveva insomma realizzare, nel suo lancio da allenatore debuttante in B, la sintesi tra due modi opposti di intendere il calcio. Non è andata bene, di sicuro i Rivetti hanno aspettato troppo ad esonerare Bianco ma non può e non deve essere un limite considerare una conduzione societaria fallimentare se chi presiede non è abbastanza mangia-allenatori. Per fortuna che a poche giornate dalla fine, è stato pescato il jolly giusto. Quando la posizione in classifica del Modena si stava facendo sempre più preoccupante e lo spettro della C incombeva, i Rivetti sceglievano per la panchina un esperto nocchiero come Pierpaolo Bisoli che comunque andava verificato perché in autunno aveva subito un bruciante esonero a Bolzano, casa del Sudtirol, dove s’era chiusa la sua irresistibile ascesa che aveva portato gli altoatesini, nella precedente stagione, al debutto assoluto nella categoria, al 6° posto in campionato e alla semifinale playoff, col passaggio in finale mancato per un soffio. Risultati che pongono il Bisoli non più come quell’allenatore dalla fama – comunque immeritata – di catenacciaro ma come qualcuno che, calcisticamente, ha sempre qualcosa da dire. L’allenatore di Porretta Terme, a neanche 100 km da Modena, nelle ultime giornate ha dato la scossa giusta e la squadra ha trovato subito il giusto passo salvezza (ma se alla partita d’esordio Gagno nel finale non para impeccabilmente un rigore all’ascolano Nestorovski, forse il Modena non avrebbe mantenuto la categoria). Ma non c’è solo l’arrivo di Pedro Mendes che per ora fa gongolare la piazza. Il Modena della stagione che va iniziando, potrà schierare, in difesa, una coppia centrale di livello assoluto: Mattia Caldara, ex nazionale azzurro proveniente dal Milan che l’ha sin troppo snobbato, sino all’ultimo colpo, davvero promettente: il brasiliano Eric Botteghin, ex Feyenoord (ben sei stagioni con gli olandesi) e che proprio ad Ascoli, pure coi suoi gol quasi sempre determinanti, in questi anni aveva sempre tenuto a galla i marchigiani, l’unico dubbio su di lui potrebbe essere l’età non più verde, compie 37 anni il 31 agosto. Però il mercato in entrata del Modena potrebbe essere davvero eccezionale anche per nomi di un certo peso che al momento non ti aspetti. Completano la lista dei giocatori già arrivati, il portiere Fabrizio Bagheria, 22 anni, prelevato dalla Pro Sesto in C, che pare avere i mezzi necessari a fare la B; l’attaccante Thomas Alberti, 26 anni, bomber di gavetta, che in C e in D aveva numeri ottimi, in carriera ha già segnato 199 reti; l’attaccante italo-senegalese Ousmane Niang, 22 anni, in Italia dall’età di 7 anni, proveniente dalla Pro Vercelli, scuola Cremonese. Insomma, il Modena potrebbe essersi mosso per tempo. L’arrivo di Bisoli alla fine della scorsa stagione potrebbe aver dato ai canarini un allenatore di fatto ancora “nuovo” ma che ha avuto più tempo degli altri per plasmare il proprio gruppo: ciò potrebbe rivelarsi un vantaggio non da poco. LEGGI TUTTO