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    I grandi ex promuovono il Milan: “Più forte del 2022. Gruppo e talento: è da scudetto”

    Capello, Tassotti, Crespo, Albertosi e Costacurta concordano: questo Diavolo è superiore a quello che ha vinto il tricolore due stagioni fa. E può riconquistarlo

    L. Bianchin, A. Gozzini, M. Fallisi, A. Schianchi
    10 ottobre – MILANO

    Cinque ex, ma il voto in pagella è ben superiore. Il Milan di Stefano Pioli versione 2023-24 è superiore a quello che lo stesso tecnico ha guidato al tricolore nel 2021-22. E può riprendersi lo scudetto. Parola di Fabio Capello, Mauro Tassotti, Hernan Crespo, Enrico Albertosi e Billy Costacurta. LEGGI TUTTO

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    Garcia inadeguato per il Napoli: De Laurentiis deve cambiare subito

    Mancanza di carisma, sostituzioni surreali, distruzione sistematica del bel gioco dei campioni d’Italia: al Napoli ormai serve un altro tecnico

    Le leggerezze calcistiche di Rudi Garcia, i suoi cambi lisergici – con Jack Raspadori che sostituisce Anguissa e va a marcare Arthur –lle scelte tattiche contro la natura dei calciatori del Napoli, sono divenute insostenibili. A ogni partita scoppia una grana e se non scoppia in partita succede dopo. Se fosse un giorno sarebbe il quarto delle “Quattro giornate”, perché se Aurelio De Laurentiis ci sta pensando, la città l’ha già cacciato, come cacciò i tedeschi.  LEGGI TUTTO

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    Nell’ottobre ’73 il primo rosso in A. Un lungo romanzo nato da un semaforo

    Il giallo debuttò con Lodetti e Maraschi. Toccò a Nanni dare il via alle espulsioni

    Cinquant’anni fa l’arbitro Fernando Lazzaroni si frugò nel taschino dei pantaloni con una frenesia che i più – ancora ignari di quello che stava accadendo – ritennero sospetta e trovò finalmente quello che cercava. Raggiunto con passo marziale il colpevole, l’arbitro infatti puntò i piedi come solo gli arbitri di allora sapevano fare, ripescò dal suo repertorio di espressioni una ghigna dispotica e drizzò il braccio, stringendo tra le dita un cartoncino di colore rosso. Fu un gesto plateale, l’innesco di una rivoluzione.  LEGGI TUTTO

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    Lo Special One: “L’anti mourinhismo vende. Roma? Non so se resterò dopo il 2024”

    Mourinho, durante la seconda puntata di ‘Federico Buffa Talks’ su Sky, parla apertamente di un gruppo di “congiurati” radicati nella Capitale: “Persone che si divertono in radio ma va bene…”

    Il rumore dei nemici pare essere un sottofondo costante nella carriera di José Mourinho. E fin qui nessuna novità. Cioè che colpisce invece è come, per la prima volta dal suo arrivo nella Capitale, lo Special One parli apertamente di una fetta di “anti-Mourinho” ben radicata e presente anche nella città che da quasi tre anni è diventata la sua nuova casa. Il tecnico ne è convinto e, durante la seconda puntata di ‘Federico Buffa Talks’ – esclusiva Sky – argomenta così la sua tesi: “Se esiste il ‘Mourinhismo? Sicuramente esiste anche l’anti mourinhismo. Specialmente a Roma, ci sono entrambe le fazioni. Il mourinhismo lo conoscono le persone che sanno cosa ho fatto. L’anti mourinhismo è cavalcato da gente felice per tutto il tempo in cui la Roma non vinceva una coppa, non aveva alcun tipo di successo europeo”. Un gruppo di ‘congiurati’ che Mou sembra aver individuato da tempo: “Si divertono in radio e va bene. L’anti mourinhismo vende, il mourinhismo è un modo di stare nella vita più che nel calco. Lo dico perché trovo gente per strada, in ogni punto del mondo, che si identifica con me e con il mio modo di stare nella vita”. 

    ROMANISTA ACQUISITO—  Ma a Roma, José non ha trovato soltanto nemici. Anzi, tutt’altro. Nei due anni e mezzo a Trigoria infatti il tecnico ha raccolto continui attestati di stima e fiducia incondizionata da parte di centinaia di tifosi: “Mi piace il romanismo. Mi piace il romanista puro, mi piace il romanista della strada, che va la mattina a Trigoria solo per avere una foto. Mi piace la gente che segue la squadra ovunque. Quando arrivi in due finali europee e prendi la città con te, quando tu piangi di gioia con loro, tu diventi ancora più uno di loro. È ciò che sento adesso, è stato naturale. Quando sono in panchina e guardo alla mia destra all’Olimpico mi emoziono ancora (verso la Curva Sud, ndr). Quando guardo dietro di me invece non mi piace tanto (il riferimento è alla tribuna Monte Mario, ndr), ma quando guardo alla mia destra mi fa venire i brividi, è gente che rimane con me, anche quando un giorno andrò via”. E chissà se quando deciderà di cambiare panchina lo Special One saluterà tutti a bordo della Vespa donatagli dai Friedkin dopo il suo ritorno in Italia: “È sempre lì a Trigoria, me l’ha regalata la proprietà quando sono arrivato. Entrando? a Trigoria, purtroppo, non ci sono tante coppe e lì c’è la Vespa. Ora la lascio lì, quando un giorno andrò via la porterà con me”. Quando? Non è dato saperlo. Mourinho sull’argomento non si sbilancia. L’unica certezza è che il contratto che attualmente lo lega alla Roma scadrà il prossimo 30 giugno: “Non so se potrò rimanere di più. Prima della finale di Budapest ho promesso ai calciatori che sarei rimasto. Dopo lo Spezia, all’Olimpico, con i gesti ho detto ai tifosi che sarei rimasto qua e adesso sono qua”. LEGGI TUTTO

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    Gol di Pulisic, Cassano esplode: “Var in malafede”

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