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    Fuori Adli, dentro Pobega. E il Milan si allena col “muro giallo” del Dortmund

    Pioli ha fatto allenare la squadra con i cori dei tifosi del Borussia in sottofondo per abituarla al clima del Signal Iduna Park, uno degli stadi più caldi d’Europa

    Dal nostro inviato Francesco Pietrella
    3 ottobre

    – milanello (va)

    È Milanello, ma per qualche minuto sembra il muro giallo. Almeno da fuori. Dopo aver chiuso i primi 15 minuti aperti ai media, il Milan ha iniziato ad allenarsi con i cori del Borussia Dortmund in sottofondo. Il tutto per abituare la squadra a ciò che troverà domani al Signal Iduna Park, da sempre manifesto di tifoseria calda e appassionata. Un’idea suggestiva, anche utile, per far capire ai giocatori come sarà l’ambiente domani sera. In uno degli stadi più famosi d’Europa per quanto riguarda il tifo. I cori e il rullo di tamburi si sentono da fuori, mentre la Primavera di Abate si sta allenando. I giocatori corrono, le voci di rimbombano. Così Pioli ha scelto di far allenare i suoi ragazzi. 

    chi gioca—  La formazione sembra decisa: fuori Adli, dentro Pobega mezzala e Reijnders in regia. Il resto degli undici è intuibile: Maignan in porta, Calabria, Tomori, Thiaw e Theo in difesa. Musah mezzala destra, Pobega a sinistra e l’olandese da play. In avanti Leao, Giroud e Pulisic. LEGGI TUTTO

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    Inter, in Champions tornano i titolari: Dumfries e Pavard in vantaggio su Darmian

    L’italiano, che ha riposato a Salerno, sarebbe nuovamente indirizzato alla panchina: spazio al francese nei tre dietro e all’olandese nella corsia esterna destra

    Questa mattina, nell’ultimo allenamento alla Pinetina, Simone Inzaghi ha fatto altri esperimenti sulla formazione iniziale che sfiderà il Benfica, ma ci sono già alcune certezze sull’Inter che andrà alla ricerca della prima vittoria stagionale in Champions dopo il pareggio sul campo della Real Sociedad: giocheranno i titolarissimi. Ovvero Barella, Lautaro, Dimarco, Mkhitaryan, che a Salerno sabato sera sono partiti dalla panchina. Darmian, che all’Arechi non era tra i titolari e che ieri era un candidato forte a partire dal 1′, sembra invece destinato ancora alla panchina. Almeno alla luce delle indicazioni della sgambatura di stamani, scelte che sono sempre passibili di nuove variazioni ma che intanto un’ulteriore indicazione l’hanno data. Le prove tattiche di ieri avevano fatto pensare che Darmian avrebbe giocato al posto di Pavard, nei tre dietro (con Acerbi e Bastoni) e Dumfries nel “suo” ruolo, largo a destra. Questa era la prima soluzione che è stata provata. Esisteva però anche una seconda opzione, anche questa testata nella seduta di ieri: Darmian sulla corsia destra, con Pavard nei tre dietro e l’olandese in panchina. Stamani invece è stato Pavard a giocare nel terzetto arretrato con Acerbi e Bastoni più Dumfries esterno. Inzaghi scioglierà il dubbio nella riunione tecnica pomeridiana, ma la coppia Pavard-Dumfries adesso è in vantaggio. A meno di nuovi ribaltoni… Il resto dell’undici iniziale, invece, pare fatto: insieme a Sommer, gli altri due difensori saranno, come detto, Acerbi e Bastoni, in mezzo spazio per Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco, mentre in avanti Lautaro e Thuram. LEGGI TUTTO

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    Aquilani e Nesta, com’è dura la B

    TORINO – Innanzitutto, magari bisognerebbe smetterla con la storia dei “predestinati” della panchina. Come minimo, non porta bene, a ripensare cosa si diceva anche un anno fa quando Daniele De Rossi esordiva alla guida della Spal, rimediando poi un flop notevole. O pensando a cosa sta vivendo Pirlo alla Samp e alle facili ironie che ora si fanno sul suo soprannome, il Maestro. Eppure, ogni volta che un ex calciatore di grido inizia a fare l’allenatore, questa pesante etichetta viene regolarmente utilizzata, a scatola chiusa e probabilmente a sproposito. Non ci si inventa geni della panchina in poche partite, il mestiere lo si impara col tempo. E proprio questo va detto sulle ultime (dis)avventure di Alberto Aquilani a Pisa (debuttante su una panchina professionistica) e di Alessandro Nesta alla Reggiana, tornato in panchina dopo oltre due anni, entrambi alle prese con un inizio di stagione complicato, anche se al momento nessuno dei due rischia il posto, entrambi continuano a godere della fiducia dei propri club. Aquilani è stata una scelta assai meditata del Pisa, selezionato in estate dopo aver analizzato parecchie candidature. In nerazzurro sbarcava dopo il buon lavoro fatto per quattro anni nelle giovanili della Fiorentina. Ma, ovviamente, il professionismo è un’altra cosa. Il suo bilancio al Pisa finora dice: 7 partite, due vittorie (a Marassi sulla Samp e a Piacenza sulla Feralpisalò), due pareggi (in casa della Reggiana e all’Arena Garibaldi col Bari) e già tre sconfitte, in casa col Parma, a Modena e quella più bruciante, sabato scorso davanti al proprio pubblico nel recupero contro il Cosenza. Due dati preoccupano particolarmente: in ben quattro occasioni il Pisa è rimasto in dieci e molto spesso la squadra subisce gol fatali nel finale, dal’85’ in poi, anche perché spesso la squadra è in apnea per l’inferiorità numerica, non ce la fa più e capitola nelle ultime battute di gara. Tuttavia, nonostante i soli 8 punti e nessuna vittoria in casa, resiste la fiducia in Aquilani perché nella squadra s’intravede l’embrione di un progetto. Chiuso per esaurimento il ciclo di Luca D’Angelo, il Pisa ha scelto Aquilani perché la squadra doveva cambiare pelle ma soprattutto mentalità, essere più “giochista” e a tratti questo s’è visto. La classifica però, inizia a farsi preoccupante e adesso servirà calma e gesso per non rischiare di farsi risucchiare nella zona calda della classifica. In questo senso, diventa una gara chiave il prossimo impegno, in trasferta con lo Spezia, partita non banale che è considerata quasi un derby, anche se il Picco, lo stadio dei liguri, non è ancora pronto e si dovrà emigrare ancora una volta a Cesena, un bell’assist al Pisa, visti i numeri ridotti di pubblico che si sono visti finora all’Orogel Manuzzi nelle gare dello Spezia. Nesta invece, ha un punto in meno di Aquilani, anche se la sua Reggiana è una neopromossa con ambizioni non paragonabili a quelle del Pisa. I granata sembravano in lenta ma costante crescita, finché sabato, a Terni, hanno preso tre schiaffi da una squadra che non aveva ancora vinto. Preoccupa molto il ko con la Ternana: perché la squadra è stata schiacciata fin dall’inizio e all’11’ era già sotto di due reti. Black out granata, insomma. Finora Nesta aveva vinto una sola partita (con lo Spezia) ma la sua Reggiana, assieme alla Samp, è finora l’unica squadra capace di pareggiare col super Parma, primo e ancora imbattuto. Prima della sosta, la Reggiana ospiterà il Bari e servirà una reazione forte, per archiviare la partitaccia di Terni e non rischiare di avvitarsi. La Regia, tutto sommato, potrebbe avere anche le risorse per fare un campionato tranquillo, mantenendosi sempre al di sopra della zona calda. Ma visti i tanti acquisti last minute e il loro stato di forma non ottimale con cui sono sbarcati a Reggio Emilia, a Nesta va dato tempo. E pensare che qualche anno fa, quando si ragionava sulla successione di Simone Inzaghi alla Lazio, era girato anche il suo nome. LEGGI TUTTO

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    Napoli dopo il terremoto: le immagini dei danni

    Un terremoto di magnitudo 4.0 ha colpito i Campi Flegrei alle ore 22.08 del 2 ottobre. Le immagini mostrano i danni causati ad Agnano, frazione di Napoli. La scossa, infatti, è stata avvertita anche nella città partenopea dove molti cittadini si sono riversati per le strade LEGGI TUTTO