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    Nel Como dei famosi la stella è Gabrielloni: i gol e la storia della società

    A Como, con la proprietà dei ricchissimi fratelli Hartono, sono abituati ai nomi celebri: da Cerri a Cutrone, passando ovviamente per Fabregas. Eppure, a chiedere ai tifosi lariani qual è il giocatore a cui si sentono più legati, 99 volte su 100 si otterrà la stessa risposta: Alessandro Gabrielloni, 29 anni, centravanti giunto a Como nel gennaio del 2018, quando i lariani erano ancora in Serie D.
    Club e giocatore sono cresciuti insieme mentre la torcida lariana s’innamorava di lui. L’amore sboccia definitivamente il 25 Aprile 2021: quel giorno il Como torna in B battendo i rivali diretti dell’Alessandria, stesi da una doppietta di Gabrielloni. In seconda serie però, visti i progetti della società, per lui giocoforza si prospettava un minore impiego, ma solo per una questione di pedigree.
    L’incontro con Fabregas e l’exploit con Roberts
    Però Gabrielloni, nato a Jesi come Roberto Mancini, non ha mai mollato e tante volte ha dimostrato che il pedigree non conta se si dà di tutto e di più per la maglia. E in queste tre stagioni di B del Como ha sempre fatto la sua parte – e anche di più – pur non partendo davanti nelle gerarchie dell’attacco.
    Insomma, ogni annata Gabrielloni non parte mai fra i titolari ma per come si sbatte per il Como, alla fine il suo posto al sole lo trova sempre, caricato da una piazza che stravede per lui e con la quale ha già collezionato 194 presenze e 58 gol, niente male per una prima punta che solo in teoria non sarebbe una prima scelta.
    Ma ha saputo diventarlo, spinto da una piazza che coltiva il culto per lui. Ad esempio, in rete si possono trovare anche le immagini del suo primo gol in maglia lariana, segnato il 25 febbraio 2018, in Serie D al Castellazzo. In questa stagione però, Gabrielloni ha fatto un ulteriore salto di qualità, certificato dal giudizio che espresse Fabregas su di lui, lo scorso autunno.
    Il campione spagnolo confessò di essere in imbarazzo con lui per non riuscire a offrirgli lo spazio che meritava. Anche con l’avvento di Roberts, il giudizio su Gabrielloni resta più che positivo, anzi, col gallese il suo minutaggio è ulteriormente aumentato e ora Gabrielloni è a tutti gli effetti una delle colonne lariane.
    I numeri di Gabrielloni
    Se il Como conduce la volata per il 2° posto davanti a Cremonese e Venezia, è soprattutto perché Gabrielloni ha sempre segnato nelle ultime tre vittorie di fila dei lariani: è andato in gol nel 3-1 al Pisa, nel 2-0 al Sudtirol (con una girata da campione, altro che attaccante formatosi in Serie D), fino all’1-2 di Catanzaro, colpo pesantissimo, dopo il quale, forse, si potrebbe dire che il Como è la favorita per la conquista del 2° posto (ma attenzione, il Parma capolista sembra un po’ in vacanza e ora è solo 5 punti avanti).
    I numeri stagionali di Gabrielloni dicono 31 presenze, 1 assist e 8 gol in 1521’ giocati, cioé va a segno ogni 191’. Insomma, adesso manca solo l’ultimo passo. Il 10 luglio Gabrielloni compirà 30 anni e chissà, magari quel giorno sarà in ritiro col Como in Serie A. Certo, la sua età non è più verdissima. Ma questo centravanti vecchio stampo, uno dei tanti talenti che si annidano nelle serie minori e su cui bisognerebbe scommettere di più, merita di misurarsi con la massima serie.
    Fra l’altro, col Como va in scadenza nel 2025. Ma la piazza lariana chiede che questa bella storia d’amore duri il più a lungo possibile. Perché Gabrielloni è da sei anni l’anima del Como, molto più di certi nomi importanti passati in riva al Lario in queste tre annate di B senza lasciare segni memorabili.  LEGGI TUTTO

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    Samp: Pirlo svezza i giovani del futuro

    TORINO –  Comunque vada a finire la stagione della Sampdoria, il calcio deve essere grato ad Andrea Pirlo per i tanti giovani che con coraggio sta lanciando, non si è abituati, in Italia, alla linea verde. Dunque, c’è la possibilità che gli imberbi ragazzi che formano gran parte della rosa blucerchiata, presto siano i protagonisti del calcio di domani. In porta, il serbo Filip Stankovic, 22 anni, in prestito dall’Inter, aveva iniziato la stagione segnando in negativo almeno tre partite della Samp, costate altrettante sconfitte. Ma Pirlo, anche perché non aveva vere alternative, ha sempre creduto in lui e ora il figlio di Dejan è forse il miglior interprete della B. La difesa blucerchiata poi, è il reparto coi virgulti più interessanti, ragazzi di valore assoluto, in prospettiva. L’ultimo a trovare spazio, è Giovanni Leoni, classe 2006, giunto a gennaio in prestito dal Padova in C, sabato a Palermo ha segnato il suo primo gol da professionista. La Samp lo riscatterà per 1.5 milioni a fine stagione e poi potrebbe venderlo incassando una buona plusvalenza (c’è già la Juve su di lui), è il 17enne più utilizzato d’Europa. Ma attenzione anche a Daniele Ghilardi, 21 anni, 31 presenze e 2 gol in B con la Samp, in prestito dal Verona con obbligo di riscatto a determinate condizioni. Per non parlare dell’italo-uruguaiano Facundo Gonzalez, coetaneo di Ghilardi, in stagione 24 presenze, 2 gol e 1 assist, Campione del Mondo Under 20, in prestito dalla Juve. A inizio annata, Pirlo lo teneva in panchina. Il ragazzo si fece sentire attraverso il suo procuratore e da quando è diventato titolare lo scorso ottobre, nessuno lo ha più messo in discussione, con Leoni e Ghilardi forma uno dei terzetti difensivi più giovani d’Europa e qui sta il coraggio di Pirlo: avrebbe alternative più mature (Murru e Piccini), ma giocano prevalentemente i tre ragazzi. Per la mediana, due nomi da tenere d’occhio. Il regista spagnolo Gerard Yepes, 21 anni, 28 presenze e 3 assist, veste il blucerchiato dai tempi dell’Under 17, chi meglio di Pirlo può insegnargli il mestiere? La crescita che sta mostrando sotto la sua guida, ha dell’impressionante. Ma in mezzo, a gennaio è arrivato anche il gambiano Ebrima Darboe, 22 anni, in prestito dalla Roma, nella prima parte della stagione era al Lask, Serie A austriaca, finora in B, 10 gare, 2 gol (sublime quello di sabato al Palermo, tiro pazzesco dalla distanza) e 1 assist, con la sensazione che possa dare un gran contributo da qui a fine stagione. In avanti, due (o forse tre) nomi da segnarsi: l’attaccante Sebastiano Esposito, 21 anni, in prestito dall’Inter, in alcune gare ha dato l’impressione di essere vicino alla consacrazione attesa da tempo, non fosse per qualche problema fisico di troppo (18 presenze, 5 gol e 5 assist). Discorso analogo, anzi, con ancora più guai muscolari, per lo spagnolo Estanis Pedrola, 20 anni, prodotto doc del vivaio del Barcellona che ha mantenuto la possibilità di riacquisto entro il 2025. Sabato a Palermo è tornato in campo nel finale, era fermo da ottobre, visto solo per 10 apparizioni ma con 3 gol coi quali ha dimostrato di essere, potenzialmente, di un’altra categoria. Ma tanti tifosi blucerchiati guardano con trepidazione alla crescita di Samuel Ntanda, classe 2005, belga di origini congolesi, nel vivaio Samp dall’agosto 2022: mostra grandi mezzi atletici, Pirlo finora lo dosa con contagocce (8 apparizioni, sempre nel finale, per 58’ giocati) ma il ragazzo potrebbe fare davvero strada. Insomma, in tutto sono 8-9 giovani che fanno della Samp una della squadre più verdi che ci siano, non solo in B. E la giovane età, in caso di playoff, potrebbe voler dire avere in campo agli spareggi promozione elementi più freschi degli avversari. LEGGI TUTTO

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    Samp: Pirlo sfida un… blucerchiato

    Brescia-Pisa (ore 14) Rondinelle all’8° posto, l’ultimo buono per disputare i playoff e galvanizzati dalla vittoria di Cosenza a Pasquetta (1-2, doppietta del sempre più interessante Galazzi). Ma è carico anche il Pisa, dopo il rocambolesco 4-3 al Palermo, i toscani sono a -2 dal Brescia e hanno vinto tre delle ultime quattro partite.

    Feralpisalò-Cosenza (ore 14) Drammatico scontro salvezza. I gardesani, nel campo di casa di Piacenza, seppur penultimi, con una vittoria si porterebbero a un punto dai calabresi. Ci credono i ragazzi di Zaffaroni che a Pasquetta si sono imposti a Cremona e hanno sempre vinto nelle ultime tre trasferte. Il Cosenza ha perso le ultime due gare, quelle con William Viali in panchina che ha rilevato Fabio Caserta con l’obiettivo di dare la caccia ai playoff. Ma ora, dietro l’angolo ci sono i playout.

    Spezia-Lecco (ore 14) Occasione d’oro per i liguri che con tre punti potrebbero agguantare per la prima volta la zona salvezza, D’Angelo aveva preso la squadra sul fondo. Il Lecco, nonostante il pari col Cittadella dell’ultimo turno, ormai aspetta solo che il ritorno in C dopo un anno si faccia aritmetico. Al posto di Alfredo Aglietti, sulla panchina bluceleste debutta Andrea Malgrati, ex giocatore del Lecco e lecchese, uomo di fiducia della società, aveva già lavorato in tandem con Bonazzoli ed è stato nello staff di diversi allenatore del Lecco.

    Sudtirol-Parma (ore 14) Gli altoatesini di Valente, dopo il 2-0 incassato a Como a Pasquetta, vedono sfilare via la zona playoff (dista 4 punti) ma l’obiettivo ufficiale del club è la salvezza, dovrebbero mancare pochi punti. Il Parma, dopo lo 0-2 incassato a Pasquetta dal Catanzaro, cerca di riprendere la corsa verso la A diretta, considerato che comunque, la distanza sul 3° posto, resta rassicurante (7 punti sul Como).

    Ternana-Modena (ore 14) Gara chiave per gli umbri, a -2 dalla salvezza, non possono fallirla contro un Modena in grande difficoltà che non vince da 9 partite ma che mantiene 4 punti di margine sulla zona playout. Negli emiliani patron Rivetti ha confermato il tecnico Paolo Bianco. Oggi rischia il posto solo in caso di pesante rovescio.

    Catanzaro-Como (ore 16.15) Il match clou della giornata. I calabresi, galvanizzati dalla vittoria di Parma, cercano di garantirsi almeno il 5° posto. Battere i lariani terzi però, vorrebbe dire portarsi a tre lunghezze da loro e a quel punto potrebbe aprirsi ancora tutto un altro campionato. Como però che ha vinto 4 delle ultime 5 partite e dimostra di avere le carte in regola per essere promosso, anche direttamente.

    Palermo-Sampdoria (ore 16.15) La sfida più prestigiosa. Nel, Palermo, esonerato in settimana Eugenio Corini, tocca a Michele Mignani: genovese, esordisce proprio contro i blucerchiati con cui da giocatore collezionò una presenza nella Samp d’oro dello scudetto 1991 con Vialli e Mancini, all’epoca giocava nella Primavera.  I liguri, in caso di successo si porterebbero a -3 dal Palermo al 6° posto. Piazzamento che garantirebbe la partita in casa al Ferraris nel turno preliminare dei playoff.

    Reggiana-Cittadella (ore 16.15) Gli emiliani di Nesta, con la vittoria pazzesca di Venezia a Pasquetta (da 2-0 a 2-3), hanno dimostrato di poter concorrere per i playoff che distano due punti, peccato solo per l’infortunio all’interessante Girma. Il Cittadella viene da tre pari di fila ma nel girone di ritorno in tutto ha raccolto solo 6 punti. Un passo che potrebbe mettere qualche apprensione. Non fosse che fino a gennaio il Cittadela lottava per la A diretta e ora sui playout conserva comunque 5 punti di margine. LEGGI TUTTO

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    Samp: De Luca, la grande rivincita

    TORINO – E adesso, tanti – anzi troppi -, tifosi blucerchiati, magari dovrebbero chiedere scusa. La sera di Pasquetta, Manuel De Luca è tornato a casa da Marassi col pallone fra le mani, visto che aveva appena steso la Ternana con una tripletta. Sì, proprio lui, forse il giocatore più discusso dall’ambiente blucerchiato quando le cose non giravano, quello che dopo certe partite non positive doveva fare i conti con fischi in campo e insulti assortiti sui social, non solo giudizi pesanti. Non si comprende come un tifoso non capisca che così non si fa il bene della propria squadra. La Samp aveva già dato un segnale preciso tenendolo a gennaio: fra le due prime punte, a partire era stato La Gumina, non lui. Magari, chi ha dovuto levare le tende, pesava pure sul bilancio. Ma dovendo fare anche una scelta tecnica, non c’erano dubbi che De Luca fosse più funzionale al progetto di Pirlo, che richiede una prima punta capace a giocare di sponda coi due giocatori schierati subito dietro di lui, che protegga bene la palla, grazie a un fisico importante, facendo salire la squadra. All’inizio è stata dura: gran parte della tifoseria blucerchiata e della critica lo bocciava senza appello, un po’ troppo impietosamente. Ma lui ha tenuto duro e se ora la Samp è in piena zona playoff e sabato alle 16.15 può andare a Palermo per provare a insidiargli il 6° posto, è perché De Luca, nelle ultime cinque uscite ha quasi sempre fatto la differenza. Riavvolgiamo il nastro a partire dal 23 febbraio: quel giorno la Samp vince a Cosenza, De Luca segna il gol del 1-2 finale, dopo aver fornito a Darboe l’assist per il suo gol; resta a secco nel ko interno con la Cremonese del 2 marzo, poi decide la vittoria di Piacenza sulla Feralpisalò con una doppietta (1-2); l’11 marzo segna il gol della vittoria nel 2-1 sull’Ascoli; poi, nell’ultima gara prima della sosta, a Bari, nel finale fornisce a Kasami l’assist del gol vittoria. Fino al trionfo di ieri sera: apre la contesa trasformando un rigore, nella ripresa, dopo il pari di Gaston Peraeiro e il 2-1 di Stojanovic (grande azione, tutta di prima), evita preoccupazioni alla Samp nel finale, trasformando una vittoria con qualche piccola apprensione in un trionfo: all’85’ segna con un tiro al volo su cross di Stojanovic e all 94’ fa tripletta, di testa, ancora una volta su assist di Stojanovic, il cui ingresso al 75’ ha fatto la differenza, praticamente come De Luca. E ora, per il centravanti originario di Bolzano, 25 anni, passato per le giovanili di Sudtirol, Inter e Torino, la stagione inizia a farsi molto interessante, come quella della Samp. E con numeri promettenti: 9 reti e 4 assist in 27 presenze. Mica male, se si pensa che a inizio stagione era troppo spesso il capro espiatorio dei rovesci blucerchiati. Le parole di Pirlo nel dopogara, sintetizzano tutto: “De Luca? S’è preso la copertina ma lo ha fatto anche altre volte quando non faceva gol ma sfornava sempre prestazioni positive. Si è sempre impegnato, è rimasto sempre concentrato, non si è fatto influenzare dalle critiche. Poi, i gol arrivano di conseguenza”. Per intendersi, ora De Luca è un centravanti da 111 partite in Serie B con 28 gol e 9 assist, non merita più di essere trattato come l’ultimo arrivato. LEGGI TUTTO

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    Da Iachini a Pirlo, tutta la B in campo

    Modena-Bari (ore 12.30) Gli emiliani di Bianco, allenatore debuttante in B, non vincono da 8 partite e hanno perso la zona playoff (ora distante 2 punti, +5 sui playout). Anche i pugliesi se la passano male: Iachini ha fatto 7 punti nelle sue 7 uscite, il margine sui playout è di sole 2 lunghezze. Emergenza in attacco: Nasti squalificato, Kallon infortunato, Diaw in ripresa (ma non pronto per l’inizio), Aramu rientrato in lista dopo la rescissione con Menez (ma finora fra i più deludenti) Restano Puscas, di rientro dagli impegni con la Romania e il 2005 Akpa-Chukwu, bomber della Primavera, che aveva debuttato con gol a inizio stagione con Mignani. Ma attenzione anche alla carta Morachioli. Appena 168 tifosi pugliesi al seguito: dopo le proteste, sta prevalendo l’indifferenza?
    Como-Sudtirol (ore 15) Lariani a -2 dal Venezia secondo (cioè dalla promozione diretta), reduci da tre vittorie nelle ultime quattro uscite. Altoatesini carichi per il 3-0 inflitto alla Cremonese prima della sosta, ora sono a -1 dai playoff ma ufficialmente puntano solo a salvarsi (però la permanenza nella categoria è quasi in tasca).
    Cosenza-Brescia (ore 15) Nei calabresi, seconda uscita in panchina per Viali (che ha rilevato Caserta), all’esordio, ko a Terni. Il cambio in panchina era stato fatto per provare ad agguantare i playoff ma ora i playout sono a 2 punti. Sull’utilizzo del totem Tutino, al rientro dopo l’infortunio avvenuto nel derby col Catanzaro, si decide all’ultimo. Il Brescia vuole continuare a sognare la conquista dei playoff (ora è ottavo, l’ultimo posto buono), sarebbe un gran risultato, se si considera che il confronto di oggi era stato il playout della scorsa stagione e Maran guida un Brescia molto simile a quello dell’ultima annata (con davanti bomber Borrelli in più).
    Lecco-Cittadella (ore 15) Lombardi reduci da 4 ko di fila e ormai condannati al ritorno in C dopo un anno, la società potrebbe essere ceduta al cinese Alex Lin, sponsor dell’Inter attraverso Skyland Energy, sostenuto da imprenditori lombardi. Il Cittadella, che fino alla 1ª giornata di ritorno lottava per la A diretta, dopo 7 ko di fila ha messo insieme due pareggi, ora è 10°, a -1 dai playoff e a +6 sui playout.
    Parma-Catanzaro (ore 15) Gli emiliani di Pecchia hanno la A in tasca (+8 sul Venezia, +9 sulla Cremonese), al Tardini non perdono da oltre un anno (21 partite), vorrebbero battere i record del Benevento di Inzaghi, promosso nel 2020. Pecchia punta a vincere le prossime 4 e chiudere ogni discorso sulla A. I calabresi di Vivarini, che al Tardini saranno seguiti da 2mila tifosi, cercano il miglior piazzamento playoff, sono sesti ma hanno gli stessi punti del Palermo quinto, è già un grande risultato ma a Catanzaro si sogna come non accadeva da almeno 40 anni.
    Pisa-Palermo (ore 15) Toscani in lotta per i playoff (distano un punto), reduci dal ko di Como, giunto dopo due vittorie di fila che avevano fatto sperare nella svolta per Aquilani. Il Palermo di Corini, che in estate era fra le favorite per la A diretta, ha perso tre delle ultime 4 partite e ora è 8 punti dalla A diretta. Inizia la “gestione” del 5° posto per poi provare a  essere al top ai playoff?
    Spezia-Ascoli (ore 15) Autentico spareggio per non finire in C, hanno gli stessi punti (31) e sono a -3 dalla salvezza. I liguri di D’Angelo all’andata vinsero 2-1, sarebbe importante per loro mantenersi in vantaggio negli scontri diretti. L’Ascoli è alla seconda uscita con Carrera, all’esordio 4-1 al Lecco.
    Venezia-Reggiana (ore 15) Prima della sosta, col trionfo di Palermo (0-3, 2 gol Pohjanpalo salito a 18, re dei bomber di B, 1 Gytkjaer) il Venezia di Vanoli s’è ripreso il 2° posto e ha i mezzi per difenderlo dall’assalto di Cremonese e Como. La Reggiana di Nesta ha il record stagionale di pareggi (16), è a -2 dalla zona playoff e nella gara d’andata superò il Venezia con un gol di Gondo.
    Cremonese-Feralpisalò (ore 18) I grigiorossi di Stroppa devono dimostrare che il tonfo di Bolzano col Sudtirol è stato un episodio (è stata pur sempre la prima sconfitta dei grigiorossi nel girone di ritorno). I gardesani di Zaffaroni, seppur penultimi, a  -4 dai playoff e a 7 punti dalla salvezza, sono ancora vivi e nelle ultime due trasferte hanno vinto a Modena e La Spezia.
    Sampdoria-Ternana (ore 20.30) I blucerchiati di Pirlo vengono da tre vittorie di fila che li hanno proiettati al 7° posto, in linea, dopo una stagione travagliata, con l’obiettivo-playoff, quello per cui la squadra era stata costruita. C’è ottimismo nella Samp, nel finale di stagione potrebbero esserci tutti i big che in stagione hanno avuto non pochi problemi fisici. Pedrola compreso: il talentino spagnolo è tornato ad essere convocato dopo 5 mesi fuori. Gli umbri di Breda prima della sosta hanno battuto il Cosenza, rendendo ancora più ingarbugliata la lotta per restare in B. Scenderanno in campo sapendo il risultato di Cosenza e Bari, le ultime a essere salve e avanti di due punti. LEGGI TUTTO

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    Catanzaro: a Parma si fa la storia!

    TORINO – Catanzaro, qui si fa la storia. A Pasquetta, tutta la B in campo. Ma il match clou sarà al Tardini, dove la capolista Parma, con più di un piede in Serie A, si misura coi giallorossi di Vivarini, a sorpresa con gli stessi punti del Palermo quinto e alla ricerca del miglior piazzamento playoff, dopo una bella stagione come da oltre 40 anni non si vedevano a Catanzaro. In cui in questi giorni è scoppiata la febbre per la gara di lunedì: saranno almeno tremila i tifosi calabresi che spingeranno Iemmello e compagni verso quella che sarebbe un’autentica impresa, il Parma non perde in casa da più di un anno, 21 partite senza ko. Non solo, all’andata la sfida assunse contorni umilianti che vanno riscattati. Era il 17 settembre, i calabresi ospitavano il Parma al Ceravolo condividendo con loro il primato in classifica a quota 10 punt dopo 4 uscitei. Finì 0-5 (gol di Man, doppietta di Benedyczak, uno su rigore, Partipilo e Colak), un castigo eccessivo ma dal quale il Catanzaro seppe risollevarsi alla grande, il campionato attuale dice già tutto. E al Tardini, nonostante la difficoltà dell’impresa, si cercherà di ottenere tutt’altro risultato, più fedele al valore reale della squadra. Anche perché il Catanzaro si presenta all’appuntamento con un attacco coi fiocchi, non molti ce l’hanno in B. Di Pietro Iemmello, tornato a casa e trascinatore dei colori giallorossi, ormai nel pantheon del Catanzaro assieme a Palanca e Bivi, praticamente s’è detto tutto: non solo gli 11 gol stagionali (alcuni fantastici) ma per come s’è calato nella parte di alfiere di Catanzaro è davvero l’uomo copertina dei calabresi. Vicino a lui, occhio a Tommaso Biasci, nell’ultimo impegno prima della sosta è andato a segno nel pari di Brescia, salendo a 9 gol e su di lui aumentano i rimpianti: a novembre farà 30 anni, avrebbe meritato di giocare molto di più in B, in tandem con Iemmello raccoglie il buon lavoro iniziato già durante la scorsa stagione, in cui il Catanzaro vinse la C a suon di record, mettendo le basi per l’attuale formidabile annata. Ma non ci sono solo i due bomber, attenzione al belga Jari Vandeputte, il terzo attaccante, lo scardina-difese partendo solo apparentemente più arretrato: è a quota 7, piace molto in A perché effettivamente da tempo è un giocatore di categoria superiore. In settimana, sull’edizione cartacea di Tuttosport, le due parti si sono fronteggiate in due diverse interviste che hanno innescato una piccola ma pertinente polemica. Prima, Vivarini – l’allenatore che col Catanzaro sta raccogliendo ciò che meritava da anni e che troppi, inopinatamente, gli avevano portato via – ha detto che il Parma vince perché ha la squadra più forte ma tuttavia non fa un calcio spettacolare. Il giorno dopo gli rispondeva da Parma il difensore venezuelano Osorio, fresco del confronto in amichevole con l’Italia spallettiana, dicendo che il dominio del Parma è frutto di un duro lavoro. Comunque, l’uscita di Vivarini qualche effetto l’ha sortito, l’ambiente emiliano non ha affatto gradito che qualcuno incrinasse il loro primo posto. Ma Vivarini va capito. Nel suo giudizio, probabilmente pesa lo 0-5 dell’andata: i giallorossi ebbero un approccio garibaldino alla gara e misero subito il Parma alle corde. Poi però, la corazzata della B alla prima occasione passò e le altre quattro reti arrivarono giocando – sostanzialmente – all’italiana che, com’è noto, da qualche tempo è considerata da una certa critica sportiva una bestemmia,. Di fatto dunque, quel Parma in campo non fece la partita come magari ci si aspettava e non espresse quel dominio del gioco che lascerebbe intendere il risultato finale. Allo stesso tempo va detto che sì, il Parma ha la squadra più forte della B, formata da 20 titolari potenziali. Ma patron Krause, nelle due precedenti stagioni di B degli emiliani, aveva allestito un organico non molto dissimile (quest’anno più completo) che aveva mancato la A, il primo anno in maniera clamorosa. Dunque non vanno sottaciuti i meriti di Pecchia, vicino alla sua terza promozione in A dopo quelle di Verona e Cremona, che in meno di due anni ha spazzato al meglio le macerie che avevano lasciato prima Maresca e poi Iachini nel primo anno dopo la retrocessione del 2021. Fa parte del gioco, fossero tutte così le polemiche calcistiche, vivremmo un football più sano. Comunque l’uscita di Vivarini ha colto nel segno, fa parte della partita, in cui questo Catanzaro ha tutti i mezzi per provare a stupire anche al Tardini, a patto che si evitino certi blackout visti in stagione fuori casa. LEGGI TUTTO

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    Ascoli, Carrera può fare l’impresa salvezza

    TORINO – L’esordio, nonostante nella tana del Del Duca fosse di scena il Lecco ultimo e mezzo spacciato, non prometteva nulla di buono. Domenica 17 marzo, Carrera doveva affrontare il suo debutto sulla panchina dell’Ascoli senza i due giocatori cardine dei marchigiani: il portoghese Pedro Mendes in avanti, capocannoniere di squadra con 11 gol, e il difensore brasiliano Botteghin dietro, fra i migliori difensori della B e non di rado prezioso goleador. Non solo. Dopo appena 13’ il Lecco passava in vantaggio col rigore trasformato da Lepore. C’erano insomma gli ingredienti per il patatrac. E invece, quando l’Ascoli s’è trovato con le spalle al muro, s’è magicamente ripreso: Caligara ribalta la partita con altri due rigori, quindi il difensore Bellusci, alla 100ª presenza col Picchio, la metteva sotto l’incrocio, rete super, chiudeva sul 4-1 l’interessante Duris (al secondo gol consecutivo), attaccante slovacco giunto a gennaio e che con Carrera dovrebbe trovare più spazio, non solo per l’indisponibilità di Mendes ma perché mostra di meritarselo. Così, per Carrera, ex difensore di una Juve gloriosa, è stata una domenica trionfale: piazza gasata e compattata per la salvezza, per ora zona playout riconquistata ma anche tanta pressione sulle ultime squadre ora salve – Cosenza e Bari – che adesso distano appena tre punti. Tutto in un colpo. Sia chiaro, la salvezza dell’Ascoli resta una faccenda parecchio complicata. Ma si sono poste le basi per provarci, almeno. Al contrario, senza i 3 punti col Lecco, mantenere la categoria sarebbe diventata una mission impossible, o giù di lì. Carrera eredita una squadra che coi predecessori Viali e Castori viaggiava alla media di un punto a partita. Ora serve uno scatto in più, a partire dal prossimo impegno, che sarà ancora più cruciale. A Pasquetta, l’Ascoli sarà di scena al Picco di La Spezia, con gli aquilotti che hanno gli stessi punti dei marchigiani ma che sono in vantaggio negli scontri diretti (all’andata, vittoria ligure per 1-2 decisa nel recupero la rete di Hristov). In questa B così equlibrata, gli scontri diretti diventano ancora più importanti e non è da escludere che Ascoli e Spezia possano chiudere a pari punti. Dunque il Picchio’sarà chiamato alla partita perfetta e magari a vincere con due gol di scarto per avere la certezza di essere davanti ai liguri in caso di chiusura di stagione con gli stessi punti. Di sicuro, Carrera si gioca molto del suo futuro da allenatore. Non andava in panchina da tre anni, al Bari in C era durato due mesi e poi era finito nel dimenticatoio, come se nessuno più ricordasse i suoi successi russi (campionato e supercoppa vinti con lo Spartak Mosca nel 2017). Ma chissà, l’ex difensore della Juve, uno che è andato in campo fino al 44 anni (chiuse nella Pro Vercelli in C2) forse sta portando in squadra lo spirito giusto, quello che mancava coi predecessori, anche se, a differenza dello Spezia, non c’è da stupirsi che l’Ascoli sia sul fondo, campionato finora abbastanza in linea con le reali aspettative d’inizio stagione. Ma la variabile Carrera potrebbe far saltare il banco. Proprio un anno fa, con l’arrivo di Breda in panchina, l’Ascoli faceva un gran finale di stagione e si salvava in carrozza. E questo aumenta i rimpianti per questa annata. Se si fosse confermato Breda che avrebbe consolidato il buon lavoro iniziato nella passata stagione, probabilmente poteva essere tutta un’altra annata, senza bisogno di ricorrere a tre allenatori. Annata che però offre a Carrera la possibilità di rilanciare la propria carriera, per la gioia di tanti cuori della Vecchia Signora che non dimenticano il suo contributo ai trionfi della Juve di Lippi negli Anni 90, quando i bianconeri alzarono l’ultima loro Champions League nel 1996. LEGGI TUTTO