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    Inter, il poker al Torino vale il primato solitario

    Partita senza storia, con i nerazzurri avanti 3-0 all’intervallo. I granata erano imbattuti e reduci da tre pareggi consecutivi

    Un successo travolgente, che vale il primato solitario in attesa della risposta del Milan. L’Inter di Cristian Chivu stende il Torino (4-0), piazzando un tris letale prima dell’intervallo per poi chiudere i conti in avvio di ripresa. Segnano Di Maggio, Kamate con una doppietta e Berenbruch, a punire i granata che nel primo tempo fanno vedere anche cose interessanti, ma finiscono per sgretolarsi sulle ripartenze.

    TRIS NERAZZURRO—  Consapevole delle difficoltà dell’incrocio – il Toro ci è da arrivato imbattuto – Chivu non fa turnover e sceglie i migliori, senza pensare troppo all’impegno di martedì col Benfica in Youth League. La squadra di Scurto, reduce da tre pari di fila, si presenta con un 4-3-3 fluido in cui tornano titolari Antolini e Ciammaglichella, con Njie più largo a lasciare il centro dell’attacco a Padula. L’Inter la sblocca al quarto d’ora, su rigore causato da capitan Dellavalle: Abati respinge sia il penalty di Di Maggio sia la prima ribattuta di Spinaccè, ma non può nulla sul tap in decisivo dello stesso Di Maggio. Lo svantaggio dà però la scossa al Toro, che colpisce la traversa con Savva e cerca la porta in almeno altre due circostanze (con Bianay e Njie), nel contesto di una reazione impetuosa. Paradossalmente, però, nel momento migliore dei granata l’Inter va a raddoppiare in contropiede (35’): in area è Quieto a lavorare bene il pallone, mandando in porta Kamate sul secondo palo. Il tris, cinque minuti più tardi, porta la firma dello stesso francese che finalizza di testa su assist di Berenbruch (il Toro, sbilanciato in avanti, si ritrova nuovamente infilato). Partita sostanzialmente chiusa qui, con un punteggio forse anche troppo severo per quel che si è visto nei primi 45’.

    POKER E GESTIONE—  Nel secondo tempo il vento non cambia e al 56’ arriva il poker: su palla persa da Silva, l’Inter risale voracemente il campo costringendo Abati alla parata su Di Maggio, con Berenbruch lesto però a ribattere in porta (proteste per la posizione sospetta). Mentre Scurto prova a rompere la negatività con le sostituzioni, all’Inter basta amministrare conservando anche un po’ di energie per l’appuntamento europeo. I ragazzi di Chivu, in apertura della quinta giornata, guardano tutti dall’alto. In attesa di Fiorentina-Milan di domani (sabato 30 settembre alle 13), che sarà anche la prima storica partita giocata al Viola Park. LEGGI TUTTO

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    Krunic k.o. col Milan ma… convocato dalla Bosnia: “Ci hanno detto che può recuperare”

    Milosevic, presentato oggi come nuovo c.t., ha dichiarato che spera di poter contare sul milanista, che però dovrebbe star fermo un mese per la lesione al bicipite femorale

    La Bosnia Erzegovina ha presentato oggi il nuovo commissario tecnico, Savo Milosevic, ex bomber serbo visto anche a Parma a inizio anni 2000. Prende il posto di Meho Kodro, esonerato dopo due sole partite, la prima vinta col Lichtenstein, l’altra persa con l’Islanda. A sua volta Kodro aveva sostituito Faruk Hadzibegic, rimasto 5 mesi alla guida della nazionale balcanica. Milosevic ha diramato la prima lista dei convocati, tra i quali anche il milanista Rade Krunic, fermatosi nella sfida di campionato con il Verona di sabato scorso, e a cui è stato diagnosticata una lesione al bicipite femorale che dovrebbe tenerlo lontano dai campi almeno un mese. Ma Milosevic spera invece di averlo a disposizione per le sfide con Lichtenstein (13 ottobre) e Portogallo (16). “Abbiamo avuto notizie per cui potrebbe essere pronto per quelle date” ha dichiarato il nuovo c.t., la cui ultima panchina era stata quella dell’Olimpia Lubiana due anni fa. “Abbiamo chance di qualificazione – ha poi aggiunto -. Questo gruppo ha le qualità per farlo”. LEGGI TUTTO

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    C’è un bug nel mercato che può inceppare la stagione dell’Inter

    A centrocampo fa fatica a trovare spazio gente come Frattesi e Klaassen, davanti invece si fa male Arnautovic e non ci sono alternative. I motivi…

    Si prospetta, ed è chiaro sin da queste prime sei giornate, un campionato molto equilibrato. È difficile che qualcuno possa ripetere la felice e straordinaria cavalcata solitaria del Napoli. Per mille motivi positivi – dalla forza delle squadre alla affidabilità di allenatori già molto rodati all’interno dei propri ambienti – ma anche per una constatazione un po’ più prudente. Tutti hanno un difetto più o meno evidente. LEGGI TUTTO

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    Allegri-Chiesa, patto per la Juve: cosa c’è dietro il nuovo Federico

    L’ex Fiorentina è l’attuale faro bianconero: il cambio di ruolo, la partenza lanciata a suon di gol, dichiarazioni e umori convergenti con il suo allenatore. Com’è cambiato il suo modo di muoversi rispetto alla scorsa stagione

    Che Federico Chiesa, con i suoi quattro gol nelle prime sei gare di campionato, sia il nuovo faro della Juve è sotto gli occhi di tutti. Ma cosa c’è dietro alla partenza lanciata di Federico, figlio d’arte di Enrico? Molto di suo, ma non solo. Innanzitutto la completa guarigione dalla lesione al crociato anteriore del ginocchio sinistro che l’anno scorso lo aveva tenuto fermo per quasi dieci mesi, poi la ritrovata condizione psico-fisica, quindi un cambio di ruolo scelto da Allegri. Tappe impegnative e mai lineari, che lo stanno però portando verso l’apice della carriera, in un miglioramento costante da qualche mese a questa parte, riconosciuto anche dal suo allenatorecche da quel “Chiesa ora ha un’altra gamba” di estiva memoria, fino all’elogio dopo la vittoria sul Lecce, per Fede la gara n.100 in maglia bianconera: “Chiesa ha giocato dentro il campo, e quando va esterno non dà punti di riferimento a chi deve marcarlo. Ha tecnica e quest’anno è migliorato molto tatticamente”. Parole pesanti, per un giocatore spesso considerato troppo anarchico e individualista per essere stimato indispensabile, che fanno pensare a una sorta di ritrovata convergenza fra il tecnico e il giocatore, a una sorta di “patto” fra i due in grado di far svoltare la Juve. LEGGI TUTTO

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    Bilanci, classifica, stadio: l’effetto RedBird spiegato in cifre

    Tredici mesi dopo l’avvento della nuova proprietà, tutte le aree più importanti nella gestione del club stanno dando ragione al lavoro di Cardinale

    Il primo compleanno è passato ormai da un mese – il closing con Elliott riporta la data del 31 agosto 2022 -, ma negli ultimi tempi in casa rossonera è piuttosto piacevole voltarsi indietro e tracciare un bilancio. Dove per “casa” intendiamo la casa madre. La proprietà, ovvero il fondo RedBird creato e gestito da Gerry Cardinale. Uno che non ama particolarmente, per carattere e soprattutto per educazione imprenditoriale, voltarsi indietro per bearsi del lavoro mandato a compimento. A volte, però, ci sono cose particolarmente ben riuscite che riescono in tempi rapidi. E insomma, mettere insieme i due fattori non è così scontato. Al Milan è successo proprio questo, riuscendo a far collimare i due cardini di una società di calcio: risultati sportivi e sostenibilità finanziaria. LEGGI TUTTO