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    Bonaccini: “Inzaghi e Pioli, che orgoglio per la Via Emilia”

    Il presidente della regione: “Caparbi e abituati a rimboccarsi le maniche, da giocatori e da allenatori. Le squadre di Simone non mollano mai, Stefano costruisce ambienti eccezionali. Ci conosciamo da quando allenava il Modena. Chi vince? Da juventino, un pari mi va benissimo…”

    L’anima juventina in fondo lo aiuta a evitare potenziali imbarazzi: per Stefano Bonaccini il risultato migliore del derby sarebbe ovviamente un pareggio, e questo lo mette in condizioni bipartisan ottimali nei confronti di Inzaghi e Pioli. Perché stavolta Bonaccini non parla da tifoso bianconero, ma da presidente della Regione Emilia Romagna. Ovvero da orgoglios(issim)o corregionale dei tecnici delle due milanesi. Simone di Piacenza, Stefano di Parma. La celebre Via Emilia che tanto ha dato in termini di panchine. “Le semifinali dell’ultima Champions con tre allenatori espressione del nostro territorio – Ancelotti, Pioli e Inzaghi – sono state qualcosa di incredibile e unico”. Voce e cuore di Bonaccini si gonfiano, così come quando parla di un “settembre denso di sport nella nostra regione: abbiamo appena avuto il Motomondiale a Misano, ora è il momento della Coppa Davis a Bologna, poi sarà la volta dell’Ironman a Cervia e del Nove Colli di ciclismo che parte da Cesenatico. Tutto messo insieme significa centinaia di migliaia di presenze per motivi sportivi che saranno anche un bel contributo all’emergenza post alluvione dal punto di vista dell’indotto”.  LEGGI TUTTO

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    Inter, come si fa a rinunciare a Frattesi? I piani di Inzaghi per lui

    Considerando l’investimento fatto dall’Inter in estate e il rendimento in Nazionale, sembra complicato lasciare Davide in panchina. La coppia con Barella funziona, Calha è intoccabile in mezzo, Mkhitaryan è preziosissimo e arriva fresco al derby. Ma uno è di troppo…

    Eccolo qua. Il dilemma che, come prevedibile, si sarebbe prima o poi presentato a Simone Inzaghi: chi lasciare fuori a centrocampo? Con la doppietta segnata in azzurro all’Ucraina, Davide Frattesi si inserisce a gamba tesa nella corsa a una maglia da titolare all’Inter, dopo aver visto il campo solamente entrando dalla panchina nelle prime tre giornate. Gli allenatori, in casi così, tendono a smorzare la questione: “Avercene, di problemi così”. Indubbiamente. Però il tema, ora, diventerà all’ordine del giorno in casa nerazzurra: lasciare fuori questo Frattesi, considerando l’investimento estivo e il rendimento in Nazionale, pare complicatissimo. Ma al posto di chi? LEGGI TUTTO

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    Amici, familiari, consulenti: il cerchio magico di Pogba

    Negli ultimi anni tra infortuni e scelte discutibili la carriera di Paul è stata un calvario. E spesso compare qualche personaggio nuovo nelle vicende

    Amici, consulenti, consiglieri personali che lo hanno portato spesso fuori strada. Dietro i casi Pogba ci sono tanti personaggi che a diverso titolo hanno recitato un qualche ruolo chiave nelle numerose vicende che lo hanno distratto dal campo nell’ultimo anno e mezzo. Così, un po’ in tutte le circostanze che hanno rallentato il suo percorso da calciatore, il parere della Juve è stato molte volte bypassato dalle iniziative personali del calciatore. E ora che è a rischio la sua carriera, potrebbe pagarne le conseguenze in prima persona e trovare meno supporto. LEGGI TUTTO

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    Pavard e Giroud, due amici a Milano divisi dal derby

    Inseparabili con la Francia dove hanno alzato insieme la coppa del Mondiale 2018, contro sabato sera a San Siro

    Il destino bussa subito alla porta degli amici. Potere del derby, arrivato ad avvolgere Benjamin Pavard grazie ai… racconti di Olivier Giroud. Uno che con la stracittadina ha stabilito subito un certo feeling. Per i due campioni del mondo, il primo confronto stagionale trasforma un grande rapporto di fratellanza in una sfida di fuoco. Con la seconda stella all’orizzonte. LEGGI TUTTO

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    Quanto valgono Inter e Milan: nel derby scende in campo un miliardo

    Tutti i numeri delle rose delle milanesi: per valore rossoneri di poco avanti. E tra giovani e sostenibilità, è sfida scudetto anche fuori dal campo

    Davide Stoppini-Luca Bianchin
    13 settembre – MILANO

    Derby di Milano, -3. La sfida più attesa, quest’anno, non si gioca solo sul campo. Il confronto tra Inter e Milan è anche di natura economica: tra presente e futuro, i due club hanno due rose di grande valore. Lautaro e Leao sono i due pezzi più pregiati, ma non bastano: da Thuram-Calha a Reijnders e Thiaw, è derby anche fuori dal campo. LEGGI TUTTO

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    Milan, per Theo 90′ contro la Germania: polpaccio ok. E Musah gioca (di nuovo) al centro

    Deschamps ha fatto giocare tutta l’amichevole al terzino rossonero: test superato, il francese è pronto per il derby. Negli Usa Berhalter ha impiegato il milanista davanti alla difesa per la seconda volta di fila: info utili per Pioli

    Alla fine stava così bene che Deschamps ha cambiato idea e lo ha inserito – fra le immaginabili imprecazioni dei tifosi rossoneri – nell’undici titolare. Comunque, test riuscito. Quanto meno, sotto l’aspetto fisico: Hernandez ieri sera ha giocato tutti i 90 minuti dell’amichevole di lusso tra Francia e Germania a Dortmund (2-1 per i tedeschi), spazzando via i residui dubbi sulle condizioni del polpaccio che aveva creato un po’ di apprensione nei giorni scorsi. Si trattava solo di una botta, rimediata giovedì contro l’Irlanda, ma sufficiente a fargli saltare un paio di allenamenti. Un potenziale problema che arrivava a stretto giro di posta dopo quello di Giroud, e che quindi aveva creato apprensione nel mondo milanista. Tutto sotto controllo, allora: la gamba di Theo ha risposto bene, e pazienza se la prestazione è stata abbastanza sottotono. Gara insufficiente per L’Equipe (5) e Le Parisien (5,5). Theo ha coperto bene ma – a parte qualche spunto in avvio di ripresa – ha spinto poco rispetto ai suoi standard. L’impressione è che non abbia volutamente forzato e la cosa, trattandosi di un’amichevole e a pochi giorni dal derby, è assolutamente sensata.

    opzione in più—  Diversa la situazione per Musah, che sabato pomeriggio con l’Inter si accomoderà in panchina, ma che anche nel secondo impegno degli Usa in Minnesota – amichevole con l’Oman vinta 4-0 – ha confermato a Pioli lo spunto tattico già visto nel primo test contro l’Uzbekistan. Yunus infatti è stato di nuovo schierato dal c.t. Berhalter – stavolta per tutta la partita – al centro della mediana a 3, tra McKennie e Tillman, dove si è ben comportato. Pioli, oltre ad Adli, potrebbe davvero aver trovato un’opzione in più le volte in cui non dovesse giocare Krunic. LEGGI TUTTO

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    Pogba e l’integratore: il foglio informativo avvertiva del rischio doping

    Il calciatore avrebbe assunto i farmaci su consiglio di un medico statunitense di cui si fida

    Sembra un dettaglio ma non lo è. Anzi, forse è proprio zoomando su questo particolare che può uscire la fotografia della situazione. Se solo Pogba avesse letto il foglio illustrativo dell’integratore assunto, avrebbe potuto rendersi conto che conteneva sostanze a rischio doping. Semplicissimo, nella sua banalità. Ma questo a quanto pare non è avvenuto. Sembra invece che il giocatore – come già successo nella scorsa estate – si sia fidato dei consigli di un medico americano di sua fiducia: così dalla non-operazione della scorsa estate Pogba è passato all’assunzione di un integratore dopante acquistato in America, forse durante il periodo di vacanza e allenamento trascorso a Miami, nel primo caso andando contro il parere dello staff medico bianconero, nel secondo evitando di interpellarlo. 

    i rischi—  Una leggerezza che rischia di costargli ora carissima, a tutti i livelli. Se le controanalisi confermeranno la sua positività sarà infatti inevitabile una squalifica, di 4 o 2 anni a seconda che venga riconosciuta o meno l’intenzionalità del doping. Ma naturalmente non finisce qui: se la colpevolezza del giocatore verrà accertata con sentenza definitiva la Juve potrà risolvere il contratto che la lega al francese fino al 2026. Tradotto in soldoni, per il club si tratta di un risparmio di circa 30 milioni di euro lordi. Non poca cosa, considerando anche che Pogba non aveva accettato riduzioni di stipendio per la scorsa annata trascorsa interamente in infermeria eccetto 161′ e si era poi tappato le orecchie di fronte alle sirene arabe. Al momento l’avvocato Rafaela Pimenta, sua agente, ha solo affermato che “la cosa certa è che Pogba non ha mai voluto infrangere la legge” e sta lavorando per stabilire una strategia difensiva. Il club nel frattempo ha sospeso il pagamento dello stipendio, com’è previsto dal regolamento, in attesa che la giustizia faccia il suo corso. Certo è che per un giocatore di 30 anni l’orizzonte è davvero cupissimo. LEGGI TUTTO