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    Da Rabiot a Osimhen, da Maignan a Mkhitaryan: i rinnovi più “caldi” della Serie A

    Tutte le big italiane devono fronteggiare casi spinosi o potenzialmente a rischio: ecco le situazioni più in evidenza che i dirigenti dei club cercheranno di risolvere al più presto

    Dalle trattative per l’acquisto dei giocatori durante la finestra di mercato a quelle per i rinnovi dei contratti in scadenza. I dirigenti delle squadre italiane hanno sfruttato la pausa delle nazionali per concedersi qualche giorno di vacanza, ma anche per programmare le prossime mosse. Non solo quelle in entrata, stilando una lista degli obiettivi da seguire in vista di gennaio, ma soprattutto quelle per confermare i giocatori che hanno contratti in bilico. Tutte le nostre big infatti devono fronteggiare casi spinosi o comunque potenzialmente a rischio. La Juventus, per esempio, vuole portarsi avanti con il lavoro su Rabiot, il cui accordo in scadenza il 30 giugno scorso è stato firmato pochi giorni prima della dead line. Adesso il d.t. vorrebbe convincere il francese a prolungare (oltre il 2024) in tempi brevi perché, come noto, Allegri stravede per lui e lo considera un punto fermo della squadra del futuro. Alla Continassa c’è però da chiarire anche la posizione di Chiesa che ha un anno in più di vincolo (2025), ma riguardo al quale c’è parecchia distanza tra domanda (7-8 milioni) e offerta (poco più degli attuali 5 milioni).  LEGGI TUTTO

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    Aveva la valigia, ora Rabiot è un leader. Ecco perché

    Adrien si credeva un mediano, il tecnico l’ha trasformato prima di tutto mentalmente: dopo l’atto di stima reciproca del rinnovo, il mister ha pensato la Juve attorno a lui. E la mamma agente Veronique è attesa a breve alla Continassa per discutere del prolungamento 

    Togliete tutto a Max, tranne Rabiot. La nuova Juve che punta a riconquistare il diritto di partecipare alla prossima Champions League, e che prova a scoprirsi competitiva anche nella corsa scudetto di quest’anno, Allegri l’ha pensata principalmente attorno al suo cavallo francese. Il tecnico non è uno che si fissa troppo con i giocatori: con il francese però ha fatto qualcosa di straordinario, convincendolo a credersi molto più finalizzatore di quanto lui pensasse. LEGGI TUTTO

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    Stadio, strategie e obiettivi: Zhang vs Cardinale, il derby degli opposti

    Le proprietà di Inter e Milan, che non hanno rapporti, sognano entrambe di vincere la seconda stella

    C’è stato un momento in cui la convergenza era smaccata, con l’apice toccato in un derby del sabato di Pasqua 2017 giocato alle 12.30 per andare incontro al fuso orario di Pechino e dintorni. Era il derby cinese, un interregno durato poco più di un anno, in cui entrambe le milanesi avevano messo radici a Oriente. Un derby nel derby insomma, poi naufragato assieme all’insolvenza di Li Yonghong, che ha consegnato il Milan nelle mani di Elliott. Dalle quali è passato in quelle di RedBird. Quando il Diavolo è diventato americano, la convergenza è finita dapprima in termini banalmente geografici – New York e Nanchino, dove ha sede Suning, sono agli antipodi: 12 ore di fuso – e poi anche in termini più prosaici. Adesso i due club viaggiano da separati in casa nella stessa città, come racconta il percorso solitario che li porterà al nuovo stadio di proprietà. Suning e RedBird, due mondi diversi, due aziende diverse. La corsa, per tutti, è alla seconda stella. LEGGI TUTTO