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    Fabbian: “Io, le lacrime di nonno, le visite aspettando Samardzic. E ora volo col Bologna”

    Il protagonista della vittoria sul Cagliari si racconta: “Da piccolo studiavo Pogba, ho passato due giorni a Roma facendo gli esami per l’Udinese. L’Inter? C’è una recompra, ma per ora non ci penso…”

    dal nostro inviato Matteo Dalla Vite
    9 settembre

    – casteldebole (bologna)

    c i sarebbero i contorni per una sceneggiatura da film: il nonno ex calciatore cercato da Rocco, il primo gol in A al novantesimo, un’esultanza old style (un po’ alla Tardelli? Andiamoci piano…), quel sentirsi sballottato e in sala d’attesa per l’affare Samardzic-Inter mai andato in onda, lo scudetto con l’Inter Primavera, le lacrime da quindicenne quando la stessa Inter pareva sfumata, un allenatore che ti convince elencandoti non i pregi ma i difetti, poi l’errore da “Serie-tv” di Radunovic che ti apre un altro mondo. A vent’anni. “Certo che me la ricordo quella scritta sui muri in cui un innamorato scrive ‘Sei bella come un gol al novantesimo’. Ecco, il mio è stato pazzesco e bellissimo. Oltre che il primo in A. Un sogno vero realizzato”. Giovanni Fabbian è alto e tosto, tenace e sobriamente sfacciato, non ha tatuaggi (“Mi piace essere pulito…”), è un centrocampista interventista e in Bologna-Cagliari ha esordito al Dall’Ara così: entra sull’1-1 e in tre minuti fa il 2-1. Gol, gioco, incontro. Al minuto novanta. “E fra l’altro è successo davanti ad Alberto, Annalisa e Alessia, papà, mamma e mia sorella. Ah: in quello scorcio di gara ho preso anche una botta che mi ha fatto saltare l’Under 21: non mi sono fatto mancare nulla, ecco…”.  LEGGI TUTTO

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    Stesso ruolo, filosofie opposte: Calha e Krunic, il derby del regista diverso

    Prima di essere collocati al centro della mediana entrambi hanno fatto un lungo pellegrinaggio per il campo. Adesso per Inzaghi e Pioli sono indispensabili davanti alla difesa. Ma ognuno… a modo suo

    Li accomuna il fatto che nessuno dei due nasce lì. In quei metri quadrati delicati, preziosi e bollenti. Lì – ovvero al centro della mediana, davanti alla difesa – Hakan Calhanoglu e Rade Krunic ci sono finiti nel corso del loro pellegrinaggio tattico. Per merito, ovviamente, perché da quelle parti c’è una delle porte di ingresso della squadra, e possederne le chiavi è una responsabilità grande. Li accomunano anche i trascorsi da trequartista, per qualcuno di più (Calha) e per qualcuno di meno (Krunic). Modi diversi di intendere il ruolo, perché diversi sono i giocatori. Una diversità che rimane anche ora, nel cuore del centrocampo. Nel cuore del derby. LEGGI TUTTO

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    Chiesa out, Locatelli in panchina: in Nazionale non c’è più la Juve

    Sarebbe la seconda volta in un anno senza bianconeri fra campo e panchina. Non capitava dal 1994 (Sacchi c.t.). La società punta al ricambio generazionale con tanti azzurrabili… per il futuro

    Il campanello d’allarme era scattato già lo scorso 23 marzo: in occasione di Italia-Inghilterra, a Napoli, la tribuna di Bonucci aveva azzerato completamente la presenza di juventini in nazionale, riportando indietro di ventinove anni. Che non ci fossero bianconeri tra gli undici titolari non capitava dal 2018, in occasione di un match contro il Portogallo in Nation League, ma nel 1994 contro l’Estonia la rappresentanza bianconera nell’Italia di Sacchi fu praticamente nulla tra campo e panchina. Ci risiamo quasi, considerato che a reggere il blasone del club torinese nella prima Italia di Spalletti sarà soltanto Locatelli, l’ultimo reduce tra gli uomini di Allegri dopo il rientro anticipato di Chiesa (gli esami strumentali effettuati a Firenze hanno escluso lesioni muscolari ma il calciatore ha comunque lasciato il ritiro di Coverciano per precauzione). Il centrocampista non dovrebbe partire neanche titolare.

    ricambio generazionale—  Il momento di restaurazione alla Juventus è noto. Il club lavora al ricambio generazionale e, avendo puntato su molti giovani, riesce a offrire poche soluzioni nell’immediato alla nazionale. Dai piani alti della società però è arrivato forte l’input sul ritorno alle tradizioni: la volontà della proprietà è di riavere presto una buona rappresentanza nello spogliatoio azzurro, com’è avvenuto per diversi anni. Diversi giocatori, che lavorano in questi giorni alla Continassa con Allegri per ritagliarsi uno spazio importante nella Juve che sta nascendo, puntano anche a ritrovare presto l’azzurro. Da Kean, che può essere un osservato speciale di Spalletti nella cernita dei migliori attaccanti, a Fagioli, che non ha mai nascosto il sogno di essere un protagonista azzurro nel prossimo Mondiale del 2026; a Cambiaso, che ha appena lasciato l’Under 21 per limite d’età ma spera di poter tornare presto tra i prescelti di Coverciano. Senza dimenticare Gatti, che dopo aver fatto la sua prima stagione in Serie A cerca adesso conferme e sempre più spazio per poter entrare anche nelle rotazioni del reparto difensivo della selezione di Spalletti. Certo, i tempi della gloriosa BBC a protezione di Buffon, ora capo delegazione azzurro, sembrano davvero tanto lontani. LEGGI TUTTO

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    Frattesi, l’uomo nuovo. Così può prendersi l’Inter e la Nazionale

    Personalità, tecnica, intensità: il centrocampista attende con pazienza l’occasione giusta per prendersi il futuro

    Ma può una riserva – una riserva almeno in questo momento – essere potenzialmente l’uomo nuovo del calcio italiano? La risposta, parere strettamente personale, è sì. E il riferimento chiaro è a Davide Frattesi. Che, al momento come dicevamo, è una riserva nell’Inter. Nelle prime tre partite è infatti subentrato in corsa, con Inzaghi che anche giustamente ha dato spazio e fiducia al trio Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan. I tre dello scorso anno, che hanno contributo in maniera decisiva a portare i nerazzurri in finale di Champions, ed era perciò logico che potessero contare su una sorta di corsia preferenziale. Ma Davide Frattesi è – sempre in questo momento – una riserva anche in azzurro, con Spalletti che preferisce ripartire da Barella, Cristante o Locatelli nel ruolo di play e Tonali. Scelte assolutamente legittime, anche se – sempre parere strettamente personale – non sarebbe male riportare Tonali nel ruolo di centrale – che tra l’altro si adatta alle sue caratteristiche – con Frattesi e Barella al fianco. Soluzioni che, non abbiamo dubbi, si vedranno in futuro. LEGGI TUTTO

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    Giroud rientra a Milano. La ripresa degli allenamenti a due giorni dal derby

    Il francese, alle prese con una distorsione alla caviglia sinistra, lascia il ritiro della nazionale. Il guaio non preoccupa, ma dovrebbe tornare a lavorare solo giovedì: Pioli valuterà

    Olivier Giroud rientra a Milano. L’infortunio alla caviglia sinistra non è particolarmente preoccupante – era questo il primo fixing già di ieri sera, ed è stato confermato lungo la giornata di oggi – ma né il giocatore né il c.t. Deschamps intendono correre rischi, anche perché il prossimo impegno della Francia – martedì 12 settembre – è un test amichevole contro la Germania.

    25 minuti—  Domani il centravanti della Francia e del Milan tornerà dunque in Italia e proseguirà le cure del caso a Milanello. Oly ha riportato una distorsione alla caviglia sinistra ieri sera nella sfida vinta contro l’Irlanda, problema che l’aveva costretto a uscire dal campo dopo 25 minuti. Giroud, da quanto filtra, dovrebbe riprendere gli allenamenti con il Milan nella giornata di giovedì. Resta dunque il moderato ottimismo di queste ore, anche se poi – con queste tempistiche, si innescherebbe più che altro un discorso di condizione atletica. Ma questo sarà un aspetto che Pioli valuterà la prossima settimana. LEGGI TUTTO

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    eSports, la Juve sbarca nella Rocket League

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    Adriano scatenato: guida la festa a bordo piscina

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    La terza vita di De Vrij: così Stefan lancia la sfida ad Acerbi

    L’olandese si è ritrovato titolare a causa dell’assenza dell’ex laziale nelle prime tre giornate di campionato. È tornato quello di un tempo. E ora è dura tenerlo fuori…

    Stefan de Vrij ha ritrovato la password. Quella per accedere a Instagram (per un anno non ha pubblicato nulla sui social a causa dei problemi con le credenziali, problemi ammessi pubblicamente) e quella per riprendersi la centralità nella difesa dell’Inter. Complice l’assenza di Acerbi – fermato da un risentimento al soleo della gamba destra a inizio agosto – l’olandese è tornato a essere un punto di riferimento della retroguardia a tre dei nerazzurri. Come ai bei tempi, prima che l’ex laziale si prendesse la maglia da titolare. Se l’Inter può arrivare al derby con zero gol subiti, è grazie anche al ritrovato De Vrij.  LEGGI TUTTO