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    Inzaghi, il tecnico che vive di pallone, valorizza la rosa e vince trofei

    Non ama gli eccessi, non è un fine comunicatore, né è un condottiero nel senso più rotondo della parola, ma valorizza l’organico che ha a disposizione, ha già vinto 7 titoli e sfiorato la Champions. Lo scudetto di quest’anno potrebbe essere la sua consacrazione

    E così, senza ansie e senza spingere sull’acceleratore né da una parte e né dall’altra, Simone Inzaghi ha rinnovato il contratto, anzi l’impegno, con l’Inter. Un riconoscimento al suo essere talmente normale, in un mondo dominato dagli eccessi, da apparire davvero straordinario. Perché Inzaghi, con i suoi difetti e con la legittima intenzione di voler crescere ancora, è un allenatore che non ama gli eccessi, non è un fine comunicatore, non è un condottiero nel senso più rotondo della parola, non è uno che infiamma le tifoserie, non è insomma un personaggio in un ambiente in cui bisogna essere sempre riconoscibili, a costo di spararla sempre più grossa per farsi notare. Ma è – semplicemente e perciò con tratti straordinari – uno studioso di calcio. Che forse è il miglior complimento che si potrebbe fare a chi “vive” di pallone.  LEGGI TUTTO

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    La rivoluzione di Pioli. E alla fine ne rimasero 4: i perché di un feeling vincente

    Della rosa trovata dal tecnico al suo arrivo in rossonero sono rimasti soltanto Calabria, Hernandez, Krunic e Leao (diventano sei considerando anche il lungodegente Bennacer e l’esubero Caldara): quattro anni di grandi cambi strategici ed enorme crescita dei singoli e del rapporto tecnico-calciatori

    Fra meno di un mese saranno quattro anni. Quattro anni di Pioli a Milanello, alla cloche di un Milan che rischiava di andare inesorabilmente in stallo, destinato a schiantarsi se qualcuno non gli avesse raddrizzato il muso. Quando Pioli sbarcò in rossonero, la parola più ricorrente con cui lo avevano simpaticamente accolto i tifosi – che sognavano Spalletti – era “out”. Fuori, via da qui. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi: ufficiale il prolungamento di contratto con l’Inter sino al 2025

    Simone è al terzo anno consecutivo sulla panchina nerazzurra, non accadeva dai tempi di Mancini 

    Simone Inzaghi ha rinnovato il contratto con l’Inter. Il tecnico di Piacenza, al terzo anno consecutivo sulla panchina nerazzurra (non accadeva dai tempi di Roberto Mancini che un allenatore guidasse l’Inter per così tanto tempo), ha firmato fino al 2025, prolungando dunque di un anno. Inzaghi era in scadenza al termine della stagione, ma il tema del rinnovo non è mai stato trattato con la fretta di dover chiudere subito il discorso: da entrambe le parti c’è sempre stata l’intenzione di proseguire insieme.

    sosta—  L’annuncio arriva durante la sosta, dopo una partenza sprint dell’Inter in campionato con nove punti conquistati, otto gol segnati e nessuno subito. In vista c’è il derby in vetta, i nerazzurri ci arriveranno con un allenatore fresco di rinnovo e saldamente al suo posto sulla panchina: in due anni Inzaghi ha portato quattro coppe (due volte la Supercoppa e altrettante la Coppa Italia) e ha trascinato l’Inter in finale di Champions League, persa contro il Manchester City a Istanbul. Ora c’è da inseguire il colpo grosso: lo scudetto e la seconda stella. Inzaghi sempre più condottiero dei nerazzurri: il rinnovo è un premio al lavoro svolto fino a questo momento. LEGGI TUTTO

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    Gol in canna, apparecchio ai denti: chi è Krstovic, l’ultimo gioiello di Lecce

    L’ultimo colpo di Corvino ricorda quando nel 2018 portò Dusan Vlahovic alla Fiorentina. Due gol in due partite come Chevanton, e Vucinic gli fa da chioccia in Salento 

    Non indossa il camice bianco, non ha conseguito una laurea. Eppure, dopo appena due partite di Serie A, Nikola Krstovic ha mostrato per quale motivo lo chiamano “il dottore”. Personalità, freddezza e una precisione chirurgica dentro l’area di rigore: gol di testa contro la Fiorentina, gol di testa contro la Salernitana. Il Lecce di D’Aversa ha conquistato 7 punti nelle prime 3 partite, quattro dei quali sono arrivati grazie alle reti del centravanti portato in Italia da Corvino. Il direttore lo seguiva già a Belgrado, ai tempi della Stella Rossa, la stessa città nella quale è nato e cresciuto Vlahovic prima che Pantaleo lo portasse alla Fiorentina. A proposito: se vi capita di fare un giro nel cuore della Serbia, provate a chiedere qualche info sul “doktore”. I tifosi del Partizan vi racconteranno dello juventino, quelli della Stella del nuovo bomber del Lecce.  LEGGI TUTTO

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    “Nuovi gol”: Retegui bene col Genoa, ma la stella finora è Krstovic del Lecce. Beltran? Latita…

    Per l’argentino la Viola ha speso 25 milioni ma finora non ha lasciato traccia: il montenegrino, costato 3,9 milioni, invece è già andato a segno due volte

    Costosi, reclamizzati e (di conseguenza) molti attesi. I 25 milioni spesi dalla Fiorentina per Lucas Beltràn (22 anni), e i 17 investiti dal neo-promosso Genoa per Mateo Retegui (24 anni) sono indubbiamente i colpi più importati dell’estate sulle nuove strade del gol. Peccato che l’argentino arrivato dal River Plate non abbia lasciato tracce nelle sue prime apparizioni in viola, invece l’ex Tigre ha firmato la vittoria rossoblù all’Olimpico con la Lazio. Insomma, il suo inserimento è in linea con le aspettative, nella speranza che sia il protagonista della rinascita genoana: anche in funzione degli interessi della Nazionale, visto che anche Spalletti fa conto su di lui.  LEGGI TUTTO

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    La differenza tra Inter e Milan? Per ora sta in un numero

    Dopo tre giornate di campionato i nerazzurri sono ancora a zero gol subiti. In prospettiva derby un vantaggio non da poco

    Sarà un gran derby e la sosta del campionato, invece di annacquarla, farà crescere ulteriormente l’attesa per il primo confronto rossonerazzurro al vertice della stagione. La strada per conquistare la seconda stella è ancora lunga per cui Inter e Milan, comunque finisca la loro sfida, non potranno snobbare la voglia di confermarsi del Napoli e la fame di rivincita della Juventus, che tra l’altro in caso di successo, rispettivamente contro il Genoa e la Lazio, avranno l’occasione di avvicinarsi a una delle due milanesi, o a entrambe se pareggeranno. Al di là dei calcoli e soprattutto delle incognite che riguardano le condizioni e i tempi di rientro dei tanti giocatori di Inzaghi e Pioli prestati alle nazionali in giro per il mondo, le prime tre giornate di campionato hanno già evidenziato una differenza tra le due squadre, che potrebbe confortare in prospettiva le speranze di scudetto dei nerazzurri. LEGGI TUTTO

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    Agli abbonati Dazn la Gazzetta digitale senza costi aggiuntivi

    Fino al 30 giugno 2024 tutti gli abbonati diretti a Dazn avranno accesso diretto alla Digital Edition della Rosea. Basta un click

    Un filo ben teso adesso collega la piattaforma di live streaming, che mostra per intero la nostra Serie A, e non solo quella, al giornale che racconta lo sport agli italiani da 126 anni. Dazn e La Gazzetta dello Sport hanno scelto di camminare insieme e creare una partnership speciale: è una “combo tv-quotidiano” perfetta per gli appassionati. Fino al 30 giugno 2024 i clienti Dazn diretti potranno attivare “Gazzetta Digital Edition” senza costi aggiuntivi. Insomma, è ancora possibile attivare l’offerta anche per questa stagione, sia per chi si fosse appena abbonato o dovesse ancora farlo, sia per chi fosse un affezionato delle stagioni precedenti. E cosa serve? Basta un’operazione online, semplice e intuitiva, non solo per chi si abbonerà da adesso alla piattaforma di intrattenimento sportivo, ma anche per le migliaia che lo hanno già fatto. Il tutto, di fatto, senza aggiungere un euro in più. 

    COME ATTIVARe—  Per i clienti DAZN, infatti, basta cliccare a questo link e seguire pochi piccoli passi. Una volta sulla pagina con le proprie credenziali, sarà possibile “riscattare” un codice via mail. Poi da lì l’utente verrà indirizzato sul link per l’attivazione della nostra Digital Edition. Avrà, quindi, diritto al quotidiano, al magazine Sportweek, agli speciali in formato digitale, fruibili anche attraverso app.  Un’integrazione completa, insomma: è lo spettatore che diventa lettore, seguendo lo stesso grande amore.  LEGGI TUTTO

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    Jannacci, “questo Milan qui”, un po’ improvvisato, ti piacerebbe

    Venerdì alla Mostra del cinema di Venezia sarà celebrato il grande artista, milanista doc, morto 10 anni fa. Non è più il suo calcio, però la squadra di Pioli sembra adatta per lui. Come Dimarco…

    Enzo Jannacci non è qui da dieci anni e insomma, sembrano trenta. Non per lui, che resta attuale come chi racconta la vita, ma perché questo mondo pare un altro. Guardate il suo Milan. Jannacci si innamorò del calcio quando era bambino perché, diceva lui, non c’erano molti altri divertimenti. Si appassionò al Milan per Rivera, che nei pomeriggi freddi di Milano respirava classe. Oggi i bambini hanno lo smartphone, che è come avere tutto il mondo in tasca, e a calcio giocano pochino, di sicuro non per i lunghi pomeriggi di nebbia a Milano, non fosse altro perché la nebbia, a Milano, nemmeno c’è più. Non vanno più di moda nemmeno i tipi alla Rivera: se non corri e non sei fisico, se non “fai le due fasi”, un posticino per te oggi non c’è. Eppure questo Milan pioliano a Jannacci piacerebbe. L’uomo era originale quindi… chissà, ma il Milan è divertente, non fa “zero a zero ‘sto Milan qui”, e ha qualcosa di artistico, è un’improvvisazione sul tema venuta bene come certe canzoni di Jannacci o come certe battute al Derby (non la partita, il locale più famoso di Milano). LEGGI TUTTO