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    Gol e mercato, le voci e l’esordio saltato: Kean può partire?

    Non è in vendita ma neanche intoccabile: ha il profilo giusto per il nuovo corso tecnico, ma l’emersione delle pretendenti dice che le bocce non sono ferme. E il club ha fissato il prezzo

    Dalle polvere alle stelle e ritorno: Moise Kean la strada la conosce ed è abituato a viverla ormai senza disagi. Giorni di mercato, voci (smentite) di nuovi provvedimenti di carattere disciplinare, problemi fisici che lo hanno tenuto fuori dalla prima di campionato. E poi il ritorno in campo alla ripresa degli allenamenti di martedì – con protezione alla gamba sinistra dopo la contusione ossea alla tibia con cui è stato spiegato il forfeit di Udine – che da zero a cento lo rilancia all’istante per scendere in campo col Bologna, chissà magari anche da titolare: ha saputo sfruttare alcune opportunità anche in estate, vedi gol flash col Real Madrid, e Allegri gli riconosce doti anche atletiche affini al nuovo corso di questa stagione, predicato sui concetti di corsa e intensità. Benvenuti sull’altalena Moise. 

    QUOTAZIONE E ATTIVITÀ—  Per tutta l’estate si è parlato delle uscite di Vlahovic e di Chiesa. Non di quella di Kean, fresco di riscatto dall’Everton per circa 37 milioni, di cui ne restano a bilancio poco più di 19 da qui alla scadenza del contratto fissata nel 2025. E’ il punto di partenza di quella quotazione di 40 milioni attribuita alla Juventus. Allo stesso tempo, all’alba della penultima stagione di accordo, è il momento in cui si va sul mercato o si comincia a trattare il rinnovo. Anche da qui, con ogni probabilità, sono nate le varie tracce delle ultime settimane, da quella impraticabile del prestito al Milan fino al sondaggio del Siviglia e a quella più realistica delle ultime ore di chi non si spaventa a partire da una valutazione di 30 milioni come il Fulham, fresco del buco in attacco – e del conseguente tesoretto da 50 milioni – per la cessione di Mitrovic all’Al Hilal. Movimenti che nel complesso, unendo i puntini, danno la misura di una certa attività di fondo per trovargli una destinazione. Non è la prima volta in questi due anni abbondanti, e finora Kean non si è mai mosso: non è in vendita, non è intoccabile. Intanto è tornato pronto fisicamente per cominciare a far parlare il campo, domenica col Bologna. LEGGI TUTTO

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    Sanchez al posto di Correa? Gli interisti approvano: “Mentalità vincente”, “Sembra ringiovanito”

    L’opinione media dei sostenitori nerazzurri è a favore del ritorno del cileno al posto del Tucu: da “Sarebbe un upgrade” a “Incide sulle partite”

    Generalizzare è sempre sbagliato, ma è sufficiente dare una sbirciatina ai social network e ai gruppi di tifosi per capire che in casa Inter il cambio della guardia tra Joaquin Correa e Alexis Sanchez è un’idea che piace al popolo nerazzurro. Questo nonostante l’argentino sia più giovane di sei anni rispetto al cileno e nonostante soltanto 14 mesi fa la dirigenza di viale della Liberazione stesse forzando l’attaccante all’addio a causa del basso rendimento rispetto all’altissimo ingaggio. Ora, un anno e due mesi più tardi, Sanchez potrebbe tornare a Milano proprio al posto del Tucu. E alla maggior parte dei tifosi l’avvicendamento potrebbe non dispiacere.

    I commenti—  Come esempio può essere preso il parere di un utente di Twitter, che in un post elenca i vantaggi del Nino Maravilla: “Va bene perché: è un professionista esemplare, ha mentalità vincente, può incidere sulle partite (sì, anche a 34 anni) molto più di Correa. Per fare 20 minuti quando le partite non si sbloccano o per far rifiatare qualcuno è perfetto”. Un altro tifoso allude invece con la consueta pungente ironia ai 18 gol della scorsa stagione con la maglia del Marsiglia: “Il fatto è che oggi Sanchez sembra ringiovanito di dieci anni, Correa sembra suo nonno e Inzaghi, giustamente, non ha più voglia di fare opera di beneficenza, ma di gente pronta”. A onor del vero non mancano le perplessità sull’età del cileno e sul pregresso del suo dispendioso addio del 2022 ma, appena emerge il paragone con il Tucu, i dubbi paiono volatilizzarsi: “Trattare Sánchez più vecchio, dopo averlo pagato per andarsene, è un segnale bruttissimo. Ma rispetto a Correa sarebbe comunque un upgrade”. O ancora, infine: “Sanchez al posto di Correa in linea di massima va bene, El Viejo Maravilla è e sarà sempre più forte del Tucu. Però deve venire a giocare gratis, dopo la buonuscita che ha preso”. Che arrivi gratis, questo sì, è da escludere. LEGGI TUTTO

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    Conte e “i numeri impietosi”, Inzaghi e il leone, infortuni e lampi: Sanchez-Inter, il romanzo

    Il cileno potrebbe tornare in nerazzurro dopo un triennio sulle montagne russe: i tanti stop, gli sprazzi da campione, l’insofferenza, il gol in Supercoppa, il rosso ad Anfield. Eppure, Appiano Gentile resta casa sua

    Il titolo del suo triennio all’Inter lo ha dato lui: Hey amigo. Si è presentato ai microfoni dopo la Supercoppa decisa nel gennaio 2022 contro la Juve, ha detto quello che pensava, ha comunicato in maniera diretta e dunque, in parte, oscurato tutto il resto. Ma i tre anni di Alexis Sanchez in nerazzurro sono stati molto altro: lampi di classe e panchine, infortuni e speranze, rossi e magie, rigori sbagliati e un addio senza nemmeno prendere parte alla (triste) passerella finale nel giorno dello scudetto definitivamente perso. LEGGI TUTTO

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    Milan, caccia al vice Giroud: da Ekitike a Colombo, tutte le ipotesi

    Il nome in pole position arriva dalla Francia. Hugo Ekitike ha 21 anni, è nato ad Angers e la stagione scorsa ha giocato con il Psg. Al netto di una concorrenza quasi ingiocabile è riuscito a togliersi qualche soddisfazione: 4 gol e altrettanti assist in 32 presenze. Non male. I parigini l’hanno riscattato dal Reims per 35 milioni di euro, quindi può partire in prestito. Pregi: gioca davanti, corre parecchio, svaria su tutto il fronte offensivo senza problemi. Due anni fa ha siglato 10 gol in Ligue 1 con il Reims, la squadra della vita dov’è nato e cresciuto. Inoltre, è uno di quei profili da Milan. Giovane, futuribile, classe 2002. Si tratta del primo obiettivo per l’attacco. Difetti: di sicuro l’esperienza. Ekitike vanta solo 4 partite in Champions, giocate tutte l’anno scorso. Una di queste contro la Juventus ai gironi. Nel 2022 si è descritto così: “Sono un giocatore abbastanza completo, ma posso migliorare in ogni aspetto”. Sfrontato.  LEGGI TUTTO

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    Dossier Rapid Vienna: stelle, tattica e punti di forza dell’avversaria viola

    Domani la Fiorentina in Austria contro una squadra giovane, ma con un bomber 34enne che…

    Un obiettivo particolare, già raggiunto. Per il Rapid Vienna la sfida di domani sera alle 19 contro la Fiorentina nei preliminari di Conference League è già un successo. Perché sfide di questo tipo, contro squadre con una tradizione come quella della Viola, al Weststadion, non se ne vedono molte. “Spero con tutto il cuore di poter sfidare la Fiorentina – aveva detto il tecnico Barisic prima del turno precedente con Debrecen -. È una squadra conosciuta in tutto il mondo. Sarebbe emozionante”. Lo sarà, perché il Debrecen è stato spazzato via con un clamoroso 5-0 in Ungheria dopo lo 0-0 dell’andata. LEGGI TUTTO

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    Schelotto, Morimoto & co: brillavano in Serie A, ora sono in D

    Il gol nel derby contro il Milan ce l’ha tatuato sul braccio: “24 febbraio 2013”, segnano El Galgo ed El Shaarawy. Sulle panchine ci sono Stramaccioni e Allegri. Finisce 1-1, l’argentino perde la scommessa con Ricky Alvarez: “Se segni, ti fai un tatuaggio”. Il patto è stato rispettato. In nerazzurro ha giocato con Zanetti e Cambiasso, Prandelli l’ha fatto esordire con l’Italia nel 2012. Schelotto ha pure giocato in Premier col Brighton di Potter e allo Sporting Lisbona insieme ad Aquilani, Joao Mario e Rui Patricio. Dopo una stagione al Moron, seconda serie argentina, è voluto tornare in Italia. Barletta è la nuova tappa del viaggio, cominciato a Cesena nel 2007. Il contachilometri corre ancora veloce. LEGGI TUTTO