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    Ascoli, che compleanno con Casagrande: “Mazzone e Rozzi con noi”

    Che spettacolo ieri pomeriggio al Del Duca alla festa dei 125 anni di vita dell’Ascoli Calcio! Tanti tifosi ma, soprattutto, tante vecchie glorie che hanno vestito la maglia bianconera lasciando un segno indelebile nella storia calcistica della città di Ascoli Piceno! Mancava solo una persona, Carletto Mazzone, che cinque anni fa, in occasione della festa dei 120 anni, era presente al Del Duca e scese in campo prima della partita di campionato tra Ascoli e Padova, ricevendo la standing ovation da parte di tutto lo stadio, l’ultima apparizione al Del Duca dell’Allenatore degli Allenatori.
    Sono arrivati in tanti, su tutti, l’attaccante brasiliano Walter Junior Casagrande che deliziò il pubblico ascolano con le sue giocate, ed in particolare, con i suoi calci di punizione letali per i portieri avversari. «E’ un onore essere qui e riabbracciare tanti amici – ha detto Casao – e per prima cosa voglio ricordare Costantino Rozzi, un presidente serio che ha avuto grande fiducia in me e con il quale ho vissuto un rapporto bellissimo, oltre che con la città e tutti i tifosi ascolani. L’Ascoli di allora era come il suo presidente: una squadra guerriera che lottava e dava sempre il massimo soprattutto quando incontrava le grandi. Sono onorato del fatto che, nonostante il tempo passato, i tifosi mi ricordano come uno degli attaccanti più forti della storia dell’Ascoli. Oggi, è un giorno particolare, rivedere tanti amici ed ex compagni è stata una bella sensazione».
    Da Aloisi ad Agostini: le vecchie glorie alla festa
    Aloisi, Carillo, Scaramucci, Fusco, Pierantozzi, Cicconi, Fioravanti, Mancini, Scarafoni, Agostini e tanti altri ascolani di quegli anni storici, anni che culminarono con il ritorno in Serie A nel campionato 1990/91 grazie al rigore segnato da Casagrande a Reggio Emilia nel 3-3 contro la Reggiana a cinque minuti dalla fine del match. La giornata è iniziata nel pomeriggio con un mini torneo tra bambini e subito dopo con la presentazione del settore giovanile dell’Ascoli. Poi, pian piano cominciavano ad arrivare le “vecchie” glorie, da Adelio Moro, «Un’emozione indescrivibile ogni volta che rimetto piede in questo stadio», a Donato Anzivino, Giuliano Castoldi e Simone Boldini. «Il ricordo del presidente Rozzi è unico e indissolubile – hanno ricordato – una volta, al termine del campionato con Gb Fabbri, quando arrivammo quarti in Serie A, il presidente voleva portarci a tutti i costi in Canada come premio per il risultato acquisito ma noi avevamo il “rompete le righe” e volevamo tornare a casa. All fine vinse lui, come al solito, ma quando tornammo era un po’ arrabbiato con noi perché avevamo “speso” troppo».
    Il ricordo di Incocciati
    E ancora i diabolici Fontana, Bonfiglio, Di Venanzio, quelli del ritorno in Serie B dopo 7 lunghi anni di C, oltre agli storici Roccotelli, Torrisi, Incocciati, visibilmente emozionati in mezzo al terreno del Del Duca e tutti con il “chiodo” fisso sulle gesta del presidente Rozzi. «Inimitabile come presidente figuramoci come uomo – ha detto Beppe Incocciati – tornare dentro al Del Duca mi fa venire i brividi, risentire la voce dei tifosi ancora di più, peccato per la curva sud che non c’è più, quello era il cuore caldo degli ascolani». Subito dopo la presentazione, le vecchie glorie hanno approcciato un mini torneo, dove c’era anche il tecnico attuale Viali, anche lui un ex prestigioso dell’Ascoli, dove si sono divertiti loro e fatto divertire i tanti tifosi. Infine, la presentazione della prima squadra che sabato tornerà in campo proprio in casa contro il Palermo. Il finale, un tripudio. LEGGI TUTTO

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    Thiago Motta cittadino onorario di Polesella: “Ora mi sento italiano”

    L’allenatore del Bologna ha ricevuto l’onorificenza dal paese veneto (in provincia di Rovigo) da cui sono partiti i suoi avi

    “Ora mi sento finalmente italiano”. Con queste parole l’allenatore del Bologna Thiago Motta ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Polesella, in provincia di Rovigo, il paese dal quale sono partiti i suoi avi, dalle mani del Sindaco Leonardo Raito. “Sono emozionato e orgoglioso per la città e per me perché con questa cittadinanza finalmente mi sento italiano – dice Thiago -. Non ero mai stato qui, a differenza di mio papà che aveva visitato il paese dei suoi avi nel 2001 e nel 2005” 

    famiglia—  Le origini italiane di Thiago – che ha vestito anche la maglia della nostra nazionale per 30 gare – nascono dal matrimonio tra Fortunato Fogagnolo e Filomena nel 1929 a Polesella, che poi emigrarono in Brasile per tentare la fortuna e trovare lavoro, come fecero molti italiani in quegli anni. Dall’unione tra Fortunato e Filomena nacque una figlia che sposò il papà di Carlos Alberto Motta, il papà di Thiago. “Qui tornerò con la famiglia – aggiunge il tecnico del Bologna -: è giusto che le mie tre figlie sappiano quali sono le nostre origini di famiglia”.    LEGGI TUTTO

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    Da punto interrogativo a punto di forza: Dumfries non si ferma più

    Dopo lo strepitoso avvio in campionato, si è preso i riflettori anche con l’Olanda e scalda i motori in vista del derby. Quando è arrivato alla Pinetina c’era ancora lo spettro di Hakimi, adesso invece…

    Dopo tanti alti e bassi, adesso solo la luce dei riflettori. Quelli riservati a chi, in un modo o nell’altro, riesce a rubare la scena. Da Milano a Dublino, passando per Amsterdam, arriva la conferma del nuovo Denzel Dumfries che fa gongolare non solo i suoi connazionali, ma soprattutto i tifosi nerazzurri. Quella ammirata nell’ultimo periodo è infatti la miglior versione mai vista della freccia olandese, quantomeno in termini di continuità e di capacità d’incidere: determinante e decisivo nelle prime tre uscite stagionali in nerazzurro, la freccia di Rotterdam è stato assoluto protagonista anche dei due successi olandesi nelle ultime sfide di qualificazioni a Euro24 contro Grecia e Irlanda.  LEGGI TUTTO

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    Ora è ufficiale: Sansone è un nuovo giocatore del Lecce. Avrà la numero 11

    L’ex Bologna, che era svincolato, ha firmato un biennale con i giallorossi che volevano allungare la rosa con un profilo d’esperienza

    Almqvist, Krstovic, Piccoli e, adesso, pure Sansone. Quest’estate il Lecce ha cambiato look in attacco, pur mantenendo in rosa Strefezza (nominato capitano dopo l’addio di Hjulmand) e Banda. L’ultimo rinforzo per il tridente di D’Aversa arriva dal mercato degli svincolati: si tratta di Nicola Sansone, che ha firmato un contratto biennale con i giallorossi. 

    esperienza—  L’opportunità di tesserare Sansone è stata colta al volo dal club di Sticchi Damiani, determinato ad allungare la rosa e, soprattutto, a garantirsi un profilo di esperienza, che in passato ha giocato le coppe europee e ha indossato in tre occasioni la maglia della Nazionale. Sansone, fino allo scorso anno al Bologna, è arrivato nel Salento nel weekend e questa mattina ha completato l’iter delle visite mediche, firmando poi il contratto con il direttore Corvino. L’attaccante, cercato dal Lecce dopo il trasferimento di Di Francesco al Palermo negli ultimi giorni di agosto, indosserà la maglia numero 11. LEGGI TUTTO

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    Lotito: “Per Milinkovic rifiutai oltre 100 milioni da un club italiano”

    Il patron della Lazio, ai microfoni di Radio Serie A, svela alcuni retroscena di mercato del passato sul centrocampista serbo: “Quella volta dissi no perché…”

    “Perché Milinkovic non è stato ceduto a un grande club europeo? Non abbiamo mai ricevuto offerte concrete, l’unica vera fu da parte di una squadra italiana, di cui non farò il nome, che offrì oltre 100 milioni di euro”. Parola di Claudio Lotito, presidente della Lazio, ai microfoni di Radio Serie A, a proposito delle offerte ricevute in passato per il centrocampista serbo, passato all’Al Hilal due mesi fa. “Io declinai l’offerta – continua Lotito – perché avevo preso l’impegno con Inzaghi e inoltre non avremmo fatto in tempo a sostituire Sergej, dato che quell’estate il calciomercato chiudeva a metà agosto” aggiunge il patron biancoceleste. 

    la scelta del sergente—  “Fu un errore chiudere prima il calciomercato, come è tuttora sbagliato chiuderlo alle 20 dell’ultimo giorno e non a mezzanotte come negli altri campionati importanti”. La scelta di Milinkovic, in ogni caso, “è stata personale: noi non lo volevamo vendere e sono arrivato a offrirgli anche ingaggi importantissimi, ma prima della fine del campionato mi aveva detto che avrebbe voluto fare una nuova esperienza”, conclude Lotito. LEGGI TUTTO

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    Roma, Mou punta sulla Lubala per la rincorsa Champions

    Dybala si è lasciato alle spalle il problema al flessore, Lukaku ha offerto segnali incoraggianti con la nazionale belga: alla ripresa del campionato potrebbero fare coppia in attacco

    A caccia dei gol necessari per conquistare i primi tre punti della stagione e iniziare la rincorsa verso la zona Champions. Per rimettere la sua Roma in carreggiata – 6 gol incassati e 1 punto ottenuti nelle prime tre giornate – José Mourinho spera di poter contare sulla nuova coppia che da settimane infiamma i sogni di gran parte dei tifosi giallorossi. Il tandem offensivo Romelu Lukaku-Paulo Dybala. Un’accoppiata che gli amanti dei giochi di parole ha già iniziato a chiamare “Lubala”. Una crasi quasi scontata, che a Trigoria si augurano possa risolvere parte dei problemi palesati finora dalla squadra di Mou. 

    condizioni—  A lasciar presagire l’utilizzo in contemporanea dei due fenomeni a disposizione dello Special One sono in primis le condizioni di Dybala che, dopo aver rinunciato a raggiungere la sua nazionale per rimanere al Fulvio Bernardini e provare a risolvere il problema al flessore, si avvia verso un ritorno in campo dal 1’. Lukaku invece ha lanciato segnali più che positivi con il Belgio, come dimostrano anche le parole di De Biasi, che ha appena affrontato Big Rom con l’Azerbaijan: “L’ho visto bene, è in crescita, se gli dai la palla giusta è sempre difficile fermarlo. Lui e Dybala possono essere una grandissima coppia”. Una coppia che dovrebbe fare il suo esordio domenica sera all’Olimpico contro l’Empoli. Oltre all’ottimo impatto avuto da Lukaku sulla squadra durante il secondo tempo della gara persa dalla Roma con il Milan, a far ben sperare sono soprattutto i gol realizzati dal centravanti e da Dybala. Se sommate, le reti segnate in carriera dai due giallorossi superano quota 500. Tra nazionale e club i gol della “Lubala” sono 530. Ben 355 quelle che portano la firma di Big Rom, a cui si aggiungono le 175 della Joya. L’auspicio di Mourinho e dell’universo romanista è che il bottino possa iniziare ad aumentare già da domenica sera. Per puntare al ritorno in Champions infatti l’apporto di Paulo e Romelu è fondamentale. LEGGI TUTTO

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    Pogba questa mattina diceva: “Non sono debole, farò rimangiare a tutti le critiche”

    Il centrocampista francese della Juventus sulla vicenda dell’estorsione subita, in cui era coinvolto anche il fratello: “Il denaro può distruggere una famiglia. Ma io non mi arrenderò mai”

    Aveva pensato di smettere, Paul Pogba, nei mesi travagliati fuori dal campo della scorsa stagione. Lo ha dichiarato il centrocampista francese della Juventus in un’intervista rilasciata ad Al Jazeera: “Voglio far rimangiare a tutti le loro parole e dimostrare che non sono debole – ha detto commentando le critiche ricevute -. Possono parlare male di me, ma io non mi arrenderò mai”.

    l’estorsione—  Ma gran parte delle dichiarazioni verte attorno alla vicenda dell’estorsione subita, compreso un breve sequestro: “Il denaro cambia le persone e può distruggere una famiglia, può creare una guerra. A volte, quand’ero da solo, pensavo: ‘Non voglio più avere soldi, non voglio più giocare a calcio. Voglio solo stare con persone normali, così mi ameranno per quello che sono, non per la fama, non per i soldi’. A volte è dura”. La vicenda ha visto coinvolto anche il fratello Mathias, con cui potrebbe esserci un confronto in aula a Parigi venerdì prossimo.  LEGGI TUTTO