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    Daniel Maldini al fantacalcio: ruolo, quotazione e statistiche

    Analisi, numeri e caratteristiche del nuovo attaccante dell’Empoli. Ecco perché prenderlo al Fantacampionato

    profilo e ruolo—  Classe 2001, arrivato all’Empoli in prestito dal Milan (dopo l’esperienza con lo Spezia), Daniel Maldini è un jolly degli ultimi 25 metri, dato che può essere impiegato come trequartista, seconda punta e esterno offensivo. Ottima tecnica di base, il dribbling nello stretto è uno dei suoi punti forti. Nonostante la concorrenza in avanti, nel 4-2-3-1 di Paolo Zanetti, Maldini ha i numeri per ritagliarsi spazio e minutaggio nel corso della stagione.

    È DA PRENDERE AL FANTA?—   Rispetto alla scorsa stagione (18 presenze e 2 gol con la magia dello Spezia) a Empoli avrà maggiori opportunità di vedere il campo: sia perché potrà giocare in uno schieramento tattico più affine alle sue qualità e sia per l’attitudine di Zanetti a puntare sui giovani, come dimostrato con i vari Fazzini, Baldanzi, Cambiaghi e Parisi. Cosa potrebbe non funzionare? Il fattore infortuni: ha già perso 31 match tra Spezia e Milan per contrattempi fisici e muscolari di vario tipo. In ogni caso, listato attaccante da Fantacampionato, rimane coi suoi 16 crediti un buon profilo con cui completare il proprio reparto. LEGGI TUTTO

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    Bisseck al fantacalcio: colpo in prospettiva, dubbi su minutaggio e infortuni

    Il nuovo difensore nerazzurro è duttile e ha dalla sua parte l’età, ma occhio ai problemi fisici

    profilo e ruolo—  Classe 2000, Bisseck è un colosso di 196 cm, abile nei duelli aerei e dotato di grande forza fisica. Ha anche una buona tecnica individuale, che gli permette di impostare la manovra da dietro. Può essere impiegato sia in una difesa a 3 (preferibilmente braccetto sinistro) che a 4 e, in caso di necessità, può avanzare il baricentro fino a essere utilizzato come vertice basso in mediana. Un giocatore, quindi, che non parte titolare ma che potrebbe rivelarsi utilissimo nelle rotazioni difensive di Simone Inzaghi. 

    È da prendere al fanta?—  Ha avuto qualche problema fisico in carriera: ha perso un intero anno, nel 2020, per infortunio, mentre era al Vitoria Guimaraes. Precedentemente, è stato ai box per tre mesi causa un problema ad un piede. Il difensore tedesco, quindi, è un calciatore propenso agli infortuni: la speranza, in casa nerazzurra, è che il peggio sia passato sotto questo punto di vista. Non sarà un titolare designato nella difesa dell’Inter, come evidenziato anche dalla quotazione del listone Fantacampionato (10 crediti), ma può essere un colpo in prospettiva: il suo acquisto può essere utile come copertura ad uno dei 3 titolari della retroguardia nerazzurra (Darmian, Acerbi, Bastoni). LEGGI TUTTO

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    “Pannocchia” Cajuste, il globetrotter che si ispira a Pirlo e a Kobe

    Il nuovo centrocampista del Napoli ha girato il mondo, ha iniziato col basket, ha flirtato con gli Usa e la Cina ma poi ha trovato dei solidi punti di riferimento in campo

    La vita di Jens-Lys Cajuste, finora, è il risultato di traiettorie così poco comuni da essere davvero imperscrutabile. Il calcio e il basket, la Svezia e gli Stati Uniti, Haiti e la Cina. Tutte tappe di un percorso che l’ha portato a vestire la maglia del Napoli, che ha individuato in lui un’alternativa a Lobotka e più in generale un jolly per il centrocampo. Regista moderno, può contare su un fisico slanciato e una spiccata comprensione del gioco, sia in termini di impostazione che di interdizione. Si ispira a Pirlo, da cui cerca di replicare i lanci lunghi, e Busquets, del quale invece imita la conduzione della palla e il dribbling sulla pressione avversaria. Un modo di giocare rischioso, con cui Cajuste ha sempre voluto misurarsi nonostante talvolta ci siano state palle perse e cartellini di troppo. Il potenziale, tuttavia, è indiscutibile e per i suoi 24 anni, che compirà domani, è pronto a regalarsi il grande salto al Maradona.  LEGGI TUTTO

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    Miroslav Mihajlovic, figlio di Sinisa, diventa allenatore: “Da lassù mi guarderai e mi darai forza”

    Il 23enne ha conseguito dalla Figc il patentino Uefa C, il primo livello disponibile per chi intende allenare

    Giovani Mihajlovic crescono lavorativamente. Dove? Nel calcio, naturalmente. Miroslav, figlio di Sinisa, ha pubblicato una storia su Instagram in cui mostra con orgoglio di avere conseguito dalla Figc il patentino Uefa C, il primo livello disponibile per chi comincia ad allenare: ora potrà allenare qualsiasi categoria giovanile ad eccezione della Primavera, in attesa di passare allo step successivo. 

    Il percorso—  Miroslav a gennaio è entrato nello staff tecnico della società romana dell’Urbetevere come collaboratore delle giovanili. Il 23enne, uno dei sei figli di Sinisa, ha già avuto esperienze nel calcio giocando nelle giovanili della Lazio, nel Tor di Quinto e per un breve periodo nella Primavera della Samp prima di dedicarsi agli studi. Ma senza mai abbandonare la passione per il calcio che oggi lo porta a cercare di intraprendere il percorso (difficile) di allenatore. 

    Nel nome del padre—  La scelta di intraprendere la carriera di allenatore, ha riportato alla mente le parole pronunciate proprio da Miroslav nelle ore immediatamente successive alla morte di Sinisa: “Caro papà, sei e sarai sempre il mio orgoglio e la mia fonte di ispirazione. Cercherò in tutti i modi di renderti orgoglioso perché da lassù mi guarderai e mi darai forza come hai sempre fatto”.  LEGGI TUTTO

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    Lo sport prima dello sport: la storia di Bentegodi, il visionario veronese

    Formazione classica, studi in medicina ed una semplice idea: rendere lo sport accessibile a tutti. Nato a Verona il 25 aprile del 1818, è morto sempre nella città scaligera esattamente 150 anni fa, il 9 agosto del 1873

    Uno che ebbe ragione con un paio di secoli di anticipo, come se avesse saputo in partenza che le sue idee e la loro portata rivoluzionaria avrebbero impiegato tanto, troppo tempo per essere messe in pratica. Lo comprendiamo bene oggi, perché siamo in grado di misurare la distanza ancora da colmare tra i suoi progetti e ciò che ancora manca alla loro realizzazione definitiva. Il fatto è che un precursore, quando è così tanto anticipatario nelle sue intuizioni, rischia di passare per visionario, col risultato che i fatti gli danno ragione soltanto quando il tempo trascorso ha superato l’epoca e gli individui che per primi le ascoltarono. Abbiamo già usato il passato remoto in un paio di occasioni, il che paradossalmente serve a dare la misura della modernità delle concezioni di un grande italiano, di quando l’Italia era di là da venire ma esisteva nell’identità nazionale percepita da quelli come lu. Troppo presto dimenticato, nato a Verona quando il Veneto era ancora sotto l’Aquila bicipite dell’Austria – Ungheria, il cui nome viene ricordato spesso in realtà, ma soltanto per ragioni indirette legate al calcio, uno di quegli sport che lui non fece in tempo a vedere e a promuovere. LEGGI TUTTO

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    Juve, sei cose che Allegri ha cambiato rispetto all’anno scorso

    Parola d’ordine: cambiamento. Lo chiese tra le righe anche l’ad della Juventus, Maurizio Scanavino, nel confermare la fiducia del club a Max Allegri. Nessun dubbio sulla permanenza del tecnico livornese, ok, ma a patto che qualcosa cambiasse pure lui rispetto alle ultime stagioni. E di cose, dopo appena un mese dall’inizio della stagione, ne sono già cambiate molte. Anche se la controprova dovrà pur sempre arrivare dal campo nelle prossime gare ufficiali in programma. Andiamo a vedere alcuni aspetti che spiccano già dal nuovo progetto tecnico. LEGGI TUTTO

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    Da Capitan America a Capitan Milan: così Pulisic ha conquistato Pioli

    Capacità di interpretare più ruoli e traino commerciale negli Usa – con numeri record -, dove è il volto calcistico più noto: Christian fa felice il mondo rossonero sotto tutti gli aspetti

    Il “movente”? Assolutamente e inequivocabilmente sportivo. Christian Pulisic è un attore che fa felice chi lo dirige perché sa interpretare più ruoli. Sulla base di partenza, insomma, non ci sono dubbi: l’americano è sbarcato a Milanello grazie alle sue caratteristiche tecniche. Poi, però, c’è un altro gradevolissimo risvolto della medaglia, che riguarda le dinamiche extra campo. Qualcosa che – molto parzialmente – riporta la memoria all’arrivo di Honda. Solo che nove anni fa Keisuke, considerando l’intera esperienza rossonera, portò probabilmente un contributo maggiore al Milan in termini di visibilità “aziendale” – era l’indiscusso eroe nazionale calcistico in patria -, rispetto a quello sul campo. Ecco, nel caso di Christian, tutto viaggia a braccetto. Pioli è contento, Cardinale anche. LEGGI TUTTO