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    Bennacer lavora duro per recuperare dall’infortunio

    RCS MediaGroup S.p.A.Via Angelo Rizzoli, 8 – 20132 Milano.Copyright 2023 © Tutti i diritti riservati. CF, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155. R.E.A. di Milano: 1524326 Capitale sociale € 270.000.000,00 ISSN 2499-3093 LEGGI TUTTO

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    Inzaghi verso i 50 anni: “La mia vita me la sarei disegnata proprio così”

    Vive di calcio come quando faceva notte con il fratello Simone sul campo di cemento dietro la scuola. Mercoledì Pippo festeggia la mezza età, “ma i miei figli mi fanno sentire giovane”. Bilancio di una vita felice “che mi sono meritato lottando”. E segnando.​”E se tornassi indietro, vorrei giocare di più con Totti e Baggio”

    Il segreto per non invecchiare non esiste. Il segreto per invecchiare lentamente è restare se stessi. Tra quattro giorni, mercoledì 9 agosto, Pippo Inzaghi festeggerà i 50 anni e a fregarlo sono solo i capelli: il ciuffo è sempre quello, le sfumature bianche raccontano lo scorrere del tempo. Da quando, molto giovane, Pippo entrò di prepotenza nelle cronache sportive, è cambiato tutto: il calcio, il mondo, la sua vita visto che nel frattempo è diventato allenatore, padre di Edoardo ed Emilia e il 24 giugno 2024 sposerà Angela Robusti. Ma non è cambiato lui: trascinante, generoso, leale, innamorato del pallone, fedele ai valori trasmessi dai suoi genitori. E adesso si guarda indietro. Si guarda dentro.  LEGGI TUTTO

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    Atalanta, progetto Europa: con Scamacca e De Ketelaere l’attacco che piace a Gasperini

    Il tecnico è accontentato: l’azzurro è a un passo, la Dea tratta il belga in uscita dal Milan

    un progetto Europa ambizioso anche senza Hojlund. E, anzi, anche grazie a Hojlund. Con un super attacco come piace a Gasperini. Questo aveva pianificato l’Atalanta a giugno, alla fine della scorsa stagione, nel faccia a faccia finale con Gasperini che aveva sancito la prosecuzione (con allungamento) del rapporto con il tecnico. E questo piano sta portando avanti, con una politica sul mercato in linea con quelle idee condivise ad inizio giugno. Che è anche cambiata rispetto al passato: i fatti dicono che non è più così automatica, o comunque vincolante, l’equazione “si compra per quanto si vende”. Kolasinac è arrivato prima dell’addio di Demiral, Palomino (e magari Okoli); Bakker è nerazzurro dall’inizio di luglio, nonostante oggi l’Atalanta abbia in rosa altri sei esterni; su Touré il club nerazzurro ha investito 31 milioni di euro senza ancora avere la sicurezza di incassarne 75+10 da Hojlund e oggi tratta De Ketelaere e Scamacca prima di avere certezze sulle uscite di uno o più fra i vari Zapata, Muriel, Miranchuk, Latte Lath e Cambiaghi. Anche se è chiaro che pure la missione cessioni è, e sarà, un’urgenza da non sottovalutare, per sfoltire una rosa al momento extralarge. Ma c’è cessione e cessione: quella di Hojlund era programmata e “inevitabile”, data l’offerta. Ma – a dimostrazione di certe ambizioni – quelle degli altri due “gioielli”, Scalvini e Koopmeiners, non sono all’ordine del giorno. Sull’olandese c’è forte il Napoli, ma solo un’offerta di almeno 40 milioni può, forse, far vacillare il club nerazzurro.

    L’AGENTE DI CDK—  L’obiettivo non è sbandierato, ma è chiaro. E caro pure agli azionisti americani, che hanno “scommesso” sull’Atalanta anche contando su un suo Dna sempre più internazionale: ovvero, fare bene in Italia e in Europa (League). Dove la Dea è tornata dopo un anno di purgatorio, e punta a restarci anche nella prossima stagione, grazie ad un campionato da primi sette posti. E tanto meglio se dovesse essere uno dei primi quattro. Senza dimenticare che ogni anno l’Atalanta vede nella Coppa Italia un’occasione per tornare a vincere un trofeo. Così si spiega l’offensiva anche su Scamacca, apparentemente sorprendente, tanto più considerando che è arrivata negli stessi giorni in cui il club nerazzurro ha concluso con il Milan la trattativa per il prestito (oneroso, con diritto di riscatto) di De Ketelaere. Un altro giocatore comunque offensivo, dal quale il club aspetta ora l’ok a vestire la maglia nerazzurra. I contatti di ieri sono stati positivi, il belga sembra preferire l’ipotesi Italia alla Premier (si è inserito il Fulham) e alla Liga (Real Sociedad): la Dea confida che nelle prossime ore, dopo un incontro con gli agenti del giocatore, possa arrivare l’ultimo sì. LEGGI TUTTO

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    Giuseppe Rossi: “Nonostante tutto, è stato un sogno”

    L’ex attaccante si racconta: “Sono orgoglioso di aver detto basta quando l’ho voluto io. Non perché mi mancassero le offerte o per via di nuovi guai fisici”

    Nell’estate dei giocatori Usa di gran moda in Serie A – da Christian Pulisic al Milan a Timothy Weah alla Juventus – uno dei più famosi italo-americani lascia il calcio: Giuseppe Rossi ha detto basta nei giorni scorsi. “Adesso posso ammetterlo: ho realizzato il sogno italo-americano mio e di tanti bambini come me cresciuti negli Stati Uniti”, racconta l’ex attaccante di Parma, Manchester United, Villarreal e Fiorentina. Pepito si ritira dopo 363 partite e 132 gol a livello di club, 30 partite e 7 reti con la maglia dell’Italia nonostante otto interventi chirurgici alle ginocchia. “Mi sarei potuto fermare prima dell’ultima esperienza alla Spal della scorsa stagione. Me lo hanno consigliato in molti dopo i vari infortuni di questi anni. Ma sono orgoglioso di aver detto basta quando l’ho voluto io. Non perché mi mancassero le offerte o per via di nuovi guai fisici. No, dico basta perché, a 36 anni e con la famiglia che vive in America, non avverto più quella voglia di sacrificarmi che mi ha permesso di arrivare alla Nazionale italiana pur crescendo nel New Jersey, in mezzo ad amici e compagni di scuola che giocavano a baseball, basket, football americano… A qualsiasi sport, tranne il calcio”.  LEGGI TUTTO

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    Alex Sandro nuovo vice capitano, i tifosi della Juve: “Tutti ma non lui!”

    Sembra tutta un’altra Juve quella vista nella tournèe estiva, con i tifosi bianconeri che sperano di poterla ritrovare totalmente rivoluzionata rispetto alla passata stagione. Il mercato ha portato delle novità importanti e molte altre, potrebbero essere rilevate nei prossimi giorni di un agosto che, si preannuncia più bollente del solito. Ma delle novità ci sono anche per quel che riguarda il campo, o meglio, le gerarchie della scuderia Allegri. Già, perchè con l’uscita di scena di Leonardo Bonucci, il nuovo e definitivo capitano sarà il brasiliano Danilo, con il suo connazionale Alex Sandro pronto a fargli da vice. Scelta che non è stata affatto gradita dal tifo di fede bianconera, che sui social ha manifestato il suo dissenso, con commenti come: ‘Andavano bene tutti, ma non lui’, oppure: ‘Ancora un’altra stagione, basta!’. Insomma, il pensiero è universale e nella Gallery seguente seguiranno alcuni post.  Carica altri LEGGI TUTTO

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    Vialli, la Sampdoria e Lanna che verrà

    Era il 9 gennaio scorso e Vialli ci aveva lasciato da tre giorni. Prima della Santa Messa celebrata nella parrocchiale di Cristo Re, Lanna parlò così: “Luca era un fratello molto vicino, conosceva benissimo la Sampdoria. Avrebbe dovuto fare il presidente nella trattativa con gli americani. In quest’anno di mia presidenza ci siamo scambiati tante telefonate, messaggi, gli ho chiesto tanti consigli. È stato un compagno di viaggio importante, come lo era stato da giocatore. È sempre stato una persona da seguire per  la sua positività, l’intelligenza, il sorriso. Anche negli ultimi anni, nonostante la malattia,  trasmetteva una grandissima forza a tutti”. E ancora: “Luca è stato una delle prime persone con cui ho parlato dopo che sono diventato presidente della Samp. Gli ho chiesto consigli, suggerimenti, indicazioni. Con il suo  modo di agire e di comportarsi, Vialli era un manager vero, era pronto per fare il presidente. Io gli dicevo: sto soltanto scaldando la tua poltrona. Era il suo sogno, purtroppo non è riuscito a coronarlo. A me dispiace moltissimo e ,ciò che cercherò di fare, è lavorare nel suo nome perché la Samp torni agli antichi splendori”.
    E il 21 gennaio, a Genova, quando in migliaia parteciparono al tributo a Luca celebrato nella chiesa del Gesù, di nuovo l’amico prima ancora che il compagno della Sampd’Oro, manifestò sentimenti profondi e pronunciò frasi che andarono dritte al cuore: “Luca? Un campione e un uomo trasversale. Un ragazzo che piaceva a tutti: alle mamme, ai papà, ai figli, positivo equilibrato, intelligente. Diceva sempre le cose giuste al momento giusto. Era legato alla maglia blucerchiata in modo particolare. Quando, nel 2019, doveva rientrare in veste di presidente, capivi quanto voglia avesse di lavorare perché la Samp tornasse a brillare con i valori della nostra epopea”.
    Boskov e Percassi
    Lanna ha compiuto 55 anni il 13 luglio scorso. Vujadin Boskov lo lanciò in Serie A quando aveva soltanto 19 anni, stagione ’87-’88, il primo atto di sette anni di gloria: due Coppe Italia (’88 e ’90), una Coppa delle Coppe (’90), uno scudetto (’91), una Supercoppa italiana (’91), la finale di Coppa dei Campioni (’92). Dopo Roma, Salamanca e Real Saragozza, chiuse la carriera nella Samp, in Serie B. Proprio là dove la squadra ripartirà, il 19 agosto, a Terni. Attualmente, Lanna è uno dei due ex calciatori diventati presidenti della squadra in cui sono cresciuti, sin dai tempi del vivaio. L’altro è Antonio Percassi, il cui migliore amico nel settore giovanile dell’Atalanta si chiamava Gaetano Scirea. Ecco. Quando si dice e si parla di attaccamento alla maglia, al tempo dei fantastilioni arabi e di quelli che, spregiativamente, i tifosi attaccati alla maglia chiamano mercenari perché la cambiano troppo spesso, bisogna guardare alle Bandiere che resistono, nel tempo in cui c’è chi si è venduto pure i pennoni.
    Lanna appartiene ai Panda della passione. Il 27 dicembre 2021 viene nominato presidente della Samp dopo le dimissioni di Massimo Ferrero che però non se ne va con le conseguenze che i doriani conoscono bene. Lanna s’infila nel tunnel di una crisi societaria che la Samp di Paolo Mantovani, di Vialli e Mancini, la loro tifoseria bella e amorevole, mai avrebbero immaginato di vivere e sopportare. Un giorno, se ne avrà voglia, solo il presidente potrà raccontare quanti ostacoli, quante traversie, quante ambasce ha dovuto affrontare e superare, avendo in testa una cosa sola: la salvezza della società, della squadra, il rapporto con la gente blucerchiata che è stata maiuscola nei mesi della lotta per liberare la Samp da tutto quanto le era piombato addosso. LEGGI TUTTO

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    Weah spinge la Juve: “Puntiamo al massimo. Da esterno sono più a mio agio”

    Dopo il gol al Real l’americano si racconta: “Non sarei potuto arrivare in un posto migliore. Devo assimilare ancora qualche concetto”

    dall’inviata Fabiana Della Valle
    5 agosto

    – ORLANDO (usa)

    T imothy Weah ha la faccia sorridente di un bimbo che ha appena passato la sua giornata ideale al Luna Park: l’America è casa sua, perché nonostante il papà liberiano (George, stella del Milan degli anni Novanta e Pallone d’Oro, attuale presidente del suo Paese) e mamma giamaicana, è nato a New York, ha cominciato con il calcio negli States e gioca nella nazionale Usa. Perciò fare il primo centro con la maglia della Juventus, il suo nuovo club, a Orlando, davanti a 63 mila spettatori e con tanti ragazzi con la sua maglia addosso è un sogno che diventa realtà.  LEGGI TUTTO