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    Con Samardzic nessuno ha un centrocampo come quello dell’Inter

    A Inzaghi mancava un rifinitore capace di decidere con una magia. E dopo Sneijder i tifosi nerazzurri non hanno più avuto un giocoliere di cui innamorarsi

    A questo punto viene quasi il sospetto che quel volpone di Marotta abbia architettato ad arte il depistaggio. Tutti a seguire il cuore ballerino di Lukaku, con il conseguente valzer di attaccanti, e intanto l’Inter costruiva la sua forza a centrocampo. Il probabile arrivo di Lazar Samardzic, che sembra imminente, completerebbe una mediana senza carenze di opzioni; il reparto, sulla carta, più forte del campionato; il vero centro di potere della squadra di Inzaghi che vuole la seconda stella. La crescita in regia di Calhanoglu, che ha velocizzato la circolazione e intensificato la verticalizzazione, ha consentito a Inzaghi di liberare Brozovic, per 8 anni pilota dei nerazzurri. Alternativa al turco, il giovane Asllani, forte di un anno di ambientamento. L’arrivo di Frattesi, strappato al Milan, ha incattivito la mediana in zona gol. L’ex Sassuolo, corteggiatissimo, in fase di piena maturazione umana e tecnica, permette a Inzaghi una diversa interpretazione tattica, parallela a quella sperimentata a giugno dal c.t. Mancini: dal doppio play (Jorginho-Verratti, Brozo-Calha) al doppio incursore: Barella-Frattesi. Significa aggredire l’area avversaria con maggiori bocche da fuoco, stendere una falange offensiva che comprende esterni d’attacco, incursori interni e punte. Nella stagione scorsa, più volte l’Inter ha mostrato l’incapacità di vincere partite dominate con il gioco, proprio per la difficoltà a tradurre in occasioni da gol possesso e palleggio. Il mercato si è mosso di conseguenza.  LEGGI TUTTO

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    LeBron conquistato dal Milan: “Club speciale, tornerà grande. Cardinale super”

    La stella Nba è in affari con il proprietario dei rossoneri: “Calcio, moda, show e cultura: si può arrivare al top mondiale”

    Dal nostro inviato Luca Bianchin
    30 luglio

    – los angeles (USA)

    L e strisce ci sono dal primo giorno. Per le stelle, ci stanno lavorando: Leao, Maignan, ora Pulisic e chissà chi altro. Il Milan sta diventando in fretta il più americano dei club italiani e non solo perché RedBird, proprietario da meno di un anno, ha sedi a New York, Los Angeles, Dallas, Greenwich e Palm Beach. Il Milan guarda agli Stati Uniti come un modello e un mercato, con risultati già visibili. Ha 43 milioni di fan negli States (dati Nielsen), che lo rendono il club italiano più tifato, e secondo YouGov è anche il brand calcistico italiano più noto. La storia chiaramente aiuta – il Milan era già molto popolare negli anni Novanta – ma c’è un processo in atto, con l’a.d. Giorgio Furlani impegnato in prima persona: non per caso, anche in giorni di mercato agitati, ha seguito la squadra a Los Angeles. Gli Stati Uniti sono già il secondo paese più redditizio per l’e-commerce rossonero (al primo posto, ovviamente, c’è l’Italia) e dal giorno in cui è arrivato Pulisic una maglia su tre viene venduta negli Stati Uniti. Questo è impressionante.  LEGGI TUTTO

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    Roma, Pisilli in ritiro con la prima squadra: “Un sogno, Matic mi aiuta molto. E Dybala…”

    La Roma prosegue ad Albufeira la preparazione alla prossima stagione. Negli ultimi dieci minuti dell’amichevole vinta 4-0 dai giallorossi sull’Estrela Amadora si è visto anche il giovanissimo Niccolò Pisilli: il classe 2004 sta svolgendo il ritiro in Portogallo con la prima squadra su richiesta di Mourinho. Ecco le sue parole nell’intervista del nostro inviato Andrea Pugliese LEGGI TUTTO

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    Allegri cambia l’attacco: così la Juve si prepara al Real Madrid

    La Juventus prosegue la preparazione verso la prossima stagione che avrà solamente due obiettivi, campionato e Coppa Italia, dopo l’esclusione per un anno dalle coppe da parte della Uefa. Il 3 agosto i bianconeri affronteranno il Real Madrid per l’ultima amichevole della tournée negli USA: il punto della nostra inviata Fabiana della Valle LEGGI TUTTO

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    Roma, è subito Dybala show: doppietta e 4-0 all’Estrela Amadora

    Dal nostro inviato Andrea Pugliese
    29 luglio

    – ALBUFEIRA (PORTOGALLO)

    Una doppietta di Dybala per sbloccare la partita, poi le reti di Lllorente e Bove a chiudere i conti. La Roma supera per 4-0 l’Estrela Amadora nel secondo test portoghese, prova la formula-fantasia (Aouar, Pellegrini e Dybala in campo tutti insieme) e aspetta un centravanti per risolvere qualche problema offensivo. Tanto che Mou inizia senza Belotti, schierato poi nella ripresa (a conti fatti buona la prova del Gallo). 

    decide paulo—  Mourinho si ritrova così davanti la squadra dove ha iniziato di fatto ad allenare davvero, con 4 anni da vice ad inizio anni Novanta. Mancini resta a riposo per la frattura al setto nasale e davanti Mou decide di giocare con l’attacco veloce, El Shaarawy e Dybala, senza punti di riferimento (Belotti). La Roma ci mette un po’ a carburare dal punto di vista offensivo, anche se la squadra è spesso aggressiva sui portatori di palla avversari. Le mezzali si alzano e si abbassano a seconda delle situazioni tattiche e dietro si prova spesso la costruzione dal basso, con i centrali in verticale proprio con Aouar e Pellegrini. Cristante in regia regala 2-3 palloni buoni, tra cui quello con cui Dybala al sesto colpisce il palo. L’Estrela Amadora, invece, ci mette tanta voglia, ma anche molti errori individuali. El Shaarawy ha un paio di palloni buoni ma li spreca, Zalewski ci prova dopo un affondo centrale, poi è Mansur a non sfruttare l’unico svarione difensivo di Smalling, mentre Joao Reis di testa spedisce alto. Ed allora nel finale di partita ci pensa ancora Dybala a cambiare le carte in tavola, con due gol in tre minuti: prima uno scavetto su errore di Miguel (retropassaggio sbagliato), poi un’altra delizia al termine di una bella combinazione Pellegrini-Aouar, con assist morbido per l’argentino.

    la ripresa—  Poi Mou decide di mandare dentro Belotti, provando per 15 minuti il 3-4-2-1, per poi tornare fare subito retromarcia. Il Gallo spreca subito un’occasione propizia, Spinazzola calcia alto da buona posizione, poi la Roma va a segno altre due volte: prima con Llorente su un bel pallone lavorato proprio da Belotti, poi con Bove su assist di Pagano (ma anche qui c’è lo zampino del Gallo). Nel finale c’è anche una buona occasione per Pagano, ma il suo tiro è parato da Antonio Filipe. Prossima tappa l’amichevole del 2 agosto contro la Farense, prima di tornare poi a Roma. LEGGI TUTTO

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    Marassi in festa per l’esordio di Retegui: Monaco battuto 1-0

    Un rigore di Gudmundsson nel primo tempo regala al Grifone la vittoria in amichevole sui francesi. Il bomber azzurro ha debuttato davanti al suo nuovo pubblico

    Una notte da Re(tegui). Festa genoana per il debutto in maglia rossoblù dell’attaccante italo-argentino, arrivato solo quattro giorni fa a Genova e in campo stasera nella ripresa nell’amichevole contro il Monaco (1-0 per il Grifone, gol di Gudmundsson su rigore al 16’ del primo tempo). Un entusiasmo senza fine per l’italo-argentino da parte dei dodicimila genoani sugli spalti, in un clima di festa e di grande attesa per la prima gara genoana dell’attaccante della Nazionale di Mancini. Una notte speciale in cui è stato dato l’annuncio del superamento di quota ventiduemila tessere, in una campagna che dall’arrivo di Retegui sta viaggiando a oltre mille nuovi abbonamenti al giorno. Per l’esattezza, quattromila nelle ultime settantadue ore. 

    ecco mateo—  Retegui si è presentato in campo per il riscaldamento con la mano sinistra fasciata a causa di un leggero infortunio, entrando in campo a inizio ripresa accolto da un boato al posto di Puscas, prima in coppia con Gudmindsson e poi nel finale con Coda. Gli sono bastati sei secondi per provare a rubare palla a Majecki, portiere del Monaco e tentare un gol impossibile, in una prestazione che ne ha confermato la grande condizione e solidità fisica, anche se l’intesa con l’islandese è ovviamente da affinare, considerando che il nuovo arrivato è già in una condizione ottimale. LEGGI TUTTO