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    Mboula, il nuovo Titì: “Corro e tiro come Henry. A Verona voglio più gol”

    L’attaccante spagnolo: “Quanto si lavora in Italia! Ma mi trovo davvero bene”. E su Baroni…

    D ribbling, scatti, bel controllo e gran tiro. Gol alla prima amichevole, assist alla seconda. Se le prime impressioni sono veritiere, Jordi Mboula potrebbe essere la nuova scoperta del Verona. Lo spagnolo parla anche bene e ha le idee chiare. “Il mio desiderio era giocare in A, già da piccolo vedevo molto calcio e il vostro era tra i miei preferiti. Il Verona era in contatto con me da tempo e il suo interesse mi ha convinto a sceglierlo: fa crescere i giovani e sono contento di esserci arrivato”.  LEGGI TUTTO

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    Fiato, cross e corsa: Weah convince già la Juve

    Il figlio d’arte ha esordito dall’inizio nel primo test stagionale bianconero, contro il Milan. Fra sprint in fascia e palloni invitanti per Chiesa e Kean ha dimostrato di essere sulla buona strada

    Unica new entry ad oggi nella rosa della Juve, Timo Weah era il più atteso nel primo test della stagione per la squadra bianconera. Non solo: lo statunitense Weah ha indossato “in casa” la sua prima maglia juventina, visto che il match contro il Milan – aperitivo della serie A – si è giocato a una manciata di chilometri da Los Angeles. Terza e ultima particolarità del suo esordio, il contestuale debutto del compagno di nazionale Pulisic nelle fila rossonere. Con il figlio d’arte che si è aggiudicato il derby yankee, nel personale duello a distanza: nelle pagelle Gazzetta Timo ha strappato un “6”, mezzo punto in meno per Pulisic.

    upgrade—  Una prima uscita è per definizione migliorabile, ma intanto Weah ha dimostrato di essere sulla buona strada, dopo la prima parte della “cura Allegri” tesa ad affinarne le capacità difensive. Timo nasce infatti come esterno d’attacco mentre, dopo un po’ di apprendistato al Lilla, alla Juve è stato scelto come erede di Cuadrado, e dunque come esterno a tutta fascia che per forza di cose dovrà mandare a memoria anche tempi e movimenti necessari alla fase difensiva. Contro il Milan intanto ha dimostrato indubbie doti offensive, oltre a voglia, gamba e decisione negli interventi. Lo si è visto sprintare in fascia e offrire agli attaccanti palloni interessanti, uno su tutti un assist che Chiesa ha spedito sul fondo. Come l’azzurro, Weah ha dimostrato di dare il meglio quando è servito sullo scatto, perché con la sua velocità infila con facilità la retroguardia avversaria e “vede” il compagno in area. Inserimenti, falcate palla al piede e strappi fanno già parte del suo repertorio, la sua personale sfida si giocherà dalla metà campo in giù. LEGGI TUTTO

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    Ecco come la Fiorentina si rinforzerà per l’Europa

    Per la Conference la rosa va completata con un portiere, due difensori e una punta: tutti i nomi in ballo

    La ferita aperta da Jarrod Bowen sanguina ancora. Ma adesso la Fiorentina sa che potrà riprovarci e incanalare la rabbia nella giusta direzione. Era il 7 giugno e a Praga i viola persero la finale di Conference League contro il West Ham: tante occasioni, partita giocata meglio degli inglesi, ma gli errori nelle due aree (ingenuo ed evitabile fallo di mani di Biraghi per il rigore dello 0-1; errore di Mandragora con la porta spalancata sull’1-1 dopo il pareggio di Bonaventura) e nella propria trequarti (difesa altissima a palla scoperta e filtrante decisivo di Paqueta per Bowen) costarono caro: al 90’ arrivarono la beffa e la sconfitta per 2-1.  LEGGI TUTTO

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    Materazzi allo chef: “Milanista chiacchierone”

    RCS MediaGroup S.p.A.Via Angelo Rizzoli, 8 – 20132 Milano.Copyright 2023 © Tutti i diritti riservati. CF, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155. R.E.A. di Milano: 1524326 Capitale sociale € 270.000.000,00 ISSN 2499-3093 LEGGI TUTTO

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    Pace tra Juve e Uefa: ora c’è un vantaggio per lo scudetto

    La società colpita nelle tasche, tra multa e mancati introiti. Ma può rilanciarsi in campionato. Primi test interessanti

    Punto e a capo, la Juventus può voltare pagina grazie a un discreto “patteggiamento” con l’Uefa. La Juve ha barattato l’uscita dal bunker della Superlega con la squalifica per un anno dalle coppe europee e con 10 milioni di multa più altri 10 di “condizionale”. È un’interpretazione un po’ dietrologica, ma realistica, della sentenza Uefa di ieri sera. Sul banco degli imputati del tribunale calcistico europeo sedeva la nuova Juve, senza più Andrea Agnelli né i manager e i dirigenti a lui collegati, da Arrivabene a Nedved. Formalmente la Juve doveva rispondere della condanna da parte della giustizia sportiva italiana nel caso plusvalenze, della violazione del fairplay finanziario e di altre infrazioni. Sul processo aleggiava però l’adesione di Andrea Agnelli al piano Superlega, il fallito tentativo di golpe ai vertici del calcio europeo. Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa, chiedeva alla Juve di abbandonare la Superlega in via definitiva, senza tentennamenti. E la nuova Juve, con Gianluca Ferrero presidente e Maurizio Scanavino amministratore delegato, lo ha fatto, il 13 luglio ha annunciato con un comunicato “di aver iniziato la procedura di uscita dal progetto”.  LEGGI TUTTO

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    Juve, tutte le tappe delle inchieste e i procedimenti in corso

    La Procura Figc apre un fascicolo su una serie di plusvalenze degli ultimi due anni dopo una verifica ispettiva della Consob sulle società quotate in Borsa. In totale sono 62 le operazioni segnalate. La Covisoc pone l’attenzione sulla possibilità che i club ipervalutino alcuni giocatori a bilancio. Nel mirino alcuni scambi operati dalla Juve, a partire dallo scambio Pjanic-Arthur col Barcellona LEGGI TUTTO