consigliato per te

  • in

    Baldanzi e Fazzini: “Insieme salviamo l’Empoli. Poi l’azzurro, e magari il Barça”

    I talenti dell’Empoli si confessano tra sogni e prospettive: “Cresciuti presto grazie a questa società. Ora più gol e assist”

    Dal nostro inviato Fabio Bianchi
    24 luglio

    – empoli

    Q uando hai 20 anni, il caldo non è affatto un problema. Tommaso Baldanzi e Jacopo Fazzini si presentano freschi come se si fossero appena alzati e invece hanno fatto tre ore di allenamento pesanti. Sorridono e si danno pacche sulle spalle. Gemelli diversi, ma non tanto.  LEGGI TUTTO

  • in

    Diletta, nuotata col pancione in Sicilia

    RCS MediaGroup S.p.A.Via Angelo Rizzoli, 8 – 20132 Milano.Copyright 2023 © Tutti i diritti riservati. CF, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155. R.E.A. di Milano: 1524326 Capitale sociale € 270.000.000,00 ISSN 2499-3093 LEGGI TUTTO

  • in

    Agnelli proprietari centenari, ma negli Usa c’è chi li batte…

    Il 23 luglio del 1923 Edoardo Agnelli, figlio del Senatore Giovanni. Da allora la Juventus è sempre rimasta di proprietà della famiglia. Da Edoardo, a Gianni sino ad Andrea, per arrivare all’attuale assetto, con l’holding olandese Exor che detiene la maggioranza del club bianconero, la Juve non ha mai lasciato la famiglia Agnelli. LEGGI TUTTO

  • in

    “Io e Agnelli: Le domeniche a Villar Perosa e le telefonate all’alba”

    L’azzurro è stato uno dei volti simbolo di una delle Juventus più vincenti dell’era Agnelli: “L’Avvocato era un grande intenditore, sarebbe un leader anche nel calcio di oggi. E risolverebbe tutto con la sua grinta e passione. È una famiglia vincente e tutto quello che ne fa parte deve essere vincente”

    “Dici Agnelli e pensi a una grande famiglia, allo stile di una grande famiglia, totalmente incarnato nella persona di Gianni e anche di Umberto. Una famiglia che è stata il motore dell’economia italiana attraverso la Fiat. E Gianni è stato uno dei fautori principali della crescita di questa grandissima azienda diventata importante in tutto il mondo. Come lui”. Bianconero dal 1976 al 1989 con sei scudetti, una coppa dei Campioni, una Intercontinentale, una coppa delle Coppe, una Uefa, due coppe Italia, Antonio Cabrini è stato un volto simbolo di una delle Juventus simbolo di questo secolo in bianconero dell’era Agnelli. In anni in cui il presidente non era uno della Famiglia, ma uno di famiglia: Giampiero Boniperti. Ma con un passo più in là, “il Dottore” Umberto Agnelli e soprattutto “l’Avvocato” Gianni Agnelli. LEGGI TUTTO

  • in

    D’Aversa all’attacco: “Il mio Lecce segnerà in tanti modi. E punto sui giovani”

    Il tecnico dei pugliesi: “Porteremo in prima squadra due-tre Primavera. Andai al Milan a 16 anni, il mito era Van Basten”

    Dal nostro inviato Francesco Velluzzi
    24 luglio

    – folgaria (trento)

    L a cultura del lavoro l’ha imparata da papà Francesco e mamma Antonia, abruzzese e pugliese, emigrati in Germania quando Roberto D’Aversa era appena nato, e tornati a Pescara per poi avviare l’attività di commercianti ambulanti, sempre in giro per i mercati. Forse era un segno del destino perché il tecnico che Pantaleo Corvino ha scelto per il dopo Marco Baroni a Lecce, tra vita da calciatore e da allenatore, e pure dirigente a Lanciano, ha girato 17 piazze. Con un chiodo fisso: “Vivo per il calcio. Una passione coltivata più in solitario. I miei non mi seguivano tanto. Questo è un ambiente strano e non avrei mai voluto vederli soffrire perché, magari, il figlio, dalle tribune veniva criticato”. D’Aversa è uomo di sostanza, concretezza, ragionamento. “Ho sempre voluto fare il play in campo”. Lo prese il Milan, a 16 anni.  LEGGI TUTTO

  • in

    Milan-Real, le pagelle: Romero, mancino da 7. Brutta figura di Kjaer: 5

    L’esperto danese si fa tagliare fuori da Vinicius troppo facilmente. Che bravo Simic

    Dal nostro inviato Luca Bianchin
    24 luglio

    – Pasadena (Stati Uniti)

    Il Milan perde 3-2 contro il Real Madrid nella prima amichevole della sua tournée negli Stati Uniti, ma Stefano Pioli può comunque sorridere per le prestazioni di alcuni giovani, come Simic e Romero. Male, invece, Kjaer. LEGGI TUTTO

  • in

    Perché Ballardini può riportare in A la Cremonese

    TORINO – Zio Balla – come affettuosamente chiamano i tifosi genoani Davide Ballardini – ha una nuova missione. Sì, proprio lui, col tempo specializzatosi nelle salvezze impossibili che raggiungeva in A soprattutto col Genoa, adesso deve misurarsi col compito di riportare subito la Cremonese nella massima categoria, dopo la retrocessione maturata nella scorsa stagione: Ballardini aveva ereditato da Alvini una situazione ormai compromessa ma la squadra con lui ha mostrato buone cose, soprattutto la solidità che Zio Balla sa dare, maturate nella cavalcata in Coppa Italia, dove i grigiorossi sono stati capaci di arrivare fino in semifinale. Giusto dunque confermarlo perché ha iniziato un lavoro che può portare ottimi frutti. Anche perché dal mercato stanno arrivando buone nuove, fra un mese la Cremonese potrebbe essere una delle squadre da battere. Il colpo più intrigante non può essere che quello del Mudo Vazquez, lasciato partire dal Parma nonostante i 25 gol delle sue due stagioni emiliane: coi crociati faceva la differenza anche quando le cose non giravano, se si conferma su quei livelli, potremo vederne delle belle. Ma soprattutto la Cremonese avrà una mediana nuova di zecca. L’ultimo colpo è Michele Collocolo, prelevato dall’Ascoli per quasi due milioni, superando il Palermo che pareva in vantaggio per l’acquisto di un elemento che aveva mercato anche in A. Poi, dopo l’esperienza coi turchi del Karagumruk guidato da Pirlo, è tornato in Italia Andrea Bertolacci che Ballardini ebbe al Genoa. Inoltre, dal Cesena, è giunto un prospetto interessante, Alessio Brambilla, 22 anni, scuola Milan. Sempre dal Cesena, dovrebbe arrivare il difensore Luca Coccolo, ex Juventus Under 23. E attenzione, perché proprio dalla Next Gen bianconera è giunto l’attaccante Nikola Sekulov, 21 anni, origini macedoni ma nato a Piacenza, sul suo esordio in B c’è molta curiosità. Poi, come sempre accade dopo una retrocessione, chi avrà mercato in A o all’estero, è destinato a partire (Dessers si è già sistemato ai Rangers Glasgow). Ma la sensazione è che patron Arvedi, il re italiano dell’acciaio, investirà ancora nella squadra cdella sua città, come minimo la Cremonese andrà tenuta d’occhio nella corsa alla A, anche se chi stila le griglie di partenza del prossimo campionato, qualche volta si dimentica dei grigiorossi e preferisce fare altri nomi. Certo, c’è sempre l’incognita del post-retrocessione che può portare scorie non semplici da superare, chi arriva dalla A non è raro che fatichi al primo campionato di B. Rispetto alla Cremonese che nel 2021/22 salì in A con Pecchia in panchina, ora si punta su elementi più esperti, quella squadra invece aveva i più interessanti giovani italiani. Ma in B paga quasi sempre schierare veterani, se sanno calarsi nella categoria. A iniziare da bomber Daniel Ciofani, reduce da una stagione in A coi fiocchi: una delle prime mosse della Cremonese è stata quella di rinnovargli il contratto, anche se il 31 luglio compie 38 anni. Ha chiuso la stagione in A dei grigiorossi con 8 reti in 32 gare: quanti potrà farne in B, a maggior gloria della Cremonese? Magari avvicendandosi in avanti con Massimo Coda, il bomber del Genoa reduce da 52 reti segnate negli ultimi tre campionati di B, portando in A i rossoblù e prima il Lecce. Mezza Serie B lo vorrebbe ma forse solo la Cremonese di Arvedi può avere le risorse per aggiudicarselo. E sarebbe pure un ritorno: Coda giocò per i grigiorossi dal 2008 al 2011, poco più che ventenne e la porta la vedeva già bene (81 presenze, 24 reti). Insomma, la carne al fuoco per Ballardini non mancherà e le sue idee calcistiche potrebbero ancor più esaltarsi nel calcio più fisico che tecnico della B. LEGGI TUTTO