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    Pavoletti, bomber del destino: “Voglio il Cagliari a vita e sogno di incontrare Riva”

    “La rete promozione al Bari? Giulini se la sentiva. Ho la Sardegna nel cuore, obiettivo salvezza. Gigi mi stima, andrei da lui di corsa”

    Inviato Francesco Velluzzi
    21 luglio

    – ASSEMINI (Cagliari)

    l’ attaccante è vintage, quindi il supereroe dei suoi sogni è Superman. Leonardo Pavoletti, 35 anni a fine novembre, l’11 giugno al San Nicola di Bari è stato eroe ed è diventato santo per i tifosi del Cagliari. Si è travestito da Superman e con una vera zampata da attaccante consumato in pieno recupero le ha ridato la Serie A.  LEGGI TUTTO

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    Pistole in faccia, minacce, aggressioni e… Quando i calciatori vengono rapinati

    Rapiti, legati e infine picchiati. La scorsa notte, intorno alle 3.20, Gigio Donnarumma e la sua compagna sono stati sequestrati da un gruppo di malviventi, che sono riusciti a portarsi a casa un bottino dal valore di circa mezzo milione di euro. Il portiere della Nazionale si trovava nel suo appartamento nel VIII arrondisment di Parigi e, dopo essere stato aggredito, è fuggito in un vicino hotel per chiedere aiuto. Si tratta dell’ennesima disavventura vissuta da un calciatore del Paris Saint-Germain, considerando le simili esperienze vissute in passato da Icardi, Sergio Rico, Thiago Silva e Di Maria. LEGGI TUTTO

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    Lecco: momento assurdo, ma c’è speranza

    TORINO – Nell’ultimo mese è come se il calcio italiano avesse adottato il Lecco che vive il momento più assurdo della sua storia. Fondato nel 1912, nella loro vita i blucelesti hanno disputato tre campionati di Serie A (frequentata per l’ultima volta nel 1967) e 12 di B, un mese fa avevano riconquistato la seconda serie dopo mezzo secolo esatto, con la possibilità di disputare il derby col Como che in B manca proprio da 50 anni. Praticamente una favola, vista anche com’era maturata la promozione in B ai playoff, dove i blucelesti di Foschi non scendevano in campo da favoriti anzi, a ogni sorteggio le avversarie erano ben felici di affrontare il Lecco, salvo poi cambiare idea a confronto terminato. Una cavalcata straordinaria, cominciata con il passaggio del primo turno della fase nazionale (dove il Lecco iniziava i playoff a seguito del terzo posto in campionato) in cui elimina l’Ancona con due pareggi (2-2 e 1-1) e si qualifica in virtù del miglior piazzamento in campionato. Proseguita al secondo turno eliminando il Pordenone in maniera rocambolesca: sconfitti in casa 0-1 dal Pordenone (col presidente Di Nunno che irrompeva in campo a contestare il rigore della vittoria friulana), nella gara di ritorno il Lecco passava 1-3, imponendosi nel finale. Quindi la semifinale col Cesena: vittorie per 2-1 di entrambe in trasferta, poi calci di rigore decisivi per la qualificazione lombarda. Fino alla discussa doppia finale col Foggia, che tanto ha fatto arrabbiare i tifosi pugliesi: successo per 2-1 del Lecco allo Zaccheria, nonostante la presenza del Var, risultato assai influenzato dalle decisioni dell’arbitro Bonacina (che vive a Cisano Bergamasco, 15 km da Lecco) e poi chiusa col 3-1 e la festa B al Rigamonti-Ceppi. Già, lo stadio di Lecco, è lì che si sta arenando il ritorno in B dei blucelesti. Fosse stato pronto per la B, non ci sarebbero stati tutti i problemi d’iscrizione legati all’indicazione di un campo alternativo, individuato, tardivamente e non del tutto per colpa del Lecco, nella lontana Padova. Sarebbe necessaria una riflessione su come siano fatiscenti, di norma, gli stadi di Serie C. Forse bisognerebbe discutere di questo prima di avventurarsi sulle possibilità che ha il Lecco di essere ammesso alla B dopo la bocciatura di lunedì scorso operata dal Coni. E’ intollerabile che delle 4 promosse in B (Feralpisalò, Reggiana, Catanzaro e Lecco), soltanto i granata emiliani dispongano di un campo di casa utilizzabile nella seconda serie. Nell’attesa, tutta Lecco vive in una sorta di strano limbo, aspettando il 2 agosto, giorno in cui il Tar riammetterà o meno i blucelesti in B. La speranza c’è e si fonda sul fatto che il Lecco, dopo la bocciatura della Covisoc, comunque era stato ammesso in B dal Consiglio Federale Figc del 7 luglio. Per l’eventuale ricorso, ci sarà da aspettare il 29 agosto, data del verdetto al Consiglio di Stato. Nel frattempo però, è tutto bloccato. Il Lecco, per affrontare la B, stava facendo incetta di giovani promettenti provenienti dai migliori vivai italiani. Di fatto il club bluceleste è riuscito a ufficializzarne solo uno, proprio nel giorno che arrivava la stangata dal Coni: è il terzino sinistro italo-albanese Brayan Boci, nella scorsa stagione lanciato da Giardino nel Genoa dopo averlo trovato nella Primavera rossoblù. Tutti gli altri sono in stand-by, si aspetta che arrivi la B, come nel caso di Cortinovis, centrocampista scuola Atalanta, ex Verona e Cosenza. Difficile dire come andrà a finire. Intanto sono state pubblicate le motivazioni della sentenza Coni di lunedì scorso: i giudici del Collegio ddi Garanzia rilevano come la data dell’iscrizione al 20 giugno sia sempre perentoria, va rispettata in tutti gli aspetti, anche quello che riguarda l’indicazione del campo, non solo per le pur decisive incombenze economiche. Ma quel che fa più paura è che il Lecco non si è iscritto alla C e dunque, saltasse la B, dovrebbe ripartire dai dilettanti. Sarebbe un finale atroce per quella che doveva essere la stagione più bella nell’ultimo mezzo secolo dei blucelesti. LEGGI TUTTO

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    Juve, chi è più a rischio uscita? Decidono (soprattutto) gli stipendi: ecco i più pagati

    Vlahovic, Chiesa e Bremer possono portare anche un tesoretto per la cessione. Ma per l’abbattimento del costo del lavoro la Signora guarda anche ad altri profili, da Alex Sandro a Pogba

    Leonardo Bonucci ha una riduzione dell’ingaggio per questo ultimo anno di contratto con la Juve. Ma resta una mossa che racconta anche la forza con cui la Juventus vuole alleggerire un costo del lavoro fuori controllo (400 milioni l’anno scorso). Ed è su questa linea che si è entrati nell’ordine della rinuncia a giocatori della caratura di Vlahovic e Pogba, su cui non più di un anno-un anno e mezzo fa si era deciso di fondare un nuovo ciclo. Perché il mirino è sui giocatori con gli ingaggi più alti.  LEGGI TUTTO

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    Thuram alla Lukaku: sboccia la Thu-La con Lautaro, così l’Inter cerca un nuovo totem

    Marcus garantisce più dribbling e presenza in area. Ora deve fare dimenticare Romelu

    Era un giovanotto con un fisico che sembrava già scolpito da Fidia e un cognome pesante lì dietro la schiena. Andato a bottega in Renania pensava (giustamente) di sbocciare più in fretta che nel placido campionato francese. Marcus Thuram, figlio del grande Lilian, iniziava a far gol nel Borussia Mönchengladbach quando entrava a San Siro per la prima volta all’inizio della stagione 2020-21, quella poi conclusa con lo scudetto contiano: anno comunque assai strano, stadi ancora tristemente vuoti per colpa del Covid e controlli triplicati all’ingresso. Per convincere un addetto del Meazza a farlo entrare servì che Marcus mostrasse sul cellulare la sua pagina Wikipedia: ai tempi era molto meno ricca di adesso, ma fu comunque convincente. A ripensarci, quella partita nel girone di Champions, datata 21 ottobre 2020 e finita 2-2 con doppietta (guarda caso) di Romelu, era davvero una finestra sul futuro. Lo stesso francese, intervistato qualche giorno prima della sfida dalla Gazzetta, aveva dato prova di preveggenza: «Ho sempre avuto una grande ammirazione per Lukaku. Lo seguivo quando era giovanissimo, per me è sempre stato una fonte di ispirazione. Spero di diventare più forte di lui, lavoro tutti i giorni per questo», diceva sicuro. Insomma, pareva tutto già scritto tre anni fa: quei due giganti avrebbero dovuto militare nello stesso reparto. Il più giovane francese sarebbe dovuto stare un passo indietro rispetto al più esperto belga per apprenderne le arti magiche, ma sapeva pure che il futuro prima o poi sarebbe stato suo. LEGGI TUTTO

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    Napoli-Anaune 6-1, gol e highlights

    RCS MediaGroup S.p.A.Via Angelo Rizzoli, 8 – 20132 Milano.Copyright 2023 © Tutti i diritti riservati. CF, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155. R.E.A. di Milano: 1524326 Capitale sociale € 270.000.000,00 ISSN 2499-3093 LEGGI TUTTO

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    Reggina, ufficiale il cambio di proprietà: Ilari nuovo patron

    REGGIO CALABRIA – La Reggina ha comunicato ufficialmente che “è stato ceduto a Manuele Ilari il 100% delle quote della Reggina 1914. L’accordo è stato sottoscritto oggi tra Ilari e le società che fanno capo a Felice Saladini e Angelo Ferraro, che insieme detenevano la totalità delle quote della società calcistica”. Saladini ha commentato: “Abbiamo fatto la scelta migliore per il futuro del Club. Continueremo a lavorare affinché venga riconosciuta alla Reggina l’ammissione al prossimo campionato di serie B, un diritto che abbiamo ottenuto sul campo e anche con il rigoroso rispetto delle leggi dello Stato”. La Reggina, attualmente impegnata nel raduno al centro Sant’Agata, ha ricevuto nella giornata di mercoledì la conferma dell’esclusione dalla Serie B da parte Collegio di Garanzia del Coni.
    Reggina, le parole del nuovo proprietario Ilari
    “Ringrazio Saladini e Ferraro per l’opera di risanamento del Club che hanno portato avanti nell’ultimo anno. Prendo il testimone per proseguire il percorso di evoluzione e sviluppo di uno dei club più appassionanti del Sud Italia. Ringrazio anche Guild Capital Partners, con la quale continueremo a lavorare per un riassetto societario solido per il futuro della Reggina”. LEGGI TUTTO