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    Il nuovo girone, il progetto Chiellini, la classe 2005: Juve, dossier Next Gen

    L’ingresso dell’Atalanta U23 ha spinto per la prima volta i ragazzi di Brambilla nel girone B, quello del centro Italia: la direzione di Claudio Chiellini e i giovani pronti a esplodere

    La stagione numero 6 della Juventus Next Gen si apre con tante novità. La prima riguarda la nascita di una squadra gemella, l’Atalanta Under 23, che spinge per la prima volta i bianconeri in un girone diverso: quello del centro Italia, il B, per lasciare spazio ai nerazzurri nel raggruppamento A del nord d’Italia. La rosa a disposizione di Massimo Brambilla, confermato, dovrà affrontare dunque trasferte più lunghe e sfidare per la prima volta squadre mai incrociate prima nella sua giovane storia iniziata nell’estate del 2018. Si prospettano numerose gare affascinanti, a partire dall’esordio sul campo del Pescara di Zeman.  LEGGI TUTTO

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    Lo Spezia di Alvini è la regina dell’estate

    TORINO – Puntualmente, come ogni anno, le retrocesse dalla A vengono messe fra le favorite per l’immediato ritorno nella massima serie. Poco importa che spesso non accada (anche se nell’ultimo campionato, due retrocesse su tre, Genoa e Cagliari, ce l’hanno fatta). Dunque, a guardare le ultime arrivate dalla A, Spezia, Sampdoria e Cremonese, si può fare lo stesso discorso? Probabilmente sì. Ma per come stanno andando le cose, una di queste tre appare più avanti delle altre due. A nostro avviso è lo Spezia che riparte da Massimiliano Alvini in panchina dopo la retrocessione maturata per aver perso lo spareggio salvezza col Verona. Per diverse ragioni. Economiche, innanzitutto. Nessuno in B disporrà della liquidità dei liguri. Il club dello statunitense Robert Platek, per iniziare, sarà quello che più godrà del cosiddetto paracadute, la consistente cifra che ricevono dalla Lega A le squadre che retrocedono. Spezia e Sampdoria, avendo disputato almeno tre campionati di A nelle ultime 4 stagioni, hanno ricevuto 25 milioni, solo che i blucerchiati hanno dovuto utilizzarne una larga parte per potersi iscrivere alla B, problema che lo Spezia non ha avuto mentre la Cremonese, facendo solo una stagione di A, ha incassato soltanto 10 milioni. Ma la liquidità extra dello Spezia non si ferma qui. Perché in rosa ci sono diversi gioielli ambiti in A da cui può arrivare altro cash per decine di milioni. Si è appena definita la cessione di Nzola alla Fiorentina: l’angolano ritroverà il suo mentore, Italiano, dalla Viola arriverà il promettente Niccolò Pierozzi, terzino destro impostosi la scorsa stagione in B nella Reggina e arrivato all’Under 21. Poi, il Sassuolo sembra più avanti nell’asta sul gioiellino Holm ma anche Dragowski potrebbe sistemarsi in A o all’estero (anche se ufficialmente è incedibile) mentre Agudelo si è già trasferito negli Emirati Arabi e si attendono offerte anche per Verde e Bourabia. Nel frattempo, sono arrivati elementi intriganti per la B: in mediana, il consistente Bandinelli (in cambio di Gyasi, andato all’Empoli). Per la trequarti, il colpo Antonucci, reduce da un ottimo campionato col Cittadella dove è sbocciato definitivamente, ora è il miglior trequartista della B ma può giocare anche seconda punta. In avanti, in prestito dal Sassuolo, c’è Moro, nella passata stagione al Frosinone salito in A ma anche Francesco Pio Esposito dal vivaio Inter, che giocherà col fratello Salvatore. Però, attenzione a quello che pareva un colpo minore, il centrocampista Rachid Kouda, nato a Cantù, con radici nel Burkina Faso. Prelevato in C dal Picerno, domenica con un gran gol (tiro all’incrocio del pali) ha portato lo Spezia in vantaggio contro una squadra della Liga spagnola, il Maiorca (poi è finita 1-1). Ciò introduce un altro tema: quanto la squadra di Alvini sia sul campo più avanti di tutta la concorrenza . Spezia che, in attesa di esordire lunedì 14 in Coppa Italia, contro il Venezia (si gioca a Cesena per i lavori al Picco), ha chiuso il precampionato da imbattuto. Non solo, prima di pareggiare col Maiorca, gli aquilotti avevano battuto tre squadre di categoria superiore: Sassuolo, Wolfsburg e Bochum. Sarà pure solo calcio estivo ma nessuno in B sta facendo simili risultati coi quali la piazza ha dimenticato la delusione per una retrocessione che non era semplice da metabolizzare, visto il modo in cui è maturata. Spesso per chi arriva dalla A, fare i conti con le scorie della caduta è il problema maggiore da affrontare. Ma continuando così, Alvini e i suoi potrebbero trovarne veramente poche, visto che la tifoseria sta correndo in massa ad abbonarsi. Certo, manca ancora una punta di peso, anche se potrebbe diventarla Moro: dopo l’anno di praticantato in B a Frosinone, chissà che sia l’anno giusto per il ragazzo, nella scorsa stagione alla lunga ha sofferto l’esplosione di Mulattieri. Vedremo. Ma intanto, allo Spezia sembrano esserci gli ingredienti giusti per una grande stagione. LEGGI TUTTO

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    Sacchi: Inzaghi, per ricambiare la fiducia dell’Inter serve più coraggio

    Simone è un ottimo allenatore ma un po’ troppo legato ai vecchi canoni del calcio italiano: qui deve fare il salto di qualità

    Simone Inzaghi si legherà all’Inter fino al 2025 e questa è una grande dimostrazione di fiducia da parte della società che crede nel suo allenatore e lancia un chiaro segnale a tutto il gruppo. Nella scorsa stagione i nerazzurri hanno vinto la Supercoppa di Lega, la Coppa Italia e sono arrivati in finale di Champions League: un percorso positivo cui, tuttavia, è mancata la continuità in campionato. Troppi passi falsi contro squadre di medio o basso livello, a segnalare quindi un problema che va affrontato e risolto: è ciò che il club ha chiesto a Inzaghi. Ha dato prove di bravura nelle corse di un giorno, come si direbbe se si parlasse di ciclismo, ma ora deve far vedere di possedere le qualità necessarie per giungere in fondo a una corsa a tappe come il Giro d’Italia o il Tour de France. Serve continuità di rendimento e di risultati, e allora mi si domanderà: come si fa a trovarla? Al supermercato non la vendono: bisogna riuscire a costruirla giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, con impegno e con pazienza, lavorando tutti in un’unica direzione e ricordando sempre che il calcio è uno sport collettivo e non uno sport individuale, come è quasi sempre stato concepito in Italia. Se poi ti manca l’individualità, o perché il giocatore non è in forma o perché è infortunato, salta tutto il castello. Se, al contrario, si pensa al calcio come al risultato di uno sforzo di undici giocatori, allora si può ragionevolmente credere di arrivare alla famosa continuità di rendimento e vincere il Giro d’Italia, cioè il campionato, diventerà una possibilità concreta e non un sogno.  LEGGI TUTTO

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    Milan, colpo per la Primavera: preso il trequartista Skoczylas

    Ufficiale l’acquisto del polacco classe 2006: dopo Jimenez, ancora un innesto per la formazione di Abate

    Presente e futuro. Il Milan programma anche quello che sarà e non perde di vista la costruzione della Primavera. Dopo l’arrivo di Alex Jimenez dal Real Madrid, Abate avrà a disposizione anche Mateusz Skoczylas, trequartista polacco classe 2006.

    ufficiale—  Il club ha dato l’annuncio con il solito comunicato: “Ac Milan comunica di aver acquisito a titolo definitivo le prestazioni sportive di Mateusz Josef Skoczylas da Zagłębie Lubin. Il giovane calciatore polacco, classe 2006, ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2026”. Skoczylas, che compirà 17 anni a settembre – ha già svolto le visite mediche con i rossoneri nei giorni scorsi e arriva dai polacchi dello Zaglebie Lubin, con cui non aveva ancora esordito in prima squadra. Di recente, ha ben figurato nell’ultimo Europeo Under 17 – disputato in Ungheria tra maggio e giugno – con la sua Polonia sconfitta in semifinale dalla Germania, poi vincitrice del torneo. Per portarlo a Milano, il Diavolo ha battuto la concorrenza di alcuni club europei, tra cui lo Sporting Lisbona. LEGGI TUTTO

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    Juve da scudetto anche se Lukaku non arriva

    Bianconeri competitivi pure con l’attuale attacco. E senza Coppe partono in vantaggio

    Da giorni, ormai, non si parla d’altro: dell’uscita di Vlahovic e dell’arrivo di Lukaku. Un’operazione che si presta a mille considerazioni, scatena mille domande, sull’opportunità di lasciar partire – in un momento di difficoltà europea nel trovare punte di livello assoluto – un giovane di 23 anni per far posto a un trentenne, che tra l’altro nell’ultima stagione ha avuto le stesse difficoltà e le stesse pause.  LEGGI TUTTO